Trasparenza e credibilità: non si può parlare dell’una senza evocare l’altra. I due termini sono necessariamente legati. E sono la base sulla quale vogliamo costruire Casa Agi, un’agenzia trasparente, che renda conto dei propri errori in un dialogo serrato, chiaro, leale con lettori e clienti (siamo un’agenzia, il nostro compito primario è fornire notizie corrette e verificate per i media).
Questa mattina, Arianna Ciccone, ideatrice e anima del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, ha segnalato su Twitter e su Facebook un passaggio di un nostro articolo che risultava poco chiaro. Provando a ricostruire “Le cose che non tornano nella storia degli hacker di Gentiloni”, avevamo parlato di “pistola fumante” a proposito del rapporto Cia sulle email del partito democratico hackerate dai russi e divulgate da WikiLeaks. Un termine certamente inappropriato, visto che la questione delle responsabilità e dei legami è controversa e si presta a più letture e interpretazioni.
evidenze su questo passaggio? non sapevo di questa pistola fumante. ci sono link, fonti? grazie @Agenzia_Italia https://t.co/zKuZF18JED pic.twitter.com/ZsweW7yEfp
— arianna ciccone (@_arianna) February 12, 2017
E, sì, abbiamo riflettuto e convenuto che in questo caso parlare di “pistola fumante” fosse decisamente errato. Abbiamo quindi corretto l’articolo, riportando in calce allo stesso le ragioni che ci hanno portato a cambiare versione rimuovendo la terminologia usata. Una prassi assolutamente normale che dovrebbe essere ormai entrata nel Dna di tutti coloro fanno informazione.
Quando ho iniziato ad occuparmi di giornalismo digitale capitava spesso di pubblicare online articoli di colleghi usciti sulla carta. Quando arrivavano commenti che segnalavano errori e mettevano in discussione il lavoro dei giornalisti, molti colleghi, invece di correggere il pezzo, e quindi migliorarlo, chiedevano di rimuovere i commenti. Richiesta che puntualmente veniva rimandata al mittente, non senza qualche discussione.
Ecco, a Casa Agi, crediamo che le segnalazioni dei lettori siano un patrimonio dal quale oggi non si possa e non si debba più prescindere. Pensateci: è una fortuna che ci siano persone che trovino il tempo di leggere cosa scriviamo e anche quello di correggerci dove abbiamo sbagliato. E’ questa inclusione che ci aiuta a fare un giornalismo migliore. Dovremmo essere fieri di avere lettori tanto attenti e tanto innamorati dall’informazione, lettori per i quali la verità conta. E’ anche grazie a loro che potremmo migliorare, giorno dopo giorno, il nostro lavoro. E questa dovrebbe essere semplicemente la nuova normalità del giornalismo. Almeno per noi lo è.