L’inno della nazionale belga per i prossimi mondiali sarà composto da Damso, un giovane rapper congolese di nascita e brussellese d’adozione, molto conosciuto ma anche molto criticato per i suoi testi volgari, misogini, maschilisti.
L’argomento del linguaggio per parlare di rapporti fra generi, dell’atteggiamento maschile e del ruolo della pornografia è delicatissimo, soprattutto in questo periodo di rivelazioni continue sulla diffusione incredibile delle molestie sessuali ovunque nel mondo.
E anche se si deve stare attenti a non giudicare frettolosamente i gusti dei giovani e i generi musicali che non si praticano, sulla volgarità a volte violenta di certe espressioni, al di là del contesto in cui sono usate, c’è poco da discutere.
Ecco perché è davvero strano, oltre che una brutta scivolata, che la federazione del calcio belga abbia scelto un autore tanto controverso per i suoi adorati Diables rouges, che (diversamente dalla nazionale italiana!) si sono qualificati per il Campionato russo del prossimo anno.
Le canzoni di Damso, 25 anni, sono decisamente semplici sia nelle melodie che nei testi, e molto popolari fra i giovani belgi: senza arrivare ad essere famoso come il più “raffinato” e internazionale Stromae, il rapper ha già meritato diversi dischi di platino, prova di quanto le sue canzoni vengono ascoltate sul web e alla radio. “E’ diverso dal rap francese, non parla mai della città – ammette una sua fan intervistata dal quotidiano Le Soir - ma solo delle sue esperienze con le ragazze”.
Il problema sono i termini in cui ne parla: “E’ fatto apposta – dice un altro appassionato – se non usasse parole scioccanti non l’ascolterebbe nessuno, alla gente piace il trash”. Il problema è di tipo “didattico” e un’altra intervistata sottolinea di temere “che dei giovani inesperti possono concludere dai testi di Damso che le ragazze sono tutte uguali, ovvero…”. “Io ho smesso di ascoltarlo quando ho capito che qualcuno lo prendeva sul serio”, aggiunge una sua amica.
Niente male, per qualcuno che deve comporre l’inno della nazionale. Ecco perché la presidente del “Consiglio delle donne francofone del Belgio”, una donna politica liberale e per niente estremista anche se femminista, ha chiesto un “cartellino rosso” per Damso, dicendo che “le sue frasi sono talmente volgari che non oso neanche citarle”.
La polemica scatenata da questa presa di posizione è stata gradita dal rapper, che ha ringraziato per “questa bella pubblicità”. Ma lo sponsor principale dei Diables Rouges, ovvero Coca Cola, non ha gradito altrettanto, ed ha annunciato di aver chiesto chiarimenti alla Federazione belga del Calcio.