Cade l’ultimo tabù del colonialismo europeo. La città di Bruxelles dedicherà una piazza a Patrice Lumumba, il giovane leader congolese la cui vicenda divenne un simbolo della lotta per l’emancipazione dell’Africa negli anni ’60.
Place Lumumba sarà inaugurata ufficialmente il 30 giugno, 58esimo anniversario dell’indipendenza del Congo dopo la fine del dominio coloniale belga, uno dei più feroci della storia. E anche il luogo scelto sarà altamente simbolico: la piazza sorgerà nel cuore del Matonge, il distretto di Bruxelles dove risiede la più grande comunità congolese della città e forse d’Europa.
“Nero, ma ‘evoluè”, secondo la dizione dell’epoca, Lumumba si forma nelle missioni protestanti e poi nelle scuole cattoliche del Congo belga. Fonda il Mouvement national congolais, diventa il primo capo del governo dopo l’indipendenza. Ma la sua esperienza di leader unitario dura solo pochi mesi. Il Belgio sente minacciati i suoi interessi economici e favorisce la secessione del Katanga, la ricchissima provincia mineraria del Paese, grazie all’appoggio del futuro dittatore incontrastato del paese, l’allora capo dell’esercito Mobutu Sese Seko.
Lumumba viene arrestato, consegnato alle truppe dei katanga e trucidato il 17 gennaio del 1961 a Élisabethville con il benestare, se con con la diretta complictà, della autorità belghe. Un coinvolgimento negato a lungo e che Bruxelles ha riconosciuto solo 40 anni dopo, nel 2001, quando una commissione parlamentare ha riconosciuto la ‘responsabilità morale’ dei dirigenti belgi dell’epoca nell’omicidio dell’uomo diventato un mito per le classi dirigenti progressiste africane del tempo. Oggi quella pagina si chiude, almeno simbolicamente. Place Patrice Lumumba non è più un tabù.