Mogherini vola a Washington e nell'Ue c'è chi chiede di tornare alla 'linea rossa' sull'atomica

Il nove febbraio l'incontro dell'Alto commissario europeo con lo staff del Presidente degli Stati Uniti. Di cosa parleranno 

Mogherini vola a Washington e nell'Ue c'è chi chiede di tornare alla 'linea rossa' sull'atomica
 Mogherini (afp)

Nel momento in cui l'Alto rappresentante Federica Mogherini si prepara alla prima missione a Washington per incontrare i funzionari della nuova amministrazione americana, dentro la Commissione c'è teme gli scenari più pericolosi, compreso il ritorno della minaccia di una guerra nucleare, a causa dell'imprevedibilità della presidenza di Donald Trump.

Torna la questione nucleare, tornare al "telefono rosso"

“La questione nucleare sarà di nuovo sul tavolo”, secondo una fonte europea, a conoscenza delle discussioni in corso su come l'Ue dovrebbe relazionarsi a Trump: “un incidente nucleare non può essere escluso” e la comunità internazionale farebbe bene “a riscoprire 'l'Escalation Control' (meccanismi per prevenire un'escalation, ndr)”. A quasi trent'anni dalla fine della Guerra fredda, l'idea di tornare al telefono rosso per collegare la Casa Bianca e il Cremlino ed evitare che un incidente porti all'apocalisse nucleare potrebbe sembrare datata. Ma il fatto che si discuta di questo scenario dimostra quanto la presidenza Trump stia cambiando i parametri geostrategici, mettendo in discussione le certezze su cui gli europei avevano costruito la loro politica estera dalla caduta dell'Unione Sovietica.

Salvare il salvabile nelle relazioni transatlantiche 

Mogherini volerà domani nella capitale americana, dove dovrebbe incontrare i responsabili della sicurezza e della politica estera della nuova amministrazione: il vicepresidente Mike Pence, il segretario di Stato Rex Tillerson, il capo del Pentagono James Mattis, i consigliere per la Sicurezza Michael Flynn. L'obiettivo dell'Alto rappresentante è di salvare il salvabile nelle relazioni transatlantiche, a cominciare dall'accordo sul nucleare con l'Iran che Trump minaccia di fare saltare.

Nell'agenda dei colloqui ci sono anche la Nato (che Trump ha definito obsoleta), il Medio Oriente (con Trump pronto a spostare l'ambasciata americana a Gerusalemme) e la Russia (con la possibilità che Trump cancelli in parte le sanzioni). Mogherini conta soprattutto sull'aiuto di Pence, che sarà a Bruxelles tra una decina di giorni per incontri con la Nato e l'Ue, dopo aver partecipato alla conferenza sulla sicurezza di Monaco.

Ma dentro la Commissione ammettono che non sarà facile lavorare con l'amministrazione Trump. “Non abbiamo controparti con cui parlare”, spiega un funzionario: “ci vorranno mesi per avviare il dilaogo ai livelli inferiori”. L'Ue è arrivata impreparata all'inaugurazione di Trump. “Eravamo convinti che, arrivato alla Casa Bianca, chi rappresenta gli interessi strategici degli USA avrebbe legato le mani a Trump”, dice il funzionario. Invece, “dopo una campagna elettorale di insulti, Trump ha deciso di governare con gli insulti”.

Mogherini vola a Washington e nell'Ue c'è chi chiede di tornare alla 'linea rossa' sull'atomica
 Trump Putin

Un nuovo accordo Trump - Putin

In questo contesto, il pericolo di uno scontro nucleare tra Usa e Russia non è in cima alle priorità di Mogherini. La scorsa settimana Trump ha inserito l'Iran nella lista dei suoi “Stati canaglia”, dopo che la Repubblica islamica lo ha sfidato con un test balistico in violazione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Il presidente americano ha più volte annunciato la sua intenzione di fare un “deal” (accordo, ndr) con Vladimir Putin per formare un'alleanza contro l'organizzazione dello Stato islamico e il terrorismo jihadista.

Ma l'eventuale “deal” tra Trump e Putin potrebbe essere di corta durata. I due predecessori dell'attuale presidente hanno provato a rilanciare le relazioni tra Usa e Russia, ma invano: George W. Bush nel 2001 quando guardò negli occhi Putin riuscendo a “cogliere la sua anima”, e Barack Obama nel 2009 quando spedì Hillary Clinton a Ginevra consegnare un bottone rosso a Serghei Lavrov per schiacciare il famoso “reset”.

Ma l'idillio tra i due presidenti potrebbe presto degenerare

Secondo alcuni analisti comunitari, la relazione tra Trump e Putin potrebbe presto degenerare, ma con un aggravante rispetto al passato. “Siamo nell'era di Twitter e sul nucleare non ci sono check and balances né negli Stati Uniti né in Russia”, dice la fonte europea: “né Trump né Putin sono avversi al rischio”. La situazione – secondo la fonte – è molto diversa dalla “crisi dei missili  di Cuba, quando non c'era Twitter, alla Casa Bianca c'era un leader razionale, mentre al Cremlino Nikita Kruscěv doveva fare i conti con una leadership sovietica avversa”. Insomma – avverte la fonte – “nel medio periodo un incidente nucleare non può essere escluso”.