C’è un sacerdote in Belgio che accompagna alla “dolce morte” le persone che la desiderano. Si chiama Gabriel Ringlet, ha 73 anni, dice messa in un priorato della campagna vallona, ma è anche teologo, scrittore e professore di giornalismo all’antica Università cattolica di Lovanio, di cui è stato a lungo vicerettore e prorettore. Da sempre interessato ai temi del dialogo e della laicità, ha difeso il matrimonio fra divorziati, celebra liturgie speciali anche per le coppie omosessuali cattoliche ed è fortemente critico sul celibato dei preti e la preclusione del sacerdozio alle donne. Un paio di anni fa ha difeso pubblicamente l’eutanasia, nel suo libro dal titolo francescano “Vous me coucherez nu sur la terre nue”, (letteralmente: “mi stenderete nudo sulla nuda terra”).
In Belgio l’eutanasia è legale da 15 anni, anche se viene concessa soltanto in casi estremi e molto particolari. Ringlet racconta nel libro la storia di una suora in preda ad atroci sofferenze che, pur tormentata dal dubbio spirituale, chiede e ottiene l’eutanasia. Il sacerdote, chiamato dal medico (cattolico) incaricato della sua attuazione, decide di accompagnare la religiosa alla fine della sua vita, e utilizza una serie di riti che rendono il passaggio meno brutale, come ha sempre fatto quando è stato vicino, nella sua vita di sacerdote, ai morenti. Da allora, quando glielo si chiede, continua a farlo. “Cerco di rendere concreto il passaggio spirituale – spiega nel suo sito internet – attraverso cure palliative, carezze, profumi, perché so per esperienza che il corpo, soprattutto quello più ferito, ha bisogno di respiro, di contatto. E posso addirittura parlare di gioia”.
La posizione di Ringlet sull’eutanasia è contrapposta a quella della Chiesa del Belgio, che pure è aperta al dibattito, contraria all’accanimento terapeutico e a favore delle cure palliative per i malati terminali. Lo stesso primate del Belgio, il cardinale Joseph De Kesel, molto vicino a Papa Francesco, ha una posizione di apertura nei confronti del matrimonio fra divorziati, dell’accoglienza degli omosessuali in chiesa, e anche nei confronti dell’Islam; ma non su aborto (che in Belgio è legale dal 1990) ed eutanasia. Quando divenne capo della chiesa belga, poco più di un anno fa, hanno suscitato polemiche le sue dichiarazioni secondo cui un ospedale dovrebbe poter scegliere se praticarli o no.