Domenica 14 maggio, una settimana esatta dopo il suo successo al ballottaggio, Emmanuel Macron arriva all’Eliseo. E' il venticinquesimo inquilino presidenziale da quando, nel 1848, il palazzo venne assegnato al primo presidente della Seconda Repubblica, Luigi Napoleone Bonaparte, futuro Napoleone terzo.
Il palazzo settecentesco del Faubourg Saint Honoré, nell'Ottavo Arrondissement di Parigi, è ora uno dei simboli della République: e se sono lontani gli anni in cui Charles De Gaulle si era fatto installare un contatore separato per pagare di sua tasca i consumi elettrici privati, a Macron, ottavo presidente della Quinta repubblica, toccherà mettere mano al portafoglio pubblico per assicurarne un’adeguata manutenzione.
Servono 100 milioni per rimettere in sesto l'Eliseo
Negli ultimi anni, la crisi economica aveva spinto i predecessori, Nicolas Sarkozy e Francois Hollande, a rinviare i lavori, ma un recente rapporto della Corte dei Conti ha lanciato l’allarme sul “rischio, a forza di rimandare le necessarie operazioni di conservazione del patrimonio immobiliare, che questo si degradi e che i costi necessari al suo recupero ne risultino aumentati”. La stampa francese ha stimato in circa un centinaio di milioni in sette anni i fondi necessari alla manutenzione del palazzo.
Da alcova della Pompadour a simbolo della République
Nei suoi tre secoli di storia, i saloni dell’Eliseo sono stati al centro della vita politica francese e hanno fatto da scenario a innumerevoli episodi e aneddoti storici. Il re Luigi XV lo acquistò per farne la residenza parigina della sua favorita, la marchesa di Pompadour, nel 1753; negli anni della Rivoluzione fu utilizzato come spazio pubblico e luogo di ricreazione, con tanto di spettacoli teatrali e danze. Fu poi acquistato da Murat, che vi risiedette, dopo averlo rimesso in sesto investendovi moltissimo denaro, con la moglie Caroline; ma quando divenne re di Napoli, a vivere all’Eliseo fu il cognato Napoleone, che vi passò anche una parte dei “100 giorni” prima della definitiva sconfitta a Waterloo.
L'aneddoto piccante che indispettiva De Gaulle
Oltre mezzo secolo più tardi, dopo l’imprevista parentesi “imperiale”, durante la quale l’ex presidente poi imperatore Napoleone terzo continuò a risiedervi, l’Eliseo divenne ufficialmente la sede dei presidenti a partire dalla Terza repubblica, nel 1871, ma la legge che ne stabilì lo status di residenza presidenziale data del 1879. Una ventina di anni dopo, all’Eliseo morì, fra le braccia di un’amante, il presidente Felix Faure: l’aneddoto piccante e sconveniente ha avuto un gran successo popolare e ha contribuito all’avversione che, una sessantina di anni e due guerre mondiali dopo, avrebbe contraddistinto il rapporto fra l’anziano e austero generale De Gaulle, primo presidente della Quinta Repubblica, e la residenza di Fauburg Saint Honoré.
Il palazzo non gli piaceva, ma, fallito per motivi economici il progetto di trasferire la presidenza al Chateau di Vincennes, lo adattò alle sue esigenze (fra le altre cose dovette acquistare un letto adeguato ai suoi quasi due metri di altezza) e vi visse con madame De Gaulle, “zia Yvonne” per i francesi, fino all’abbandono del potere, nel 1969.
Il suo successore, Georges Pompidou, muore dopo cinque anni e lascia il posto al “giovane” (48 anni) Valery Giscard d’Estaing, che modernizza i riti e l’arredamento del palazzo prima di lasciarlo, allontanandosi a piedi in Faubourg Saint Honoré, al primo presidente socialista della storia francese, Francois Mitterand, nel 1981. Due settenni piu’ tardi, l’anziano presidente malato accoglie all’Eliseo il suo successore, Jacques Chirac, che ci resterà 12 anni (nel frattempo la durata del mandato presidenziale viene ridotta a 5 anni).
Sarkozy prende moglie all'Eliseo
Nicolas Sarkozy attraversa il cortile d’onore, nel maggio di dieci anni fa, con la moglie Cecilia e i 5 figli, quattro adulti dei precedenti rispettivi matrimoni, e il piccolo Louis: ma pochi mesi dopo il matrimonio finisce ed è proprio all’Eliseo, nel febbraio del 2008, che il presidente sposa Carla Bruni: insieme avranno un bambina, Giulia, tre anni più tardi.
Il passaggio di poteri con il successore Francois Hollande avviene il 15 maggio 2012. Cinque anni dopo, il presidente socialista lascia l’Eliseo in una giornata nuvolosa, dopo aver toccato il minimo della popolarità mai registrata da un presidente, al trentanovenne Emmanuel Macron.
Il passaggio dei poteri è come sempre una cerimonia ad alto valore simbolico: al nuovo presidente vengono trasmessi dal predecessore i segreti di Stato, il primo dei quali èp il codice delle armi nucleari: poi il nuovo inquilino dell’Eliseo accompagna all’uscita il vecchio, e una nuova pagina della storia del Palazzo, e della Francia, viene girata.