C’è un elemento che non viene forse abbastanza considerato nelle analisi italiane sul confronto, più frequentemente definito scontro, fra Roma e Bruxelles sui conti pubblici e il debito italiano. E' un elemento che ha più a che fare con le caratteristiche attribuite agli italiani come popolo che alle cifre del bilancio.
Gli italiani, nell’opinione pubblica internazionale, sono considerati simpatici, allegri, fortunati perchè vivono in un paese bellissimo e ricco di storia e cultura oltre che di meraviglie naturali e di cibo eccellente, ma anche a volte un po’ inaffidabili o “furbetti”, specializzati nell’aggirare abilmente le regole, e anche nelle “sceneggiate”. In altri termini, si pensa che a volte tendiamo a “metterla giù un po’ dura” quando raccontiamo i nostri problemi per ricevere comprensione.
Se è quindi evidente che nessuno potrà mai mettersi a contestare le esigenze di spesa aggiuntiva per far fronte alla tragedia dei terremoti, al ripetersi di questi e all’esigenza di mettere in sicurezza edifici e infrastrutture, c’è però una forma di diffidenza istintiva di fronte alle continue richieste di flessibilità. Letto in questo modo, si capisce anche meglio l’atteggiamento del Commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici.
Quando nei giorni scorsi ha puntualizzato che le spese che saranno affrontate per l’ultimo terremoto sono escluse dal negoziato in corso sul deficit 2017, ha provocato in Italia un’ondata di indignazione: politici e commentatori hanno considerato “irricevibile” una simile affermazione, accusando Bruxelles di insensibilità.
Ma Moscovici, un socialista francese favorevole a una lettura più flessibile delle norme europee sui conti pubblici e al superamento dell’austerità, ha ricordato soprattutto che “la Commissione sarà sempre al fianco dell’Italia” per sostenerla nell’affrontare i terremoti che la colpiscono ma anche che “è il paese che ha maggiormente beneficiato della flessibilità: per le riforme, gli investimenti, la gestione dei migranti e i terremoti”.
In altre parole, ha voluto ricordare che si è già tenuto ampiamente conto delle emergenze in questo specifico negoziato e che le nuove spese saranno considerate in una prossima occasione. In questo modo, da un lato pensava di confermare l’atteggiamento positivo dell’esecutivo comunitario nei confronti delle esigenze del governo italiano; dall’altro pero’ ha anche voluto rassicurare chi, soprattutto al nord, non si fida fino in fondo delle richieste provenienti dal Belpaese.