"Basta comunicare". Come si conversa online e perché valga la pena parlarne (in un blog)

Agi Factory lancia Brand New(s), un blog collettivo che raccoglie le voci di professionisti, studiosi, esperti, manager, protagonisti del mondo della comunicazione, che esplora numeri, tendenze, per  comprendere il mondo della comunicazione

brand storytelling

Non si comunica, si conversa. Non si acquistano prodotti, si sceglie ciò che ci rappresenta. Non si valuta un brand, si preferisce. È il mondo della comunicazione nel mondo liquido di Bauman. Ma anche senza scomodare il pensiero del sociologo polacco, è fuor di dubbio che oggi la comunicazione, le sue tecniche, le sue modalità, i suoi protagonisti non siano più quelli di pochi anni fa. Se per Bauman il mondo liquido è nato con la caduta del muro di Berlino (e così lo scomodiamo di nuovo), per la comunicazione la rivoluzione l’ha innescata il digitale.

Proseguendo con la metafora della rivoluzione - che poi così metafora non è -, conosciamo bene l’ancien régime che è stato spodestato ma conosciamo altrettanto bene il nuovo che avanza? È un mondo in continuo farsi, che cambia ed evolve a una velocità inedita, modifica sé stesso, le sue dinamiche, i suoi protagonisti, i suoi effetti, in un processo ininterrotto di partenogenesi. Un processo che va studiato, approfondito, compreso con altrettanta costanza e continuità. Brand New(s) vuole esser proprio questo: un luogo di approfondimento e conoscenza del nuovo che avanza, di questo ecosistema comunicativo che ha fatto saltare il banco ma continua a dare le carte. 

Cos’è e di cosa parlerà Brand New(s)

Un blog collettivo che raccoglie le voci di professionisti, studiosi, esperti, manager, protagonisti del mondo della comunicazione, che esplora numeri, tendenze, fenomeni, prospettive, scenari, problemi, distopie, per comprendere il mondo della comunicazione, cos’è ora e cosa sarà domani. Un luogo di dibattito e approfondimento aperto a tutti, ideato e gestito dal team di AgiFactory.

Un percorso di conoscenza e approfondimento che parte, però, da alcuni solidi capisaldi. Il digitale, innanzitutto. È stato il detonatore della rivoluzione e ne è combustibile e habitat. Le storie. Tutti abbiamo voglia di ascoltare storie e tutti abbiamo storie da raccontare. La cifra, la grammatica della nuova comunicazione è la narrazione. La disintermediazione e la socializzazione della comunicazione. Tutti dialogano direttamente: aziende, enti, organizzazioni, persone e tutti partecipano, a vario titolo, alla costruzione collettiva della realtà e della sua percezione. Una realtà raccontata, appunto, ma non per questo meno reale nei suoi effetti.

E se, per tornare all’inizio del nostro ragionamento, non si comunica ma si conversa, è necessario, soprattutto per chi abbia necessità di comunicare professionalmente o aziendalmente, costruirle e gestirle, queste conversazioni, creare relazione fra i partecipanti. Se non si acquistano prodotti ma ciò che rappresentano, è necessario costruirne la percezione valoriale, il legame con chi il prodotto lo deve scegliere. Se i brand si preferiscono, sulla base di valutazioni di vicinanza emotiva e accettabilità, questi devono essere in grado di comunicare il loro sistema valoriale, la loro identità, la loro personalità.

Saper raccontare per creare valore

In sintesi tutto questo vuol dire costruire la propria reputazione, ovvero la percezione sociale, il giudizio collettivo di un brand, di un prodotto. Questo è il caposaldo di questo nuovo universo della comunicazione, la montagna emersa dopo lo sconvolgimento tettonico.

Reputazione che si costruisce giorno per giorno, con la capacità di creare valore percepito per gli stakeholders. Valore che si costruisce attraverso il racconto. La capacità di raccontare – e non raccontarsi, che è pura autocelebrazione - vuol dire essere in grado di creare valore informativo, emozionale, pratico, utile, all’interno di una conversazione. In questo contesto è necessario saper raccontare, cogliere gli interessi e le sensibilità di chi ci ascolta, interpretarli e soddisfarli attraverso la costruzione di contenuti narrativi verificati e qualitativi.

Usare tecniche giornalistiche, quindi, in grado cioè di interpretare gli interessi di un pubblico, scavare, trovare e verificare i temi che a questo interessino e trasformarli in narrazione. Iniziamo da qui il dibattito sui nuovi scenari della comunicazione. Iniziamo dalla figura del brand journalist e dal brand journalism, ovvero l’applicazione delle tecniche giornalistiche allo storytelling, alla narrazione aziendale e alla comunicazione in genere. Per noi di AgiFactory è l’architrave del nostro lavoro, il nostro modo di intendere, pensare e gestire questo nuovo universo della comunicazione, per voi?



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