WAR TRASH
di Andrea Marcelloni*
War Trash
Ha Jin
Titolo originale: War Trash
Traduzione di Monica Morzenti
Neri Pozza, 2005
€ 18,00
Roma, 24 gen. - Alcuni anni fa lessi con grande piacere un libro di Ha Jin – pseudonimo di Jin Xuefei, classe 1956 – intitolato “Mica facile trovare un ammazzatigri”. Si trattava di una raccolta di racconti (oggi non più in commercio) molto divertenti che resero la lettura veloce e gradevole. Decisi così di provare a leggere anche un suo romanzo e ne scelsi uno che catturò subito la mia attenzione: aveva la copertina rossa con un bambino in primo piano vestito da soldato ed un titolo quanto mai indicativo: “War Trash”.
Cominciai a leggero di impulso, senza sapere di cosa trattasse, e come spesso accade quando ho tra le mani un libro che mi piace non sono più riuscito a fermarmi. Ma non è stata una lettura allegra e divertente come nel caso precedente: è stata al contrario una lettura dolorosa, forte e intensa, ma non per questo meno bella.
“War Trash” parla di guerra e di una in particolare, la guerra di Corea del 1950-1953, che ancora oggi, a più di 60 anni dalla sua conclusione, condiziona fortemente la politica internazionale mondiale. Che la guerra sia semplicemente “spazzatura” o comunque qualcosa di surreale non sono certo io a scoprirlo, ma leggendo il libro ho avuto la netta sensazione di trovarmi di fronte a qualcosa di realmente irreale.
Ha Jin racconta la storia romanzata di Yu Yuan, un giovane ufficiale dell'Esercito di Liberazione cinese che nel 1951, durante un'incursione in Corea, viene catturato dall'Esercito delle Nazioni Unite e poi rinchiuso in un campo di prigionia americano nell'isola di Koje, dove soldati cinesi comunisti e nazionalisti sono a stretto contatto. Ed è qui che si svolge gran parte del racconto e della “guerra nella guerra”. I nazionalisti, seppur prigionieri, spadroneggiano nel campo e chiunque non voglia ricongiungersi con Taiwan è considerato un comunista o un traditore, ed è vittima di soprusi e torture. Anche i soldati americani torturano i prigionieri, ma mai con la crudeltà dei nazionalisti. Yu Yuan pensava che una volta fatto prigioniero per lui la guerra sarebbe finita, ma in realtà era appena cominciata: una guerra surreale, contro tutto e tutti, una “War trash” dove sopravvivere giorno dopo giorno era l'unico obiettivo immaginabile.
Nonostante la brutalità e la durezza delle scene descritte, il libro racconta in modo straordinario un'esperienza di vita realmente vissuta da migliaia di cinesi che non capivano quello che stava succedendo intorno a loro, e che desideravano solamente tornare a casa dalle loro famiglie.
Il libro (scritto in inglese e pubblicato negli Stati Uniti nel 2004) ha vinto il PEN/Faulkner Award ed è stato finalista del Pulitzer Prize.
Vi aspetto in libreria.
L'autore
Ha Jin, pseudonimo di Jin Xuefei (Liaoning, 1956). Figlio di un ufficiale militare, durante la Rivoluzione Culturale si unisce, come molti giovani, all'Esercito Popolare di Liberazione. Nel 1981 si laurea in lingua inglese all'Università dello Heilongjiang e l'anno successivo in letteratura anglo-americana all'Università dello Shandong. Successivamente agli scontri di Tiananmen del 1989 decide di lasciare la Cina e si trasferisce negli Stati Uniti dove comincia a pubblicare rigorosamente in lingua inglese. Ha scritto tre libri di poesie, cinque raccolte di racconti brevi e cinque romanzi.
Ha vinto numerosi premi letterari, tra cui il National Book Award (1999) ed il PEN/Faulkner per la narrativa (PEN/Faulkner Award for Fiction) nel 2000 e nel 2005. Attualmente è professore alla Boston University, in Massachusetts.
In Italia al momento è possibile trovare: “Pazzia” (2003), War Trash (2005), e “Una vita libera” (2008), tutti editi da Neri Pozza.
*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.
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