Traduzioni a cura di Giovanna Tescione
Roma, 02 mar. – La violenza domestica è reato anche in Cina. Approvata alla sua seconda bozza lo scorso 17 dicembre dal comitato permanente dell'Assemblea Nazionale del popolo (ANP), il 'parlamento cinese', la nuova legge è in vigore da ieri, 1 marzo, ed è la prima nel Paese a dettare i parametri entro cui si individua il reato di violenza domestica con un testo che proibisce ogni forma di violenza, fisica e psicologica. La legge, inoltre, mette in chiaro il concetto di "rischio pubblico" e non di questione privata, come concepita in Cina fino a questo momento, sottolineando che gli abusi in famiglia costituiscono comportamenti illegali che "violano i diritti umani dei membri della famiglia". Fino ad ora l'argomento era stato affrontato solo con dei regolamenti nella Legge sul Matrimonio e nella Legge sulla Protezione dei minori o delle donne.
Un grande passo avanti nella tutela delle donne dagli abusi, che con la nuova legge includerà percosse, limitazioni di ogni genere, privazioni arbitrarie della libertà e abusi e minacce verbali. "La legge segna un grande progresso nel tentativo di sradicare il male e la paura che deriva dalla violenza domestica", ha dichiarato Li Mingshun, professore di legge presso la China Women's University of Beijing. Una legge che mette nero su bianco i ruoli e le responsabilità di ciascuna parte coinvolta, incluso i tribunali, le organizzazioni e gli organi di polizia che ora saranno obbligati ad intervenire immediatamente in caso di denuncia di un abuso, mentre ai tribunali sarà richiesto di procedere agli ordini restrittivi entro 72 ore, 24 per i casi più urgenti.
Ad essere enfatizzata è soprattutto la prevenzione con corsi per la diffusione e la presa di coscienza nei luoghi di lavoro e sessioni di informazione ed educazione negli asili di tutto il Paese per sensibilizzare la società a partire dai più piccoli. "Una misura creativa" che non si era mai vista prima, fa notare Xue Ninglan, ricercatore presso l'Accademia di Scienze sociali cinese. La legge dovrebbe consentire una diminuzione dei casi di violenza e di abuso nei confronti del partner, ma anche un aumento delle denunce. Secondo quanto dichiarato al China Daily da Huang Ermei, giudice presso la Corte Suprema del popolo, sono ancora moltissime le vittime "riluttanti a denunciare, impaurite o incapaci di utilizzare gli strumenti legali per difendere i propri diritti". Una previsione che sembra già realizzarsi con il primo caso di denuncia in virtù della nuova legge avvenuto ieri stesso e già risultato in un ordine cautelare. Secondo il Beijing Morning News, una donna di 60 anni, di cognome Gu, ha infatti denunciato il marito presso il Tribunale di Pechino per violenze subite lo scorso agosto.
Tra il 2008 e il 2014 sono stati solo 5mila i casi di ordini restrittivi in tutto il Paese. Un numero irrisorio rispetto alle cifre reali. Secondo un sondaggio condotto dalla All-China Women's Federation nel 2010, circa il 25% delle donne cinesi subisce o ha subito violenza domestica, con un picco di circa 50mila lamentele ricevute in un anno dalla federazione, mentre una famiglia su tre, secondo i dati della China Law Society, hanno avuto a che fare con un caso di violenza domestica. A subire le violenze sono per lo più le donne, coinvolte per circa il 90% dei casi secondo lo studio, una su quattro all'interno del matrimonio.
Un impegno, quello della tutela delle donne, che il presidente cinese Xi Jinping aveva sottolineato già durante il vertice ONU dello scorso settembre sull'uguaglianza di genere e l'empowerment femminile, quando aveva dichiarato: "dobbiamo sradicare ogni forma di violenza sulle donne, incluso la violenza domestica". Al momento sono 119 i Paesi nel mondo che hanno una legge contro la violenza domestica, con una giornata mondiale istituita per il 25 novembre di ogni anno dalle Nazioni Unite.
02 MARZO 2016
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