UN SINOLOGO FRANCESE DAL CATTIVO CARATTERE

di Lionello Lanciotti
Roma, 23 mar. - Paul Perny (1818-1907) fu così definito nel necrologio redatto da Henry Cordier. Perny, membro delle Missions étrangères di Parigi, partì nel 1847 per la Cina dove esercitò la sua missione fino al 1869.
Tre anni dopo abbandonò la Società delle Missioni. Ebbe noie giudiziarie per due volte. La prima nel 1874 per aver pubblicato un libello diffamatorio contro Léon d'Hervey de Saint-Denys, sinologo del Collège de France. Fu condannato a vari mesi di carcere e ad un'ammenda. Fu di nuovo imprigionato all'epoca della Comune di Parigi (1870) per un suo libro sull'assassinio dell'arcivescovo di Parigi.
Nel 1861 fu autore di un "Vocabularium Latino-Sinicum"; pochi anni dopo di una voluminosa "Grammaire de la Langue Chinoise orale et écrite" (Parigi, Maisonneuve, 1876).
Fu tra i primi a ricordare come il rispetto per la carta scritta era antico in Cina, dove la si raccoglieva per poi bruciarla, e ciò gli ricordava un analogo rispetto da parte di San Francesco d'Assisi.
Si occupò anche di agopuntura e di altre scienze fra cui la botanica, ed una pianta da lui scoperta porta il nome di Ilex Pernyi, come segnalatomi dall'amico Francesco Palmieri.
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