Di Emma Lupano
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Milano, 12 ott. - Fiato sospeso, urla e panico: per i turisti cinesi spesso i brividi sono inclusi nel prezzo delle visite. Brividi autentici, spesso anticamera di vere e proprie tragedie. Durante le vacanze del primo di ottobre, festa nazionale per la fondazione della Repubblica popolare cinese e “settimana d’oro” del turismo nel paese, il tema è diventato particolarmente scottante quando a Yuntaishan, nella provincia dello Henan, un passaggio sospeso realizzato in vetro si è infranto a sole due settimane dall’inaugurazione. Nessun ferito, visto che ad andare in mille pezzi sarebbe stato solo il primo di tre strati, ma abbastanza per generare la preoccupazione dei turisti e ordinare la chiusura al pubblico del sito.
Solo poche ore prima aveva già dato voce a questo tipo di preoccupazioni il commentatore Guo Yuanpeng all’indomani di un ennesimo incidente del genere, verificatosi a Jinan il 2 ottobre. Al parco divertimenti dello zoo della città un gruppo di visitatori è rimasto bloccato per qualche decina di minuti su un ottovolante, costretto a bordo di una carrozza che si è fermata in uno dei punti più elevati del percorso. I turisti sono stati messi in salvo e nessuno è rimasto ferito, ma il caso ha attirato l’attenzione di Guo e il suo commento è stato pubblicato sulla rivista Caijing il 4 ottobre.
“Fortunatamente, in questo caso è stato solo un falso allarme – scrive Guo -. Fortunatamente, è scorso solo un po' di sudore freddo. I turisti che se la sono vista brutta, quando sono scesi a terra hanno detto tutti la stessa cosa: ‘Mai più su un ottovolante!’. Ma ovviamente continueranno ad esserci persone che saliranno su quella giostra e, se il problema non viene risolto, la prossima volta potrebbero non cavarsela con solo un po’ di spavento”.
Il punto, secondo Guo, è che quanto avvenuto a Jinan è solo uno dei tanti incidenti che si verificano regolarmente nelle località turistiche e nei parchi di divertimento della Cina. Come quello accaduto lo stesso giorno, il 2 ottobre, a Xinxianghui, nella provincia dello Henan: “Un velivolo turistico usato per visitare il parco acquatico è precipitato. A bordo c’erano il pilota e due passeggeri. Sebbene i soccorsi siano stati tempestivi, non c’è stato modo di salvarli e tutti e tre sono morti”, scrive Guo. Che chiosa: “Le mete turistiche della Cina sono come un thriller: ci si spaventa ad ogni passo. La domanda è, quanti momenti mozzafiato bisogna che si verifichino prima che la sicurezza venga migliorata?”.
Tornando al caso di Jinan, Guo ragiona sulle cause dell’incidente. “La carrozza si è fermata a metà strada perché è saltata la corrente. Sono cose che possono capitare, ma il rischio corso dalle persone che erano sull’ottovolante si può attribuire soltanto alle macchine?”. La risposta è negativa: “In luoghi particolari, garantire che la fornitura di energia elettrica si costante è un dovere” che riguarda il management di quegli spazi.
“Quando un chirurgo è impegnato in un’operazione delicata, che danni può provocare un improvviso calo della corrente? Alcuni parchi di divertimento in località turistiche sono delicati quanto una sala chirurgica: se la corrente si ferma all'improvviso, ci possono essere conseguenze gravissime”. In questo caso, ragiona Guo, “la fornitura di energia elettrica dipende da una società pubblica. Bisogna allora che regole rigide presiedano alle eventuali interruzioni di fornitura. Se poi si tratta di un macchinario che smette di funzionare, non si può liquidare la cosa facilmente, attribuendo la colpa alla macchina. Qualcuno è responsabile per quel malfunzionamento. Per esempio, quando l'alta stagione turistica si avvicina, bisognerebbe svolgere la manutenzione di tutti i macchinari, per assicurare che siano nella migliore delle condizioni”. Inoltre, continua Guo, sarebbe buona regola “avere un circuito di riserva nei grandi parchi di divertimento, dove non ci si può permettere che la corrente manchi mai”.
A questo punto il commentatore elenca una serie di precedenti incidenti che hanno riguardato località turistiche del paese in tempi recenti. Si va dal “cedimento di una ringhiera sulla costa di una montagna che ha provocato la caduta fatale di alcuni turisti” alla “nave in crociera su un lago che è affondata portandosi dietro i visitatori che erano a bordo”; dalla funivia “scivolata nel vuoto, provocando la morte dei passeggeri”, alla “tigre scappata da una gabbia che ha divorato un bambino”. Queste tragedie, si chiede Guo “sono davvero inevitabili?”.
Per garantire la sicurezza nei luoghi a destinazione turistica bisogna “stringere le maglie del controllo. I dipartimenti che gestiscono i luoghi turistici non possono essere soltanto bigliettai: devono anche fare un buon lavoro di gestione della sicurezza”. La maniera migliore per far sì che questo avvenga, secondo Guo, sarebbe attribuire in anticipo la responsabilità dei possibili rischi a chi si occupa dei siti turistici. “In questo modo, la loro gestione della sicurezza non potrebbe più essere così superficiale”.
12 OTTOBRE 2015
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