TESTO CLASSICO DI MEDICINA INTERNA DEL'IMPERATORE GIALLO
Di Andrea Marcelloni*
Testo classico di medicina interna dell'imperatore giallo Huang Ti Nei Ching Su Wen
Ilza Veith (a cura di)
Titolo originale: Huang Ti Nei Ching Su Wen (Univ. Of California Press, 1949)
Traduzione: Ferro Ledvinka
Edizioni Mediterranee, 2006 (1a ed. 1976)
€ 17,90
Roma,16 ott.- Quando si parla di classici della letteratura cinese si pensa subito a testi come “Il sogno della camera rossa” e “Il Viaggio in occidente” - per citare i due attualmente in commercio in Italia – o a classici della filosofia come il “Zhuangzi” e il “Tao te Ching”.
Esiste però un altro grande classico della letteratura cinese che ha influenzato moltissimi studiosi anche se non si tratta di un romanzo o di un trattato esclusivamente filosofico, ma di un testo di medicina tradizionale. Anzi, per essere più precisi, “il testo” di medicina tradizionale, opera a cui hanno fatto riferimento tutti coloro che, per mestiere o per passione, si sono addentrati in quell'immenso e a volte lontano mondo della medicina tradizionale cinese.
Parlo ovviamente del “Huang Ti Nei Ching Su Wen”, pubblicato in Italia negli anni Settanta da Edizioni Mediterranee con il titolo “Testo classico di medicina interna dell'imperatore giallo” nella traduzione dell'opera pubblicata nel 1949 negli Stati Uniti e curata da Ilza Veith.
Nonostante la comparsa e la diffusione in Cina della medicina occidentale, introdotta nel XVII secolo dai gesuiti e poi sviluppata maggiormente nel corso dei secoli successivi, la medicina tradizionale non ha mai smesso di essere seguita e apprezzata dalla popolazione locale, sia nelle città che nelle campagne, e anzi durante il XX secolo ha avuto un'inattesa nuova diffusione non solo tra i cinesi ma anche in altri paesi asiatici, negli Stati Uniti e in Europa (a partire dalla Francia).
Il “Huang Ti Nei Ching” è considerato il più antico e più importante testo sulla medicina tradizionale cinese e costituisce le fondamenta della medicina ortodossa cinese e giapponese. Si tratta di un'opera composta da circa 44 mila ideogrammi, moltissimi dei quali corrispondono a termini tecnici e medici (tanto che esiste, purtroppo solo in inglese, un dizionario dedicato esclusivamente ai termini presenti nel testo). La leggenda attribuisce la stesura del testo al mitico Huang Ti (l'Imperatore Giallo), il padre fondatore della civiltà cinese. Più che di un semplice testo medico, si tratta di un dialogo tra Huang Ti e il suo ministro Ch'i Po, durante il quale l'imperatore pone delle domande e il ministro risponde molto esaurientemente con dei lunghi discorsi che spaziano anche in altri campi, fornendo alla fine una sorta di trattato di etica generale e di stile di vita.
L'edizione curata da Ilza Veith propone una lunga analisi dell'opera e dei suoi fondamenti filosofici e medici per poi arrivare alla traduzione dell'opera stessa.
Insomma, un testo che può essere letto su vari livelli, anche se non si è esperti di medicina tradizionale, e che offre un ottimo punto di vista per comprendere meglio la filosofia cinese.
Vi aspetto in libreria.
Ilza Veith (1912-2013), nata in Germania, ha insegnato Storia della Medicina all'Università di Chicago (1949-1963) e all'Università della California (1964-1979). E' stata autrice di numerosi saggi e libri sulla storia della medicina, tra cui la traduzione dal cinese del classico dell'Imperatore giallo.Sulla medicina tradizionale cinese esistono moltissime pubblicazioni, tra cui segnalo: “Fondamenti di medicina tradizionale cinese”, di F. Bottalo e R. Brotzu (Xenia 1999) e “Elementi di medicina tradizionale cinese”, di J. Schatz, C. Larre e E. Rochat de la Vallée (Jaca Book 2015).
*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.
16 OTTOBRE 2015
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