Roma, 11 apr. – L'arte e la musica come linguaggio universale, oggi come in passato. È questo il messaggio che vuole lanciare l'Istituto Confucio di Pisa con una serie di eventi sul tema della diffusione e integrazione tra due culture geograficamente e concettualmente lontane.
Il primo di questa serie di eventi si è svolto giovedì 27 marzo sullo sfondo della Chiesa Sant'Anna di Pisa, ex convento, con un concerto dell'Ensemble Alraune dal titolo "Un Violinista in Cina" interamente dedicato alla figura di Teodorico Pedrini. Musicista, sacerdote e missionario, Pedrini ha vissuto in Cina più di trecento anni fa; il concerto ha voluto riscoprirne la sua figura poliedrica come ponte tra due civiltà.
Inviato a Pechino dal Papa in qualità di ambasciatore, Teodorico Pedrini, figura meno conosciuta di Marco Polo e Matteo Ricci, è però stato ugualmente una figura fondamentale nell'integrazione culturale tra Cina e Italia. Il musicista marchigiano originario di Fermo fondò la chiesa cattolica di Xitang e fu nominato musicista di corte dell'imperatore Kangxi, ma entrato in contrasto con i missionari gesuiti di Pechino, fu imprigionato per circa due anni dai gesuiti stessi, per poi esser scarcerato dall'imperatore Yongzheng. Pedrini ha portato nel 1700 la musica occidentale nella lontana Cina e le sue sonate sono le prime composizioni di musica occidentale mai pubblicate in Cina.
Concepito per stimolare il pubblico sul concetto di arte come linguaggio, il concerto, reso possibile grazie anche alla collaborazione tra l'Istituto Confucio di Pisa e l'Associazione Giotto in Musica, riproduce lo spirito originale dell'epoca con alcune delle dodici sonate per violino e basso continuo composto da Pedrini nel periodo di prigionia.
"Un concerto interessante che ha offerto uno spunto di riflessione sulla figura di Pedrini, che già 300 anni fa ha avvicinato due culture geograficamente molto lontane, quella italiana e quella cinese, e che sfida il luogo comune su come dialogare con la Cina" – spiega ad AgiChina Nicola Bellini, Co-Direttore dell'Istituto Confucio di Pisa e docente ed economista presso l'Università Sant'Anna di Pisa.
Ma Pedrini rappresenta un punto di vista particolare nel tema dell'integrazione e contaminazione tra culture diverse. "La musica di Teodorico Pedrini - continua Bellini –per quanto stampata, pubblicata e scritta in gran parte a Pechino, è una musica ostinatamente occidentale, che non entra in compromessi né acustici, né armonici con la Cina". Pedrini diventa quindi "un ponte culturale importante nei confronti della Cina, ma un ponte che ha tenuto ben distinte le due culture e che non ha accettato la contaminazione" - spiega il direttore dell'Istituto Confucio di Pisa.
E la contaminazione, non sempre condivisa nel passato, diventa materia di riflessione che l'Istituto Confucio di Pisa ha intenzione di approfondire con altri eventi musicali e culturali che corrono su questa linea. L'appuntamento il prossimo inverno con un concerto, già proposto a Venezia, con musiche di gesuiti per riscoprire il loro approccio musicale con la Cina. Si va dalle arti figurative, con la mostra realizzata a Montepulciano su Baixi, al festival del cinema che ogni anno si svolge nella città di Pisa.
La Cina all'Istituto Confucio di Pisa viene analizzata anche da un punto di vista economico e delle scienze applicate, con una ricerca della cultura nei temi affrontati dal punto di vista tecnico. "Un esempio ne sono i due workshop in programma quest'anno sulla cultura del vino nel rapporto con la Cina e uno organizzato ad ottobre sul turismo approfondendo le variabili culturali", spiega Bellini che conclude: "La Cina costituisce una grande opportunità per l'Italia che non viene sfruttata fino in fondo anche a causa di una difficoltà del Paese a far squadra. Riuscire a combinare aspetti di tecnologia, di business e di cultura creerebbe spazi di promozione maggiori. È un lavoro più a lungo termine che fanno tutti i grandi Paesi e che noi facciamo con distrazione".
11 aprile 2014
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