Che cos'è Acquaviva?
Acquaviva e' un'azienda italiana nata nel '94 e presente in Cina fin da quando ha aperto. Il nostro core business finora era stata la produzione dei cooler, i distributori d'acqua, e di accessori tessili, ma quest'ultima e' un'attivita' di cui non mi occupo io. In Italia siamo una delle piu' grandi aziende di distribuzione di boccioni d'acqua,e in Cina ci occupiamo di distribuzione di boccioni e bottiglie. Il nostro magazzino, che si trova a Shunyi', conteneva la fabbrica dei cooler che spediamo in Europa: da due anni a questa parte si e' pensato di distribuire l'acqua italiana anche in Cina.
Come viene recepito in Cina un prodotto come l'acqua italiana?
E' stata un'idea vincente. Distribuiamo sia i boccioni, che vengono utilizzati nelle case dai privati, sia le bottiglie, usate nei ristoranti. La distribuzione dei boccioni ha piu' a che vedere col lifestyle, cioe' con la domanda di un'acqua minerale pulita e sicura, e si rivolge soprattutto agli espatriati. Puo' sembrare un business in perdita, a prima vista, perche' si tratta di un prodotto che pesa tanto e ha una rendita minima a bottiglia: ma la Cina e' un paese che soffre tradizionalmente per la mancanza d'acqua e in cui si beve soprattutto acqua purificata. Con la nascita dei ristoranti di qualita' superiore e' aumentata la richiesta di acque minerali: noi offriamo un prodotto di qualita', a un prezzo competitivo rispetto a quello dei grandi marchi presenti in Cina. I privati, invece, ci cercano perche' anche qui e' cresciuta l'attenzione verso prodotti organici e biologici. Risultato: Pechino i nostri clienti, sia privati che esercizi, sono in crescita; e puntiamo ad allargarci a Qingdao e Shanghai.
Cosa consigli a un italiano che vuole investire in Cina?
Acquaviva e' nata grazie alla collaborazione tra un italiano e un partner cinese che aveva vissuto a lungo in Italia: un partner cinese affidabile e' fondamentale e la riuscita di un'impresa, specialmente all'inizio, dipende al 70-80 per cento da lui. L'alternativa e' la ricerca di una societa' di consulenza veramente in gamba o un'esperienza pregressa in Cina, che ovviamente significa anche una conoscenza approfondita della lingua. Inoltre non si deve pensare alla Cina come a un Eldorado: sono necessari investimenti il cui ritorno si vedra' solo nel medio-lungo periodo.
Come viene recepito un prodotto italiano nel settore alimentare?
L'11% degli acquirenti dei nostri boccioni e' cinese, ed e' in crescita; il resto sono espatriati. L'Italia ha,come e' facile immaginarsi, un'ottima immagine sul fronte della moda e anche del cibo, ma anche nell'alimentare si tratta soprattutto di status symbol, almeno per ora. Per noi e' molto difficile spiegare perche' la nostra acqua costa otto volte in piu' di un boccione cinese, quindi va fatto un grosso lavoro d'immagine per fare passare questo messaggio. Pero' vedo che pian piano i prodotti italiani piacciono, e in questo siamo molto aiutati da cinesi che sono vissuti in Italia. La classe media cinese, per via dei costi, al momento non puo' ancora avvicinarsi a questi prodotti. Ma quando potra' farlo, sara' un mercato eccezionale.