Presidente della cinese Zoomlion, leader mondiale nel settore dei macchinari per l'edilizia.
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Presidente della cinese Zoomlion, leader mondiale nel settore dei macchinari per l'edilizia.

Presidente della cinese Zoomlion, leader mondiale nel settore dei macchinari per l'edilizia.

Zhan Chunxin
Presidente della cinese Zoomlion, leader mondiale nel settore dei macchinari per l'edilizia.

Roma, 04 feb. - Zhan Chunxin, ex professore universitario e oggi imprenditore, è presidente della cinese Zoomlion, leader mondiale nel settore dei macchinari per l'edilizia. Appena una settimana fa Zhan è stato insignito dal Comitato Leonardo - associazione nata per promuovere il Made in Italy nel mondo - del premio Leonardo International. Motivo del riconoscimento: nel settembre 2008 la Zoomlion ha rilevato l'italiana Cifa dando vita a quella che viene considerata la più grande acquisizione effettuata in Italia da una compagnia cinese (alla cordata ha partecipato il Fondo Mandarin).  Zhan ha ricevuto il premio dal presidente Giorgio Napolitano in occasione di una cerimonia al Quirinale.

 

Nel 2008, Zoomlion ha acquisito la società italiana CIFA, leader nel calcestruzzi, per oltre 500 milioni di euro. Cosa ha comportato questa fusione? E' stato necessario apportare modifiche all'interno delle due società?

 

La gestione aziendale non ha subito trasformazioni, ma abbiamo ripianificato la nostra strategia globale. Dopo la fusione tra Cifa e la nostra azienda, che si operava per lo più della produzione degli impianti per calcestruzzo, è nata una nuova società integrata che si occupa di International management. In questo modo possiamo gestire insieme le questioni dell'acquisto dei materiali e dei servizi ai clienti nei vari mercati. Utilizzando la stessa tecnologia, la produzione potrà essere realizzata in entrambi i Paesi. Per garantire inoltre la vendita diretta dei prodotti di Cifa sul mercato cinese, abbiamo costituito in Cina una nuova fabbrica che si occupa esclusivamente dell'assemblaggio dei componenti necessari dell'azienda italiana. 

 

Perché avete scelto di investire in Italia? Avete altri piani di acquisto simili per i prossimi anni?

 

Ad attirarci non è stata tanto l'Italia quanto Cifa stessa, che avremmo scelto anche se non fosse stata italiana. Al momento dell'acquisizione la società era al terzo posto al mondo nel settore dei macchinari per il calcestruzzo, mentre noi eravamo al quinto. L'acquisizione di Cifa quindi rientrava perfettamente nella nostra strategia di sviluppo. La fusione ci ha dato la possibilità di imporci come leader mondiale nel settore.  Siamo comunque sempre interessati a effettuare altre acquisizioni. Dal 2003 ad oggi Zoomlion ha acquistato nove società, alcune in Cina, altre all'estero. In tutti i casi, a prescindere che fossero imprese private o statali, società cinesi oppure straniere, non abbiamo mai fallito.

 

L'acquisto di Cifa rappresenta un esempio per le altre imprese cinesi che vogliono espandersi all'estero?

 

Le società cinesi hanno ancora timore di svilupparsi all'estero e in generale tutti ritengono che le imprese che si spostano fuori non abbiano possibilità di successo. È per questo che, dopo l'acquisto di Cifa, i nostri titoli in borsa sono scesi improvvisamente. Ora, visto il nostro successo, gli investitori si sono già fatti un'idea diversa. Per far funzionare queste operazioni occorrono sempre i mezzi adeguati.

 

Quali sono gli obiettivi di sviluppo più importanti per Zoomlion?

 

Posso dirle che ci siamo riproposti di entrare nella top-five delle società più forti al mondo visto che al momento siamo nella top-ten. Per il resto, dal momento che siamo una società quotata sul mercato, non è opportuno svelare altro.

Durante i colloqui Cina-Usa della scorsa settimana, gli USA hanno chiesto a Hu Jintao un accesso più facilitato al mercato cinese per le società americane. Secondo quella che è la Sua esperienza, può raccontarci com'è stato per Zoomlion entrare nel mercato statunitense? E invece sul mercato europeo?

 

Non ci sono state sostanziali differenze. Forse ce ne sarebbero state se avessimo voluto fare il nostro ingresso sui mercati di Paesi emergenti come Brasile e India. Siamo entrati nel mercato americano solo tre anni fa, e lo stesso vale per quello europeo, perciò è ancora presto per trarre impressioni rilevanti. Per quanto riguarda gli Usa ci siamo focalizzati sugli scambi commerciali e, sebbene abbiamo sul territorio statunitense un piccolo stabilimento, non abbiamo ancora fatto grandi investimenti.
Nel momento in cui si decide di investire all'estero, se da una parte bisogna tener presente le politiche del luogo, dall'altra la cosa più importante è capire se ci sono progetti su cui vale la pena lavorare. Le faccio un esempio: nessuna impresa andrebbe mai in un posto molto lontano senza alcun tipo di risorsa, anche se il governo locale attuasse delle politiche favorevoli; se invece altrove ci fossero dei buoni progetti da sviluppare, seppure a costi elevati, allora noi saremmo i primi a muoversi.

 

Profitti a parte, quali pensa che saranno gli effetti della cosiddetta "Go Global policy" sulle imprese cinesi?

 

Moltissime società cinesi hanno già i requisiti per l'internazionalizzazione, grazie all'ottimo trend di crescita dell'economia cinese, che ha assicurato uno sviluppo più rapido a tutta una serie di imprese, accorciando così la distanza che le separava dai Paesi sviluppati. Se le imprese cinesi vogliono continuare a crescere hanno bisogno di "andare fuori" (Go Global). Se ci fermiamo tutti in Cina, prima o poi lo spazio per crescere sarà inevitabilmente limitato. Inoltre, il "Go Global" delle imprese è vantaggioso per il Paese. Perché, se è vero che le imprese commerciali sono il motore trainante, ciò che rappresentano è l'immagine della Cina. Possono diffondere la conoscenza della Cina all'estero, senza che questa si fermi solo all'immagine del cinese che gestisce ristoranti. Noi siamo venuti a investire in Italia e siamo in grado di far sì che Cifa non faccia tagli del personale, manteniamo lo staff originario e garantiamo una cooperazione conveniente per entrambe le parti. Per questo la Go Global policy è estremamente vantaggiosa non soltanto per l'imprese ma anche per il Paese.

 

Si legge su alcuni giornali che una delle caratteristiche principali di Zoomlion è contare sulle persone, ci può spiegare meglio?

 

"Contare sulle persone" è per Zoomlion di primaria importanza. Ritengo che sia fondamentale assumersi delle responsabilità nei confronti dei dipendenti. Anche nei momenti più difficili come quelli causati dalla crisi economica, noi abbiamo sempre assicurato che la nostra società non avrebbe mai effettuato tagli al personale. E' importante per noi garantire ai nostri dipendenti tranquillità nello svolgimento del loro lavoro, perché loro stessi si sono assunti delle responsabilità nei nostri confronti. Fa parte della cultura della nostra azienda ed è l'unico modo per mantenere una stretta coesione interna.

 

di Wang Jing

 

Traduzione dal cinese a cura di Miriam Castorina e Sonia Montrella.

 

© Riproduzione riservata

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