Shanghai, 20 lug. - Il Laboratorio "The making of" collocato al primo piano del Padiglione Italia reclama gli artigiani di Salvatore Ferragamo che ne erano stati gli apripista. Dal 1 al 15 maggio avevate esposto due esemplari tipici del design Ferragamo, la Zeppa multicolore in formato gigante e la composizione caleidoscopica di scarpe Vara. Riproporrete il medesimo format o questa volta porterete degli altri modelli?
L'Expo Universale di Shanghai è un momento chiave nello sviluppo della città di Shanghai e della Cina, e Ferragamo – che da sempre sostiene le manifestazioni di promozione del Made in Italy e del Sistema Italia (in passato abbiamo partecipato a "Italia in Giappone 2001", alla Primavera Italiana 2007 e all'Autunno Italiano 2009) – voleva partecipare e assistere in prima fila a questo momento storico. Il Padiglione italiano all'Expo di Shanghai 2010 rappresenta un'occasione unica per promuovere l'Italia e le sue produzioni: dai primissimi giorni di inaugurazione è risultato infatti essere tra i padiglioni più visitati. La Salvatore Ferragamo ha avuto l'onore di inaugurare il Laboratorio "The making of" dedicato alle "Eccellenze Italiane" e con estremo nostro piacere ha ricevuto nuovamente l'invito dal Padiglione Italiano ad esser presente dal 21 al 31 luglio. Il laboratorio "The making of" è nell'area gestita da La Triennale di Milano e dedicata al design italiano per cui abbiamo voluto mettere in evidenza l'abilità dei nostri artigiani nell'arte di creare una scarpa, inserendoli accanto a due simboli iconici e fortissimi del design Ferragamo: la Zeppa multicolore, creata da mio padre per l'attrice americana Judy Garland nel 1938, in formato gigante, e una composizione caleidoscopica di scarpe Vara, creata da mia sorella Fiamma nel 1978.
Quali riscontri avete raccolto da parte del pubblico cinese nelle due settimane in cui siete stati protagonisti all'Expo?
Per i nostri 3 tecnici inviati a Shanghai è stata un'esperienza incredibile ed emozionante: enorme successo di pubblico e di stampa.
Tra la Cina e Ferragamo – e forse ancora di più tra Shanghai e Ferragamo – vi è un rapporto datato nel tempo. Nel 1994 l'apertura del primo negozio avvenne proprio qui a Shanghai, presso lo Shanghai Maison Mode, e nel 2008 la vostra azienda scelse di festeggiare il suo ottantesimo anniversario di attività con un appuntamento di eccezione nella "Parigi d'Oriente". Quale significato ha per il vostro brand la partecipazione all'Expo di Shanghai, un momento chiave nello sviluppo della città e dell'intera Cina? Avete già varcato le porte della Città Proibita, del Museo di Arte Contemporanea di Shanghai (MoCA) e del Parco Expo. Se doveste scegliere un'altra location per un importante evento, dove lo fareste?
Ho infatti ricordi molto vividi del mio primo viaggio a Shanghai: abbiamo aperto il primo negozio a Shanghai Maison Mode nel 1994 grazie all'intuito visionario di mio fratello Leonardo ed intorno a me vi erano solo biciclette e abiti grigi. Da allora ho visitato la Cina almeno una volta l'anno e ho sempre scoperto incredibili trasformazioni. Mi piace inoltre la vitalità e la cultura antica e profonda del Paese. Come Ferragamo siamo così legati alla città, alla sua atmosfera vivace e in continua evoluzione, che nel 2008 l'abbiamo scelta per festeggiare gli Ottant'anni dell'Azienda. Lo abbiamo voluto come omaggio a ciò che la Cina rappresenta oggi come Paese e Shanghai come metropoli del futuro, ricordando lo spirito pionieristico di mio padre che negli anni '50 si recò in Asia e la cui visione geniale precorreva sempre i tempi. Per rispondere alla sua seconda domanda, probabilmente se devo scegliere una nuova location di un evento in Cina, mi piacerebbe immaginarlo a Pechino al Palazzo d'Estate, appena restaurato per le Olimpiadi, come omaggio alla cultura cinese.
Salvatore Ferragamo vanta oggi circa quaranta negozi nel territorio della Cina continentale, ai quali si devono aggiungere i punti vendita a Hong Kong e a Taiwan. Avete già abbondantemente penetrato anche le città di seconda e terza fascia. Quali i piani di sviluppo per il prossimo futuro?
Abbiamo appena inaugurato a fine aprile il flagship di Shanghai presso l'International Financial Center, che con i suoi circa 650 mq, è oggi il più grande negozio in Asia. In Cina abbiamo quindi 40 negozi in 28 città, alcune città di seconda e terza fascia. I nostri progetti futuri prevedono di aprire 7-8 nuovi punti vendita nei prossimi 2-3 anni.
La vostra azienda racconta una storia di grande artigianalità italiana e, al contempo, si caratterizza per essere un brand che da sempre ha fatto innovazione. Tradizione, passione, competenza, qualità e innovazione, dicevamo. Cos'altro c'è dietro il vostro brand?
La Salvatore Ferragamo è made in Italy: valore che mio padre intuì già nel 1927 quando decise di spostare la produzione dall'America in Italia ed elesse Firenze sua città per quello che rappresentava in termini di capacità artigianale. Innovazione: grazie ai 369 brevetti – ritrovati all'Archivio di Stato a Roma – abbiamo scoperto che mio padre è l'inventore della zeppa, del fiosso e di altre introduzioni tecniche e stilistiche incredibili. Profondo legame con il mondo del cinema e dell'arte: fu mio padre ad inventare agli inizi degli anni '20 il product placement creando scarpe per attori e attrici del nascente cinema di Hollywood e fu ancora mio padre ad intuire il legame tra arte e moda in termini di forza comunicativa, quando richiese la collaborazione di artisti quali Lucio Venna.
Salvatore Ferragamo come il "calzolaio delle stelle". Quali star ad occhi a mandorla calzano i vostri modelli?
Per quanto riguarda le celebrities devo dirle che abbiamo diverse amiche del brand in Cina da Zhang Ziyi a Tony Leung, presenti entrambi all'inaugurazione della nostra mostra "Evolving Legend" al MOCA di Shanghai nel 2008, da Chi-Ling Lin a Zhang Jingchu a Fan Bingbing. Fan Bingbing ha partecipato di recente anche al Festival di Cannes mentre Maggie Q era presente all'inaugurazione della mostra "Greta Garbo. Il mistero dello stile" organizzata dalla Ferragamo a Milano, La Triennale lo scorso 27 febbraio.
Ma oltre alle star, anche moltissime cinesi acquistano le vostre ballerine e i vostri decolleté. Dopo il prodotto, la favola. Che messaggio e quali emozioni trasmette il vostro brand?
Una nostra scarpa o un nostro prodotto in genere ispira un immaginario preciso, quello di poter indossare l'unicità di un sogno fatto di qualità artigianale e innovazione progettuale, un sogno capace di risvegliare memorie della grande stagione di Hollywood e di avvicinare all'esclusività del prodotto artistico. Per citare mio padre nella sua autobiografia: "Non vi è limite alla bellezza, né grado di saturazione per l'immaginazione creativa; così come infinita è la varietà dei materiali che un calzolaio può impiegare per decorare i suoi modelli in modo che ogni donna calzi come una principessa ed una principessa come una regina di fiabe" (Shoemaker of dreams, 1957 London).
Infine, come ultima domanda, un giudizio personale nella sua veste di imprenditore. Dalla sua prima volta in Cina a oggi: come è cambiato il Paese e come crede si svilupperà in futuro?
La Cina è immensamente cambiata, da un mondo che forse si era fermato è arrivata ad essere oggi una grande realtà, allineata a tutto il resto del mondo economicamente più evoluto, e sono sicuro che sorpasserà molti Paesi che sono partiti prima di loro.
di Giulia Ziggiotti
© Riproduzione riservata