Che cos'è Anic, com'è nata e quali obiettivi si prefigge?
Nel 2003 per motivi di studio e di lavoro mi sono trasferito in Australia: l'Australia è stato il primo paese non asiatico a ottenere l'autorizzazione come meta turistica per i cinesi, grazie all'accordo ADS-Cina, stipulato nel 1997 e entrato in vigore nel 1999 . Questa autorizzazione, insieme alla sensibilità degli australiani al Customer Service, ha creato i presupposti per un elevato sviluppo dell'incoming cinese. Durante la mia permanenza ho assistito allo sviluppo dei flussi turistici cinesi in Australia e ho iniziato molte ricerche che hanno evidenziato una grossa opportunità di business per gli operatori italiani, ma anche una notevole carenza strutturale del sistema ricettivo italiano: mi riferisco alla difficoltà e ai tempi di rilascio dei visti, alla mancanza di collegamenti aerei diretti e ad una sostanziale differenza tra l'aspettativa dell'operatore/turista cinese e l'offerta degli operatori italiani. Al mio rientro ho assistito a convegni e seminari con tante parole che evidenziavano le problematiche, ma ai quali poi non seguivano i fatti; di conseguenza ho riunito un piccolo gruppo di persone per costituire l'associazione. L' Associazione Nazionale Incoming Cinese è nata nel 2008 con l'obiettivo di sollecitare gli organismi preposti a risolvere le problematiche legate a visti e collegamenti, e per sostenere gli operatori italiani nell'approccio al mercato cinese.
I turisti cinesi che si recano al di fuori delle RAS di Hong Kong e Macao sono ancora una minoranza, ma secondo le proiezioni elaborate dall'Organizzazione Mondiale per il Turismo potrebbero esplodere entro il 2020. Condivide questa previsione? Esistono proiezioni simili per l'Italia?
Credo che l'esplosione sia già iniziata, in quanto nel 2008 sono stati 45mln i turisti cinesi che si sono recati all'estero e le previsioni per il 2020 parlano di 100mln. Si tratta solo di attendere che i turisti cinesi, dopo aver visitato Hong Kong e Macao e le zone più vicine alla Cina, decidano di visitare l'Europa, che risulta essere il continente favorito dopo l'Asia. Ma le previsioni per l'Italia - per quanto possano essere buone- saranno sempre inferiori a quelle di Francia e Germania se non vengono incrementati i collegamenti aerei (anche se, secondo i dati ufficiali, l'Italia risulta aver superato
Avete organizzato dei corsi per aggiornare gli operatori turistici italiani sul mercato cinese: quali sono le caratteristiche di cui il settore turistico italiano è privo per attirare i visitatori cinesi?
I collegamenti aerei diretti, principalmente. Qualcosa si sta muovendo, ma è necessario accelerare il passo. Il secondo problema è da sempre legato ai visti. Vengono rilasciati con più difficoltà rispetto ai nostri paesi europei diretti concorrenti come Francia e Germania. Inoltre i tempi di attesa sono più lunghi. Da qualche tempo, però, l'intervento delle rappresentanze consolari in Cina sta facendo la differenza e le cose stanno migliorando notevolmente: durante il nostro incontro del marzo 2008 al Consolato D'Italia a Shanghai con il Console Massimo Roscigno e nell'aprile 2009 all'Ambasciata D'Italia a Pechino con S.E. Ambasciatore Riccardo Sessa, abbiamo avuto modo di apprendere i grossi miglioramenti nelle procedure di rilascio dei visti.
Secondo una relazione della China Tourism Academy, il 52% dei turisti cinesi ottiene informazioni per viaggiare tramite internet, ma il nostro paese è ancora privo di un sito capace di fornire informazioni complete in mandarino. AgiChina24 ha chiesto ripetutamente informazioni in merito ai gestori del portale del Ministero per il Turismo www.italia.it , ma senza risposta. L'Anic sta tentando qualcosa in questo senso?
La mia azienda, "Tourism in Italy", ha realizzato il portale www.chinesetourisminitaly.cn, che al momento conta quasi 100 operatori italiani aderenti. Nell'aprile di quest'anno il portale è stato presentato ad oltre 80 operatori cinesi presso
* Questa intervista è stata realizzata grazie al prezioso contributo di www.chinarancia.com/