Sta facendo discutere in questi giorni la pubblicazione del rapporto della camera di Commercio Europea in Cina (EUCCC) “China Manufacturing 2025. Putting Industrial policy Ahead of Market Forces” . Il documento è stato descritto dalla maggior parte della stampa internazionale come un attacco diretto al piano cinese di modernizzazione di alcune delle industrie più significative dell’alta tecnologia a danno degli interessi del mondo degli affari straniero e in particolare europeo.
Il rapporto va tuttavia analizzato con attenzione e la EUCCC cerca di dare una lettura obiettiva circa la strategia messa in atto dal governo cinese, evidenziandone lati positivi ma anche mettendo in guardia le imprese europee circa i rischi che un tale programma potrebbe significare per il loro futuro.
Buone le politiche di apertura
La EUCCC è una convinta sostenitrice delle politiche di apertura che il gruppo più vicino al Presidente Xi Jinping sta elaborando e realizzando. Esse partono tutte dalla necessità di fare progredire il sistema industriale e produttivo del paese lasciando alle forze del mercato la decisione della strada da intraprendere verso la modernizzazione e l’innovazione. Ciò significa colpire le industrie che hanno contribuito ad aggravare il fenomeno della sovraccapacità, spostare risorse economiche e umane verso nuovi programmi, lasciare più spazio all’imprenditoria privata consentendole di avere accesso agli stessi strumenti fino ad ora messi a disposizione quasi esclusivamente delle società di stato.
Parità di trattamento per aziende cinesi e straniere
E’ per questo che il rapporto prende come riferimento il recente documento pubblicato dal Consiglio di Stato nel quale si evidenzia l’impegno a promuovere maggiore apertura e utilizzo degli investimenti stranieri, così come dà ampio risalto ai contenuti del discorso pronunciato dal Presidente Xi a Davos. In entrambi i casi viene sottolineato l’impegno cinese a riconoscere una parità di trattamento per le società cinesi ad investimento straniero. Già in precedenza alti rappresentanti di governo si erano espressi in tal senso senza tuttavia che poi fosse trovato effettivo riscontro nei fatti. E’ per tale motivo che nel corso degli anni è cresciuto il senso di frustrazione tra le imprese e il linguaggio retorico viene accolto con un certo grado di diffidenza.
Il salto di qualità, la trappola del reddito medio
Non aiutano nemmeno, secondo il rapporto, alcuni fenomeni a sostegno del China Manufacturing 2025, quali:
- scarso accesso a programmi di ricerca e sviluppo
- scorciatoie tecnologiche attraverso la violazione della proprietà intellettuale
- forzato trasferimento di tecnologia e sussidi
- costituzione di fondi ad hoc, consolidamento delle aziende di stato
Ciò ha ricadute negative non solo sulle società europee, ma anche su quelle domestiche di natura privata. L’oggetto del contendere non è di impedire alla Cina il legittimo salto di qualità che le consentirebbe tra l’altro di non rimanere imbrigliata nella “trappola del reddito medio”, né quello di ostacolarla nel guadagnare fette di mercato domestico e internazionale una volta acquisito il bagaglio di conoscenza tecnologica necessaria in alcuni dei settori su cui punta ad innovarsi (veicoli a nuove energie, prodotti medicali, robotica, etc.). La sfida è quella di avere il coraggio di lasciare al mondo dell’industria e degli affari la strada da percorrere al fine di raggiungere tale obiettivo, evitando che il supporto iniquo garantito da una politica top-down origini fenomeni già vissuti da questo paese in termini di spreco delle risorse messe a disposizione, difficoltà a raggiungere segmenti di alta qualità, duplicazione dei prodotti e soprattutto ulteriore sovraccapacità (ciò che sta per esempio gradualmente accadendo nel settore dei semiconduttori).
L'economia rallenta ma è in salute
L’economia cinese rallenta ma mostra tuttora segni di grande salute, la proiezione di aumento del PIL si mantiene su percentuali di sostenibilità, le riserve di valuta rimangono elevate. C’è pertanto lo spazio per un coinvolgimento nel programma del China Manufacturing 2025 delle imprese europee leader nei principali settori indicati dal piano. Per la EUCCC esse devono tuttavia non soltanto sfruttare le opportunità offerte dal breve e medio termine, ma anche porre l’attenzione sul mantenimento della distanza tecnologica, attraverso continui investimenti nella ricerca e nello sviluppo.
Solo una maggiore consapevolezza da parte delle autorità cinesi dell’importanza di una interazione da parte dell’industria straniera ai suoi programmi, e una reale trasparenza degli strumenti messi a disposizione dalle autorità per il salto tecnologico cinese consentiranno di superare le diffidenze e portare tangibili benefici a tutti gli attori di questa straordinaria partita.