NAVE AFFONDA A NANTONG, DUBBI SULLA QUALITA' DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI

NAVE AFFONDA A NANTONG, DUBBI SULLA QUALITA' DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI

Milano, 27 gen. - Il 14 gennaio, nel porto di Nantong, nella provincia del Jiangsu, una nave in costruzione si è inclinata e arenata, dopo avere imbarcato acqua durante un test di navigazione. Proprietaria della nave, del valore di 740 milioni di renminbi, è la compagnia statale China Oilfield Services Ltd, che ne aveva affidato la costruzione alla società, anch'esse di proprietà pubblica, Wuchang Shipbuilding Industry Co. Ltd.

«Il 17 gennaio - riporta il quotidiano Xin Jing Bao - la società ha riferito di avere investito circa 740 milioni nella nave e che l'incidente è avvenuto perché la nave ha imbarcato acqua nella parte inferiore. Poiché si trattava di una prova, l'incidente non ha causato problemi ambientali».

Pochi giorni dopo, il 19 gennaio, il freelance Bi Xiaozhe, in un editoriale pubblicato sul Zhongguo Qingnian Bao, parla dell'incidente mettendo in dubbio la bontà del bando di gara con cui è stato assegnato l'appalto per la costruzione della nave e affermando il diritto dei cittadini di sapere come e perché vengono spesi i loro soldi di contribuenti. 

«L'affondare di una nave nuova di zecca, costata 740 milioni, non implica soltanto una perdita enorme per i proprietari, che dovranno sostenere anche i costi per recuperare e rimettere in sesto l'imbarcazione. È infatti probabile - scrive Bi - che l'incidente abbia ora ricadute negative anche sull'intera industria navale nazionale».

Il riferimento è alla competizione con la Corea del Sud per il dominio nel settore navale a livello internazionale: un incidente del genere, ragiona il commentatore, non può certo rappresentare una buona pubblicità per i costruttori cinesi, già messi sotto pressione dalla concorrenza dei vicini di casa.

La preoccupazione principale di Bi, però, risiede nel fatto che a rimetterci, alla fine, sono i contribuenti. «Le perdite [dovute all'incidente] non sono piccole. Stando alle notizie disponibili, la responsabilità dell'incidente è della Wuchang Shipbuilding Industry, e sono già iniziate le procedure per la richiesta dei danni all'assicurazione. In ogni caso, che la responsabilità dei danni ricada sulla China Oilfield Services o sulla Wuchang Shipbuilding Industry non fa differenza, visto che entrambe fanno capo a società statali: le perdite andranno comunque a ricadere sui contribuenti».

Se si costruisce una nave del valore di 740 milioni di renminbi, «ci si aspetterebbe che l'attenzione nella progettazione, il rigore nella costruzione e la solidità tecnologica fossero ben al di sopra del comune. Ma se basta un test di navigazione per affondare la nave, è normale che la gente metta in discussione il modo in cui è stata realizzata».

E che metta in dubbio anche la legittimità dell'assegnazione dell'incarico, tramite bando di gara, alla Wuchang Shipbuilding Industry: «Com'è che la Wuchang ha vinto la gara? O come può un'azienda valida aver compiuto errori tali da portare a un incidente del genere?».

Secondo Bi, non solo la Wuchang dovrebbe fornire ampi dettagli sulle modalità di costruzione della nave, ma anche la China Oilfield dovrebbe spiegare alla gente come ha gestito la selezione dell'appaltatore. «La gente - conclude Bi - ha tutti i motivi per domandare chiarezza in questo incidente».

La gestione degli investimenti pubblici è al centro delle preoccupazioni di un altro editoriale, uscito il giorno seguente, firmato dall'opinionista Ye Tan. Dalle pagine del Xin Jing Bao, l'autore, specializzato in temi economici, fa affermazioni preoccupanti: «La ricchezza della Cina si dissiperà presto». Una delle ragioni, scrive Ye, starebbe proprio nel «calo di efficacia dei progetti in cui investe il governo».

La situazione, secondo il commentatore, è chiara: «Il divario tra ricchi e poveri è diventato troppo ampio in passato, così che l'80 per cento della ricchezza è in mano al 10 per cento delle famiglie. Questo fa sì che "manchi la legna per accendere il fuoco"»: troppo pochi possono permettersi di investire in imprese e attività di alto livello.

Invece, «la nostra ricchezza nazionale si concentra soprattutto nei dipartimenti governativi», afferma Ye. «Le entrate del governo sono troppo elevate. Secondo l'Università Qinghua, dal 2004 al 2009 i depositi dei cittadini sono aumentati di 5 punti percentuali, quelli del governo di 20 punti percentuali. E anche il rendimento dei depositi dei dipartimenti del governo è aumentato altrettanto». Questo, per Ye significa che, dal punto di vista degli investimenti, «come in passato, oggi il governo è ancora il principale protagonista del mercato» e, perciò, «al momento l'efficacia dei progetti di investimento governativi e la produttività delle imprese statali rappresentano quello che possiamo aspettarci dallo sviluppo economico futuro della Cina».

Vista la qualità degli investimenti pubblici, ragiona Ye, c'è poco da stare allegri.

di Emma Lupano

 

Emma Lupano, giornalista professionista e dottore di ricerca sui media cinesi, cura per AgiChina24 una rassegna stampa bisettimanale volta a cogliere pareri autorevoli di opinionisti cinesi in merito a temi che si ritengono di particolare interesse per i nostri lettori

 

 

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