Pechino, 18 feb. - Mentre la spesa del consumatore nei Paesi colpiti dalla recente crisi finanziaria si concentra sui beni necessari, le grandi multinazionali della distribuzione al dettaglio e del lusso continuano ad investire in Cina. Secondo recenti studi il mercato dei beni di consumo e beni di lusso - quali abiti, accessori, orologi, cosmetici e liquori -, grazie anche ai pesanti incentivi statali, è in costante crescita.
Alcuni dei brands più famosi, si pensi ad esempio all'italiano Zegna, sono presenti in Cina fin dai primi anni Novanta, ma il mercato interno è lontano dall'essere saturo. Non esistono infatti ancora veri e propri brands di lusso cinesi – ad eccezione forse di Shanghai Tang e LaVie – e il consumatore cinese ha appena cominciato a conoscere e a distinguere i marchi internazionali del lusso. C'e' pertanto ancora spazio sia per 'creare' nuovi marchi sia per fidelizzare il consumatore a quelli già affermati nel mercato internazionale, e per guardare anche al mercato delle città della seconda e della terza fascia (lontano dalle zone costiere di maggiore sviluppo).
Il sistema legale cinese a partire dagli inizia degli anni Duemila si è velocemente adeguato alle nuove necessità della distribuzione al pubblico, con la revisione e l'aggiornamento delle leggi sui marchi, l'apertura – anche a seguito dell'entrata nel WTO – dell'investimento straniero al settore della distribuzione all'ingrosso ed al dettaglio, e la normative che regola il franchising. L'investitore straniero oggi può costituire società ad intero capitale estero, che gestiscono direttamente negozi oppure reti di distributori e franchisees. Le strutture di vendita al pubblico si sono ben presto aggiornate, sviluppando forme di collaborazione diverse con i marchi internazionali, che spaziano da semplici accordi di locazione di uno spazio commerciale ai cosiddetti 'consignment agreements', in base ai quali il centro commerciale - in cambio di una percentuale sulle vendite - fornisce lo spazio, il personale per la gestione del negozio e delle vendite, l'amministrazione e la fatturazione,
Sia che si affronti il mercato direttamente sia nel caso di accordi di distribuzione e di franchising, ed ancor più per le licenze di produzione, è fondamentale dotarsi di una protezione adeguata in relazione ai marchi – in caratteri cinesi ed in alfabeto latino – che si intendono utilizzare, mediante registrazioni internazionali e locali, e contratti che garantiscano la possibilità di esercitare un controllo efficace sulle quantità prodotte e vendute, e sull'immagine del prodotto.
La contraffazione in Cina è sicuramente un problema di vaste proporzioni, legato soprattutto alle difficoltà di applicazione della legge, che spesso si scontra con l'inerzia o la connivenza dei funzionari locali, o con le difficoltà di coordinare azioni in zone diverse del Paese. Tuttavia, anche il consumatore di beni di lusso ed il produttore di beni con marchi locali stanno prendendo coscienza della distinzione e delle diversità tra prodotto originale e prodotto falso, e delle necessità di avere garanzia della genuinità del prodotto, anche mediante l'applicazione delle leggi da parte delle amministrazioni preposte.
Sara Marchetta
Sara Marchetta si è laureata in Lingua e Cultura cinese presso l'Università Ca'foscari di Venezia nel 1994, e successivamente ha frequentato un corso avanzato di giurisprudenza presso la Facoltà di Legge dell'Università di Pechino (1994-98). Nel 2002 si è inoltre laureata in Legge presso l'Università di Parma ed è attualmente membro del Bar Association di Piacenza. Dal 1997 al 2008 ha lavorato per Birindelli e Associati come managing partner dello studio di Pechino. Oggi Sara Marchetta è senior associate dello Studio Legale Chiomenti a Pechino. Diritto aziendale è la sua area di competenza. Madrelingua italiana, parla fluentemente inglese e cinese mandarino.
La rubrica "La parola all'esperto" ha un aggiornamento settimanale e ospita gli interventi di professionisti ed esperti italiani e cinesi che si alternano proponendo temi di approfondimento nelle varie aree di competenza, dall'economia alla finanza, dal diritto alla politica internazionale, dalla cultura a costume&società. Sara Marchetta cura per AgiChina24 la rubrica di Diritto.