LIUTAIA DOPO LA PASSIONE PER IL VIOLINO
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LIUTAIA DOPO LA PASSIONE PER IL VIOLINO
Dalla Cina all'Italia nel segno della passione per la musica classica: è la storia di Su Qi, che dopo la passione per il violino si è trasferita nel nostro paese per studiare i segreti dell'arte della liuteria. Dopo anni di attività, nonostante la giovane età, Su Qi ha già vinto diversi premi internazionali.

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Quando ha iniziato a suonare il violino e come ha deciso di studiare liuteria?
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È tutto cominciato perché da bambina ero troppo vivace, e gli insegnanti consigliarono ai miei genitori di avviarmi a un'attività formativa. Vidi in tv una ragazza che suonava il violino e mi appassionai al suono, chiesi allora ai miei genitori di poterlo studiare: avevo 6 anni. A 9 anni superai l'esame d'ammissione al Conservatorio di Shanghai: mia madre scelse allora di trasferirsi con me e lasciò il lavoro per tre anni. E' stato molto faticoso: studiavo musica almeno 4-5 ore al giorno, più tutte le altre materie. Avvertivo parecchia pressione, ma è stata un'esperienza utile a capire che la competizione inizia fin da piccoli. Molte persone non hanno questo spirito di competizione, non hanno questa voglia di rialzarsi dopo che hanno sbagliato: io probabilmente avevo un carattere forte fin da bambina, e il Conservatorio in seguito mi ha formato moltissimo. Anche l'idea di studiare liuteria è stata abbastanza casuale: dopo Shanghai sono passata al Conservatorio di Pechino – dove ho frequentato gli ultimi anni delle superiori – e mi sono diplomata come violinista: una carriera che avrei voluto proseguire anche all'università ma un tutor mi informò che quell'anno stavano per partire le selezioni per la sezione liuteria, che all'epoca erano molto restrittive perché si svolgevano solo ogni quattro anni. Ho trovato la proposta  affascinante e, superato un altro esame, e sono stata ammessa all'università a specializzarmi in liuteria, un corso che prevedeva anche degli esami di orchestra. A 23 anni, terminati gli studi, sono partita per Cremona.

Perché ha deciso di venire a studiare in Italia?

Nel 2000 in Cina venne inaugurata una mostra sui violini: ho avuto l'opportunità di vedere molti strumenti famosi e ho deciso che sarei andata a studiare nella città dove ci sono i liutai più abili del mondo: Cremona. Iniziai perciò un corso intensivo di italiano della durata di tre mesi, e continuai a studiare anche per i due anni successivi. Devo ammettere che all'inizio ho trovato un po' di difficoltà con la lingua. Arrivata a Cremona, sostenni l'esame per entrare nella scuola che mi ha dato una formazione di base:  principalmente imparare a usare l'attrezzatura. Lo stile, invece, si affina fuori, dopo la scuola, quando si va alla ricerca di un maestro famoso. Conoscevo il nome del maestro Francesco Bissolotti già quando ero in Cina, ma non avrei mai immaginato di diventare sua allieva. E' stato molto generoso e mi sento in debito nei suoi confronti per tutto quello che mi ha insegnato.

Com'è stata la sua esperienza a Cremona e in Italia?

Mi trovo bene, i cremonesi sono riservati, ma gentili e disponibili. Sono però rimasta un po' sorpresa dal fatto che molti di loro non siano consapevoli di quanto sia importante la loro città per la storia della musica e di quanta attrazione eserciti ancora oggi sui liutai di tutto il mondo. Il primo anno ci si incontrava con persone provenienti da tutto il mondo, per cene o feste, ed erano delle ottime occasioni sia per migliorare l'italiano che per parlare dell'arte della liuteria: non esiste un ambiente del genere in tutto il mondo, penso sia unico. Sì, posso dire di trovarmi bene in Italia.

Che premi ha vinto?

Nel 2008 mi sono classificata prima al Concorso Nazionale di Liuteria della città di Pisogne, sul Lago d'Iseo, con un violoncello, e ho vinto la medaglia d'argento con una viola. Al primo concorso qui in Cina, quest'anno, sono entrata in finale. Mi piacciono le competizioni, ma nello stesso tempo cerco di non dargli troppa importanza: nelle gare entrano in gioco criteri soggettivi.

Com'e' il mercato cinese per la vostra arte?

Nonostante il mercato cinese si sia appena aperto a questo settore, le prospettive sono buone, in particolare per quanto riguarda gli strumenti moderni. A parte pochissimi collezionisti, infatti, nessuno può permettersi strumenti d'antiquariato. Inoltre, i cinesi sono ancora legati all'idea dello strumento costruito in fabbrica che costa poco, e sono poco abituati a pensare allo strumento d'artigianato. Attualmente, comunque, questo settore sta crescendo, ovviamente anche grazie alle dimensioni del mercato cinese. Ritengo si tratti di una buona notizia, soprattutto per l'Italia.

di Antonio Talia
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