Dal 1950 al '53 il conflitto coreano costò la vita a quasi 3 milioni di persone. In tre anni, sulla Nord Corea furono sganciate più bombe di tutto il teatro bellico del Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra queste vi erano anche 32mila tonnellate di Napalm, che massacrarono il 20% della popolazione, legittimando la propaganda anti-imperialista di Pyongyang. Un aneddoto definito la "parte più dimenticata della guerra dimenticata” da tutti, ma non dai coreani. Un epilogo dalle conseguenze umanitarie e politiche drammaticamente attuali.
"La guerra dimenticata"
La Guerra di Corea fu uno di quei rari casi in cui la storia non la scrissero i vincitori, ma piuttosto i vinti. Apostrofata informalmente come “la guerra dimenticata” o “la guerra sconosciuta”, tra il 1950 e il 53 causò oltre 2,8 milioni di vittime, vedendo gli eserciti comunisti di Russia, Nord Corea e Cina impedire la liberazione di Pyongyang da parte di un alleanza di oltre 20 potenze occidentali capitanate dagli Usa.
La nazione incompresa
Ben pochi parlano di cosa accadde in quei tre anni, delle terribili atrocità e crimini di guerra. Tutti hanno però chiara l'immagine di un leader “pazzo e grasso” dall'acconciatura discutibile che odia l'occidente ed è pronto a scatenare la Terza Guerra Mondiale, facendo del mondo un incubo orwelliano. Non che questo sia da escludere, ma come scritto da Max Fisher su Vox nel 2015, “Forse nessuna nazione al mondo è incompresa dagli Americani come la Nord Corea”. Lo stesso vale per noi Europei. Ora è vero che la propaganda di Pyongyang contro l'Occidente è spesso fondata su false notizie e viene strumentalizzata allo scopo di sostenere un apparato militare esagerato per una nazione tanto in difficoltà. E' anche vero però, che la narrazione sulle cause della guerra all'imperialismo occidentale è più attendibile nelle scuole Coreane che in quelle Europee e Americane.
Cosa accadde durante il conflitto
Nei primi anni 50 gli Usa hanno gettato più bombe sulla Nord Corea che su tutto il teatro di guerra del Pacifico, il quale coinvolse il Sud Est Asiatico e il Giappone di Hiroshima e Nagasaki. Il corrispettivo comprendeva anche 32mila tonnellate di Napalm che hanno deliberatamente colpito obiettivi militari e civili innocenti, distruggendo intere città.
Per il giornalista Blaine Harden, i bombardamenti furono senza dubbio “la parte più dimenticata della guerra dimenticata” e costituiscono “un crimine di guerra” per cui nessuno è mai stato processato. In tre anni il 20% della popolazione è stata massacrata. “Gli Usa hanno colpito qualsiasi cosa si muovesse in Nord Corea, ogni mattone impilato su di un altro. Verso la fine del conflitto, non avendo più centri urbani su cui puntare, i bombardieri americani hanno distrutto le centrali idroelettriche e le dighe, allagando i campi e i raccolti” portando migliaia di civili a morire di fame. Questo non è mai stato dimenticato dai nordcoreani.
Il regime sorge dalle macerie
Gli storici dibattono su come i bombardamenti abbiano agevolato o meno la nascita del regime. Tuttavia, anche se la propaganda anti-americana era già presente prima del conflitto, l'intervento degli Usa ha creato le condizioni perfette per la ricostruzione della famiglia Kim e la realizzazione del proprio oppressivo stato Bunker. Come scritto da Myers, autore di The Cleanest Race, uno tra i più grandi studi sulle prospettive Nordcoreane, “la distruzione delle città originali da parte delle bombe americane ha permesso al regime di ridisegnarle dalle macerie, come un grande, continuo e legittimo lavoro di propaganda”.
Il bombardamento di Pyongyang
Tali conseguenze politiche e umanitarie sono evidenti anche dall'allerta diplomatica che il ministro degli Esteri nordcoreano comunicò alle Nazioni Unite nel 1951. Il 3 gennaio alle 10.30 del mattino, un'armata di 82 di corazzieri ha consegnato il proprio carico di morte sulla città di Pyonyang. Centinaia di tonnellate di bombe e ordigni incendiari sono stati sganciati simultaneamente sulla città, causando fuochi annichilenti. Allo scopo di prevenire l'estinzione dei fuochi, i barbari trans-atlantici hanno bombardato la città ad intervalli continui durante l'arco di tutta la giornata, rendendo impossibile l'uscita in strada delle persone. L'intera città sta ora bruciando, ricoperta dalle fiamme, da due giorni. In due giorni 7.812 case civili sono andate distrutte. Gli americani erano coscienti del fatto che a Pyongyang non fossero rimasti altri obiettivi militari. Il numero di abitanti di Pyongyang uccisi dalle bombe, bruciati vivi e soffocati dal fumo è incalcolabile. Dato che nessun calcolo è possibile. Circa 50mila abitanti restano ora nella città, la quale prima della guerra contava una popolazione di 500mila abitanti.
Il pericolo arriva da Washington
Oggi Trump punta il suo mirino sulla Corea del Nord, la tensione cresce, l'Europa si fa da parte e l'unica potenza in grado di poter mediare sembra essere la Cina. Conoscere questa storia non fermerà certo i progressi nucleari dei nordcoreani, ma ci fa sicuramente rendere conto di quanto sconsiderate e temibili siano state e siano tutt'ora le azioni americane nella penisola orientale. A tal punto da comprendere come uno dei maggiori pericoli per il futuro dell'umanità, arrivi da Washington prima ancora che dai sistemi missilistici tutt'ora fallimentari di Pyongyang. In difesa della democrazia, l'invenzione degli armamenti nucleari in Iraq costò la vita di oltre un milione di civili innocenti. Mentre in Libia, dopo la liberazione dal dittatore Gheddafi, ha riaperto il mercato degli schiavi. Questa storia non serve a riflettere sulla propaganda nordcoreana, ma sulla nostra.