Di Giovanni Pisacane
(Managing Partner GWA - Greatway Advisory)
Shanghai, 20 giug. - E' giunto il momento di votare. Il 23 giugno 2016, gli elettori britannici decideranno se la Nazione lascerà l'Unione Europea. "Non sarebbe una scelta saggia per il Regno Unito"; "La Cina..confida nel fatto che il Regno Unito, quale importante membro dell'UE, possa giocare un ruolo ancora piú positivo e costruttivo nel promuovere il crescente sviluppo dei legami Cina-UE"; "Il Regno Unito continuerebbe ad essere una economia grande e sviluppata ampiamente in grado di intrattenere rapporti commerciali con il resto del mondo, inclusa la Cina"; "Devo ancora trovare un investitore cinese a favore della Brexit": queste sono solo alcune delle opinioni espresse da importanti politici, esperti e uomini d'affari che stanno prendendo parte al dibattito sulla Brexit da una prospettiva "cinese".
Quello che sembra essere chiaro é che questo voto porta con sé molteplici e profonde implicazioni politiche ed economiche per molti Paesi UE ed extra UE, inclusa la Cina. Oggi la Cina, quale seconda piú grande economia mondiale, gioca un ruolo fondamentale ed influente nell'economia globale e considera il Regno Unito, uno dei suoi migliori partner commerciali, non solo un membro dell'UE ma anche una "porta d'accesso" all'Europa.Infatti, il Regno Unito fa parte di quei paesi concordi nel concedere alla Cina il cosiddetto status di "economia di mercato" nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e tale forte sostegno dimostra il ruolo significativo e costruttivo ricoperto dal Regno Unito nell'UE dal punto di vista della Cina. La Brexit potrebbe voler significare la perdita di un importante alleato della Cina nell'UE. A ciò si aggiunga che il Regno Unito è stato il primo grande paese occidentale ad aderire all'Asian Infrastructure Investment Bank in qualità di membro fondatore, esercitando la propria influenza sia sullo sviluppo dell'istituzione finanziaria internazionale sia sulla decisione di diversi altri stati europei (come la Germania, la Francia e l'Italia) di aderire all'istituzione seguendo il suo esempio. Inoltre, una volta uscito dall'UE, il Regno Unito non potrá né vendere beni a qualsivoglia cliente dell'UE senza che questo paghi delle tasse né importare da qualsiasi parte dell'UE senza incorrere in tariffe.
Alla stregua di ciò, quello che sembra certo è che dopo la Brexit, il Regno Unito non sarà più in grado di consentire alle imprese cinesi operanti nel Paese un accesso al mercato europeo alle medesime favorevoli condizioni. Il Regno Unito potrebbe impiegare anni per rinegoziare accordi con paesi UE ed extra UE, inclusa la Cina, per giunta a condizioni meno favorevoli rispetto a quelle applicabili nell'ambito dell'UE. Pertanto, la separazione dal mercato unico europeo potrebbe creare degli ostacoli tra la Cina e il Regno Unito che, ad oggi, costituisce il principale mercato di destinazione degli investimenti per le imprese cinesi tra i membri dell'UE.
L'uscita del Regno Unito dai 28 Paesi dell'UE potrebbe scoraggiare gli investitori cinesi e incoraggiare le societá cinesi a prendere in considerazione di spostare i propri headquarters in altri paesi. Analizzata dalla prospettiva opposta, secondo alcuni la Brexit costituirebbe una importante opportunità per la Cina e per il Regno Unito di negoziare propri accordi bilaterali. Coloro i quali sostengono favorevolmente la Brexit ricordano che la societá a controllo statale ChemChina ha recentemente acquistato il colosso svizzero dell'agrochimica Syngenta per 43 miliardi di dollari – si è trattato della più grande acquisizione all'estero mai effettuata da una società cinese - e la Svizzera non è un membro dell'UE. Questo vuol dire che la Cina è anche pronta a guardare e in grado di investire fuori dall'UE. In ogni caso, il Referendum sulla Brexit è alle porte, staremo a vedere.