L'ANIMA DELLA CINA
di Andrea Marcelloni*
L'anima della Cina
Richard Wilhelm
Titolo originale: Die Seele Chinas
Curatela: Anna Ruchat
Ibis, 2014
€ 17,00
Roma, 07 mar. - Questa mattina, mentre aprivo uno dei pacchi che giornalmente arrivano dai vari distributori, ho trovato una piacevole sorpresa. E' stato infatti ripubblicato dalla casa editrice Ibis un libro molto interessante che avevo letto solamente in piccole parti e mi ero riproposto di leggere tante volte ma che non ero mai riuscito a finire. Si tratta di “L'anima della Cina”, di Richard Wilhelm.
Richard Wilhelm, nato a Stoccarda nel 1873 e morto a causa di una malattia tropicale nel 1930 a soli 57 anni, è considerato uno dei massimi sinologi di lingua tedesca. Dopo aver studiato teologia ed essere diventato pastore protestante, nel 1899 partì come missionario per la Cina. Fino al 1922 visse ed operò come parroco e pedagogo nella colonia tedesca di Qingdao, dove imparò anche la lingua cinese, e dal 1922 al 1924 (dopo un breve rientro in patria) lavorò a Pechino come consulente scientifico della delegazione tedesca e come insegnante di filosofia occidentale presso l'Università della capitale. Nel 1924 rientrò in Germania, dove ottenne la cattedra di sinologia presso l'Università di Francoforte (e dove fondò anche il China Institut).
Una vita intensa e, per alcuni aspetti, simile a quella di un altro importante sinologo del XX secolo, Joseph Needham, anch'egli partito in giovane età per la Cina (ma più tardi di Wilhelm) e tornato estremamente cambiato e “conquistato” dal Regno di Mezzo. Certo il paragone potrebbe far sobbalzare qualcuno sulla propria sedia, non dimentichiamoci che Needham, oltre ad essere inglese, era un praticante dell'amore libero nonché un fervido sostenitore della causa comunista mentre Wilhelm era un teologo, un uomo di chiesa. Tuttavia non mancano anche i punti in comune tra i due, in primis il viaggio in Cina e, soprattutto, l'impatto che la Cina e la cultura cinese hanno avuto su di loro. Entrambi rimasero ammirati dal popolo cinese e dalla loro cultura millenaria, e studiandone la lingua appresero moltissime cose che poi riproposero in Europa, modificando radicalmente quella concezione eurocentrica della cultura cinese che era pressoché diffusa nel nostro continente già da diversi secoli.
Wilhelm addirittura si ritirò sempre più dall'attività missionaria per concentrarsi sulla sinologia. Vedeva l'attività apostolica in modo sempre più critico. Una volta scrisse: “Per me è un conforto, che come missionario io non abbia convertito neppure un cinese”.
“L'anima della Cina” racconta l'esperienza cinese di Wilhelm, ma non deve essere letta come una semplice biografia o come un libro di viaggio. E' molto di più. L'autore si sofferma su tanti argomenti e racconta tutto quello che vide durante il suo viaggio. Ci descrive le case, le strade e le persone di Qingdao, ci riferisce di come ha studiato il cinese:“allora non esistevano insegnanti preparati. Si pagava un maestro di campagna cinese oppure uno scrivano malandato, lo si piazzava davanti al libro di testo e lo si faceva leggere, ripetendo dopo di lui”. Ci racconta la storia della Cina che lui visse in prima persona, dalle sommosse popolari di fine '800 alle riforme avviate dall'imperatrice vedova Cixi, dalla nascita della Repubblica nel 1912 fino alla sua esperienza Pechinese del 1922. Wilhelm racconta un popolo, una società in tumulto ed in trasformazione e ne descrive – a mio avviso molto bene – gli umori, le paure e le necessità.
Vi aspetto in libreria.
L'autore
Richard Wilhelm (1873-1930), è stato un orientalista, teologo e missionario tedesco. Ha vissuto 25 anni in Cina ed è considerato uno dei massimi sinologi tedeschi.
Ha tradotto diversi classici dal cinese al tedesco, in particolar modo l'Yi Jing, la cui versione è stata al centro di un forte dibattito: ritenuta obsoleta e priva di qualsiasi riferimento al Taoismo da alcuni sinologi, per altri (tra cui Carl Jung) era invece considerata utilissima per la comprensione in occidente del testo. In Italia oltre a “L'anima della Cina” è possibile trovare il saggio “Il segreto del fiore d'oro. Un libro di vita cinese”, scritto con Carl G. Jung (Bollati Boringhieri, 2001).
*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.
07 marzo 2014
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