Traduzioni a cura di Giovanna Tescione
Roma, 30 giu. – La popolazione cinese scenderà a 1 miliardo entro la fine del secolo. A parlare è la professoressa Zheng, esperta di demografia presso l'Accademia di Scienze Sociali, secondo cui nonostante la totale eliminazione della politica del figlio unico, che per anni ha limitato le nascite permettendo solo un figlio per coppia, "l'invecchiamento della popolazione sarebbe ormai inevitabile e il calo della popolazione cinese è ormai certo". "Entro la fine del secolo - spiega l'esperta allo Caixin, quotidiano economico-finanziario online - si ritornerà ai livelli degli anni '80 con una popolazione di circa miliardo di persone".Intervenuta al Summer Davos Forum 2016 'Cambiamenti nella società cinese' che si è tenuto a Tianjin, la dottoressa ha sottolineato come "negli ultimi 10 anni la Cina abbia mantenuto un tasso di natalità piuttosto basso, una tendenza che non è unicamente frutto delle politiche di controllo delle nascite, ma piuttosto da ricondursi alle scelte delle coppie"."Anche con un secondo figlio, il significato politico del cambiamento è maggiore di quello attribuito dalla popolazione; allo stesso tempo, la tendenza all'invecchiamento della popolazione cinese è irreversibile e questo porterà la popolazione a diminuire". Secondo i dati del quinto censimento del 2000, sottolinea l'articolo dello Caixin, il tasso di natalità era di 1.22 figli a coppia, un numero sceso a 1.18 nel 2010 con il sesto censimento. In realtà, solo con un tasso di natalità a 2.1 si può raggiungere una certa stabilità della popolazione con il giusto "livello di sostituzione".
"A partire dal 2013 – continua poi l'esperta come riportato dallo Caixin - da quando cioè si è cominciato ad allentare la politica del figlio unico, il governo si è subito reso conto della mancanza di effetti evidenti sull'aumento del tasso di natalità né sulla società e che si poteva passare allo step successivo con la totale eliminazione della politica ".Poi qualche proposta. "Per affrontare il problema della riduzione dei giovani cinesi e la tendenza all'invecchiamento - continua Zheng - è necessario posticipare i pensionamenti. "L'ultima modifica al sistema previdenziale risale agli anni '50, ma all'epoca l'aspettativa di vita della popolazione cinese era di 53 anni. Oggi l'aspettativa è di 74", commenta Zheng. "In più oggi l'età lavorativa è aumentata e se il tempo dedicato al lavoro fosse troppo breve, sarebbe uno spreco di risorse umane". Ma poi aggiunge: "È di fondamentale importanza le modalità con cui si procederà a posticiperà l'età pensionabile, un cambiamento in tutto il sistema necessità di un'attenzione totale"."È vero che molte donne che superano la cinquantina spesso vanno a ballare e fanno attività fisica, ma è anche verso che spesso devono aiutare i giovani ad accudire i propri figli e spesso accudire anche gli anziani". Aumentare l'età pensionabile per queste persone avrebbe ripercussioni su una serie di altre persone e sull'intera società. È un tema molto delicato e complesso e bisogna ben ponderare chi va a lavorare e chi invece resta ad accudire gli anziani".
30 GIUGNO 2016
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