GIAPPONE: RISCHI IMMEDIATI PER LA CINA?
Roma, 18 mar. - Nelle ultime ore in Cina si sono registrati episodi di panico in seguito alle esplosioni della centrale nucleare giapponese di Fukushima. Il rischio di contaminazione immediato in Cina è reale?
Il rischio per la Cina al momento è molto basso. Basti pensare che in Giappone i livelli di radioattività, almeno fino a questa mattina, non sembravano andare fuori il raggio d'azione della centrale di Fukushima, laddove a Tokyo la presenza di agenti contaminanti non si era attestata a livelli allarmanti. Il Giappone è riuscito finora a contenere i danni, benché i guasti ai sistemi di raffreddamento dei 4 reattori incriminati siano molto seri. Fino ad ora non si è verificata alcuna esplosione severa che possa determinare un input di materiale radioattivo nella parte alta dell'atmosfera; eventualità, quest'ultima, che renderebbe concreto il rischio di agenti contaminati trasportati dalle correnti atmosferiche per lunghe distanze fino a colpire zone limitrofe per diverse centinaia di chilometri.
La soluzione di chiudere i reattori in un sarcofago di cemento armato e di seppellirli è davvero impossibile?
E' un'operazione abbastanza difficile che fu adottata nell'impianto di Chernobyl nel 1986 tamponando l'impatto negativo dell'incidente nucleare. Nel caso di Fukushima, la scarsa agibilità dell'impianto dettata dagli alti livelli di radioattività potrebbe compromettere l'operazione e mettere a repentaglio l'incolumità dei 150 operai giapponesi che hanno deciso di sacrificare le loro vite per alzare il livello dell'acqua nelle vasche dove viene conservato il combustile nucleare.
Le radiazioni a quali livelli devono arrivare per diventare nocivi?
Diverse centinaia di volte superiori al livello consentito. Per quello che ho potuto apprendere dagli organi di stampa, al di fuori del raggio di 50km dalla centrale la situazione dovrebbe essere sotto controllo. Il monitoraggio della concentrazione di cesio 137 sarà indispensabile per elaborare una sentenza finale. Il problema a livello di impianto si avrà se non si riuscirà a domare la temperatura del nocciolo del reattore. La cosa che non mi torna è come mai abbiano avuto problemi a pompare acqua nel reattore.
Perché non le torna?
Non mi torna il fatto che abbiano le pompe d'emergenza bloccate: il sistema di sicurezza per la refrigerazione dei reattori sembra essere andato in tilt con relativa facilità. In un sistema di sicurezza efficiente, se una pompa va fuori uso, entra in funzione quella di emergenza, e così via. Nella peggiore delle ipotesi, gli elicotteri militari avrebbero potuto trasportare pompe nuove con un sistema di imbracatura al fine di installarle in prossimità dell'impianto. Ovviamente, non conoscendo le specificità locali né i danni che i reattori possono aver subito in seguito al terremoto e allo tsunami, si possono solo avanzare delle ipotesi.
Da più parti si teme che le autorità giapponesi non ce la stiano raccontando tutta. Il premier Kan ha dichiarato che "al pubblico è stato divulgato tutto. Abbiamo condiviso quel che sappiamo con la comunità internazionale". A sua avviso è fondata la preoccupazione che le informazioni fornite dal governo non siano attendibili?
A mio avviso la preoccupazione è fondata. Basti pensare che lo stesso governo giapponese non è poi così sicuro che la società privata che gestisce l'impianto nucleare di Fukushima – secondo quanto riportato dagli organi di stampa italiani - abbia detto le cose come stanno. Lo stesso premier giapponese ha espresso le sue perplessità sul fatto che le informazioni pervenute non fossero complete e adeguate alla realtà dei fatti.
Nel peggiore degli scenari, cosa deve avvenire nelle prossime ore per far scattare l'allarme a Pechino o a Shanghai?
L'incidente più grave è l'esplosione dell'impianto con la fuoriuscita di grosse quantità di materiale radioattivo in atmosfera; una esplosione severa che possa spingere il materiale radioattivo ad un'altezza considerevole in atmosfera - a qualche migliaia di metri - ed essere trascinato dalle correnti atmosferiche per lunghe distanze. Se è vero che il materiale radioattivo viene diluito durante il trasporto, non possiamo dimenticare che l'area di impatto del materiale emesso è molto più ampio e può quindi contaminare paesi limitrofi al Giappone. Il rischio di diffusione di una nube tossica a quel punto dipenderà da diversi fattori, tra cui l'altezza a cui viene immesso il materiale che determinerà l'area d'impatto e le condizioni meteorologiche prevalenti che spingeranno il materiale a est piuttosto che ovest. Se invece l'emissione è limitata localmente, con gittate non molte alte di qualche centinaia di metri, le ricadute sono locali.
L'aria e le acque marittime cinesi "non corrono rischi immediati di contaminazione" ma ieri la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Jiang Yu ha chiesto alle autorità nipponiche di condividere le informazioni sulla crisi "in maniera tempestiva e precisa". Possiamo fidarci invece delle autorità cinesi?
Non ho elementi per affermare che le autorità cinesi possano omettere o meno la verità. Al di là delle speculazioni, a rigor di logica credo che rispetto a un incidente di questo tipo, i cinesi abbiano tutto l'interesse a fornire informazioni attendibili, anche alla luce del fatto che l'incidente non è stato provocato da loro e non possono quindi sentirsi sulla graticola degli imputati.
I supermercati di numerose città cinesi hanno esaurito ieri le scorte di sale in seguito all'onda di panico che si è diffusa dalla provincia costiera dello Zhejiang in altre zone. Il sale addizionato di iodo è utile o no per prevenire le radiazioni?
E' utile se assunto con moderazione e dopo aver consultato il proprio medico. Viene utilizzato normalmente per limitare l'assorbimento dei nuclidi nell'organismo. Ma, come accade per qualsiasi medicinale, se assunto in quantità esagerate può provocare l'effetto opposto.
Se avesse in questo momento un figlio a Shanghai, lo farebbe rientrare?
Al momento, no. La situazione non è ancora precipitata.
di Alessandra Spalletta
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