FIGLI UNICI
di Andrea Marcelloni*
Figli unici. Letteratura, società e ideologia nella Cina contemporanea
Marco Fumian
Cafoscarina, 2012
€ 20,00
Roma, 30 gen. - Diciamoci la verità: quando parliamo di letteratura cinese pensiamo subito a classici come “Il sogno della camera rossa” o “Viaggio in occidente” (più noto come “Lo Scimmiotto”), ai grandi maestri della prima metà del Novecento, come Lu Xun o Guo Moruo, oppure a scrittori più contemporanei e famosissimi in tutto il mondo, da Mo Yan a Yu Hua, per non citare tutti quelli che, lasciata la Cina, hanno cominciato a scrivere in altre lingue, Gao Xingjian in primis.
Per fortuna la letteratura cinese offre moltissimi altri autori ed autrici, soprattutto delle nuove generazioni, anche se non sempre sono tradotti in altre lingue o conosciuti al di fuori dei confini del proprio paese. Un interessante studio su un particolare fenomeno legato alle nuove generazioni di scrittori cinesi è “Figli Unici”, realizzato dal sinologo Marco Fumian e pubblicato nel 2012 da Cafoscarina.
Il testo analizza il fenomeno dei balinghou, letteralmente “Post-Ottanta”, termine oggi molto diffuso in Cina per indicare la generazione dei figli unici, ossia dei ragazzi nati dopo l'avvio della pianificazione delle nascite voluta fortemente da Deng Xiaoping alla fine degli anni Settanta. Il termine balinghou, tuttavia, è apparso per la prima volta in ambito letterario per indicare alcuni scrittori giovanissimi che tra la fine degli anni Novanta ed i primi anni del nuovo secolo hanno originato un nuovo e popolarissimo fenomeno socio-culturale, ottenendo naturalmente anche un grande successo commerciale. Tra questi scrittori, il più conosciuto è sicuramente Han Han, blogger, produttore, musicista e autore, noto soprattutto per aver pubblicato un romanzo satirico contro il sistema educativo cinese (San chong men, “Le tre porte”, edito anche in Italia da Metropoli d'Asia e recensito su questa rubrica nel 2013).
Un fenomeno commerciale e sociale allo stesso tempo che tuttavia non comprende tutti i nati in Cina a partire dagli anni Ottanta ma, come ci dice lo stesso autore nell'introduzione, “riguarda essenzialmente un gruppo sociale importante ma ristretto: si tratta di figli unici, posizionati dentro la sfera, o in prossimità, del ceto medio urbano, che cercano di esprimere le proprie istanze nella società cinese dominata dal socialismo di mercato.” Obiettivo principale del saggio, dunque, “è capire come i gruppi emergenti, nella fattispecie i balinghou, riescano ad esprimere con le loro rappresentazioni culturali delle istanze che, seppur influenzate dai valori dell'ideologia dominante, risultino comunque per molti aspetti autonome, peculiari, o addirittura alternative, se non critiche, a essa”.
Un movimento che dalla letteratura si è rapidissimamente esteso anche ad altre forme artistiche e che oggi non può non essere preso in considerazione sia dai critici sostenitori della letteratura “pura”, sia dalle autorità governative.
Il testo è fornito di un'ampia bibliografia e di un glossario dei termini cinesi.
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L'autore
Marco Fumian, sinologo, ha ottenuto il dottorato di ricerca in Lingue, Culture e Società dell'Asia Orientale presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e ha svolto l'attività di ricerca e insegnamento in vari atenei nazionali ed esteri. Si occupa di letteratura e cultura cinese moderna e contemporanea, con particolare interesse ai contenuti ideologici nei prodotti della cultura di massa della Cina contemporanea. Attualmente è ricercatore presso l'Università G. D'Annunzio di Chieti-Pescara.
*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.
30 gennaio 2014
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