ESPATRIATI: CONTRIBUTI PREVIDENZIALI OBBLIGATORI

Shanghai, 07 ott. - Avevamo già annunciato su questa stessa rubrica la nuova Social Security Law cinese che interessa anche i lavoratori stranieri (questo articolo).

 

Il 15 ottobre prossimo entrano in vigore le Misure Provvisorie dedicate alle contribuzioni previdenziali dei lavoratori stranieri in Cina. Esentati, saranno solo i cittadini il cui Paese ha già sottoscritto un accordo in tal senso con la Cina, cioè Germania e Sud Corea.

 

I lavoratori stranieri sono i cittadini non cinesi che svolgono in Cina attività lavorative supportate da permessi di lavoro, "foreign expert certificate" e "permit for permanent foreign journalist", e coloro che sono dotati di "permanent residence certificate". I legali rappresentanti e membri di organi sociali (CdA o sindaci), se non dotati di un permesso di lavoro in Cina, non sono obbligati al pagamento.

 

I contributi riguardano pensione, assistenza sanitaria, infortuni, disoccupazione e maternità. Il sistema di pagamento, suddiviso tra lavoratore e datore, varia leggeremente, tra società ed uffici di rappresentanza.

 

La registrazione presso le competenti autorità deve essere effettuata entro 30 giorni dalla data di rilascio del permesso di lavoro (o documento similare); le competenti autorità sono comunque informate dal bureau che ha emesso tale documento.

 

Ad oggi, mancano tuttavia le attese norme per il rilascio del codice di previdenza per gli stranieri, in assenza del quale non è possibile effettuare registrazioni e procedere ai versamenti. E' poi poco chiaro come un cittadino straniero possa godere dell'indennità di disoccupazione, considerato che i cittadini stranieri necessitano di visto – non temporaneo - per rimanere in Cina, e che tale visto è solitamente rilasciato solo in caso di occupazione o studio.

 

Qualora il datore di lavoro decida di pagare anche la parte di contributi che per legge è a carico del lavoratore, tale ammontare potrebbe essere considerato alla stregua di un fringe benefit, e considerato tassabile ai fini delle imposte personali sul reddito.

 

Le norme sulla previdenza si accompagnano ad una modifica delle aliquote per le imposte personali, identiche per cittadini cinesi e stranieri, entrata in vigore il primo settembre. La modifica ha in sostanza unificato al 45% l'aliquota per i redditi di fascia alta, e dunque colpisce anche la gran parte dei lavoratori espatriati.

 

I governi di vari Paesi, incluso quello italiano, stanno valutando il da farsi, anche in considerazione delle – ormai note – questioni di reciprocità con la Cina e, direi, anche con riguardo alla situazione dei lavoratori cinesi nel proprio Paese.


di Sara Marchetta


Sara Marchetta si è laureata in Lingua e Cultura cinese presso l'Università Ca'foscari di Venezia nel 1994, e successivamente ha frequentato un corso avanzato di giurisprudenza presso la Facoltà di Legge dell'Università di Pechino (1994-98). Nel 2002 si è inoltre  laureata in Legge presso l'Università di Parma ed è attualmente membro del Bar Association di Piacenza. Dal 1997 al 2008 ha lavorato per Birindelli e Associati come managing partner dello studio di Pechino. Oggi Sara Marchetta è senior associate dello Studio Legale Chiomenti a Pechino. Diritto aziendale è la sua area di competenza. Madrelingua italiana, parla fluentemente inglese e cinese mandarino.

 

La rubrica "La parola all'esperto" ha un aggiornamento settimanale e ospita gli interventi di professionisti ed esperti italiani e cinesi che si alternano proponendo temi di approfondimento nelle varie aree di competenza, dall'economia alla finanza, dal diritto alla politica internazionale, dalla cultura a costume&società. Paolo Borzatta cura per AgiChina24 la rubrica di economia

 

© Riproduzione riservata