EQUIPEÉ. DA PECHINO AL TIBET

di Andrea Marcelloni*

 

Equipée. Da Pechino al Tibet.
Viaggio nei paesi del reale
Victor Segalen
Titolo originale: Equipée: voyage au pays du réel
Traduzione dal francese a cura di: Antonio Veneziani
Elliot, 2014
€ 16,00

 

Roma, 23 gen. - Anche questa settimana parleremo di viaggi e di viaggiatori che sono arrivati in Cina. Ma a differenza delle volte precedenti, il testo che vi presento quest'oggi non è un mero e semplice resoconto di viaggio, ma una riflessione profonda e incredibilmente coinvolgente sul significato stesso di viaggio. E non è un caso che l'autore lo abbia compiuto proprio in Cina.

 

Si tratta di Equipée, scritto dal poeta e archeologo francese – e grande viaggiatore aggiungerei io – Victor Segalen, finalmente edito in Italia dalla casa editrice Elliot lo scorso autunno.
Pubblicato per la prima volta in Francia nel 1929, ossia dieci anni dopo la morte del suo autore, Equipée è stato considerato un testo di riferimento da moltissimi scrittori, tra cui Fosco Maraini e Tiziano Terzani. Si tratta del diario di viaggio di una spedizione archeologica che Segalen fece in Cina, ma in realtà è molto di più, è un libro sulla filosofia del viaggio, su ciò che rappresentano il viaggiare e lo scrivere per un poeta.

 

Il quesito di partenza è tanto semplice quanto insolubile: “L'immaginario s'indebolisce o si rafforza quando si confronta con il reale?”. Victor Segalen compie quindi un duplice viaggio. Quello vero, massacrante, legato alla spedizione archeologica che seguì nel 1913-14, e quello immaginario del poeta, immerso nel suo mondo fantastico e irreale, dove ogni luogo è oggetto di riflessione. Così, giunto di fronte ad una montagna si domanda: “Fra il poeta e l'alpinista, chi guiderà l'altro o perderà prima il fiato?”

 

Il passaggio sottile tra le descrizioni dei paesaggi reali e quelli della mente catturano il lettore portandolo in un luogo senza tempo, una nuova dimensione dove si compie in nuovo viaggio e ci si pongono nuove domande, a cui ognuno ha la propria personale risposta.

 

Leggendo questo piccolo capolavoro non ho potuto fare a meno di pensare al “Kusamakura” di Natsume Soseki, altro splendido libro (edito in Italia con il titolo di “Guanciale d'erba” ma purtroppo non più in commercio) scritto da uno dei più grandi autori giapponesi moderni, tra l'altro contemporaneo di Segalen.
Due testi da leggere assolutamente.

 

Vi aspetto in libreria.

 

L'autore

 

Victor Segalen (Brest, 1878-1919), è stato uno scrittore, poeta, archeologo e critico letterario francese. Laureatosi in medicina militare a Bordeaux nel 1902, ha successivamente intrapreso una lunga serie di viaggi che lo hanno portato fino nella Polinesia francese (dove conobbe la cultura Maori ed ebbe, tra l'altro, l'opportunità di acquistare un disegno dell'allora sconosciuto Paul Gauguin) e poi, dal 1908, in Cina. Rientrato in Francia nel 1914, si spense in circostanze ancora misteriose. A suo nome è stata chiamata la seconda università di Bordeaux, la Facoltà di scienze umanistiche e sociali di Brest, sua città natale, e la scuola francese internazionale di Hong Kong. È autore di numerose opere, molte delle quali postume. In italiano al momento è possibile trovare: “Gauguin nel suo ultimo scenario” (Abscondita, 2012), “Saggio sull'esotismo. Un'estetica del diverso. Pensieri pagani” (Ediz. Scientifiche Italiane, 2001).


*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.

 

23 gennaio 2014

 

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