Roma, 6 mag.- Ing. De Fazio, sul comunicato stampa di presentazione del Seminario "La fibra di basalto: dal cuore della roccia, applicazioni innovative per il futuro" dello scorso aprile presso il Centro Ricerche ENEA Trisaia si legge che: "nel marzo del 2010 ENEA ha sottoscritto un accordo di collaborazione per lo studio delle potenzialità della fibra di basalto e delle sue numerose possibili applicazioni industriali con HG GBF, leader mondiale nella produzione di fibra di basalto". A che punto è la ricerca?
In seguito all'accordo abbiamo richiesto tutta una serie di materiali e su quelli stiamo facendo una serie di verifiche e di sperimentazioni. Abbiamo individuato alcuni campi tra le tante applicazioni possibili della fibra di basalto quali: il campo edilizio, dell'efficienza energetica - stiamo valutando la conducibilità termica della fibra di basalto sottoforma di pannelli, e la stiamo confrontando con quella di prodotti commerciali, che sono in giro -; dei compositi e il settore nautico. Attualmente stiamo iniziando un percorso tipicamente tecnico-scientifico di verifiche e valutazioni, e in questo senso HG GBF ci offre un grande appoggio, perché oltre alla materia prima ci fornisce materiale di carattere pratico, quindi i componenti, nonché una serie di informazioni sul know how e sul settore della ricerca.
Nella pratica la fibra di basalto quale materiale andrebbe a sostituire?
Dipende anche qui dal campo applicativo. Per esempio, nella nautica andrebbe a sostituire la vetroresina, nel campo del settore edilizio potrebbe sostituire o affiancare in qualche maniera i rinforzi strutturali che attualmente sono utilizzati, quindi il basalto sottoforma di fibra, piuttosto che sottoforma di barre. Può sostituire, ad esempio, la fibra di carbonio nei rinforzi strutturali esterni e le barre di ferro e di acciaio seppur in alcune condizioni particolari, come rinforzo del calcestruzzo armato e del cemento armato. Sono queste le sostituzioni più comuni, tenendo presente che in alcuni casi più che sostituire può essere affiancato; in talune applicazioni è pensabile anche l'utilizzo della fibra di basalto assieme alla fibra di carbonio per esaltare le caratteristiche dell'una e dell'altra. Ci sono anche possibilità di affiancamento prestazionale di materiali anche diversi, per avere alla fine un risultato migliore rispetto all'utilizzo di un solo materiale.
Quali sono i punti di forza della fibra?
I punti di forza della fibra sono diversi: è in grado di resistere a temperature abbastanza elevate che in alcuni casi superano i 300° e di resistere ad attacchi chimici, quali ad esempio quello corrosivo di un ambiente marino. Un altro pregio della fibra di basalto è sicuramente un costo che è competitivo rispetto a quello della fibra di carbonio o di vetro. Infine si tratta di materiale naturale, al contrario ad esempio della fibra di carbonio, in quanto proviene dalla fusione della roccia basaltica e dalla successiva filatura del prodotto fuso, e quindi è in qualche maniera un prodotto ecocompatibile.
Quindi i costi ambientali sono abbastanza ridotti?
Se con costo ambientale si intende la ricaduta sull'ambiente per esempio della fase produttiva allora sono contenuti così come lo sono quelli dello smaltimento a fine vita: è un prodotto appunto naturale e se non viene trattato in maniera aggressiva può essere riciclato in maniera molto semplice. Dal punto di vista della produzione, l'energia necessaria è sicuramente inferiore rispetto all'energia necessaria per produrre un materiale ferroso, quindi a una minore quantità di energia corrisponde anche una minore emissione di anidride carbonica CO2 all'interno dell'atmosfera.
E' ostacolata l'estrazione di fibra di basalto?
Per quanto riguarda il piano estrattivo, trattandosi di una roccia basaltica basterebbe ricavarla dalle cave di roccia basaltica. In Italia il discorso è molto complesso perché ci sono tutta una serie di vincoli storico-ambientali - scavare significa trovare reperti storici -, ma lì dove invece i territori sono molto estesi e vi è una maggiore disponibilità anche di materiale è anche più semplice estrapolare il materiale stesso dalle viscere della terra. Dunque possiamo dire che l'estrazione si concentra principalmente in Cina e nell'ex Unione Sovietica, per esempio in Georgia, piuttosto che Kazakistan.
A questo punto quali sono le prospettive per le aziende italiane?
Ritengo che le prospettive siano abbastanza positive non tanto a livello produttivo quanto di importazione. Produrre filo di fibra di basalto implicherebbe aver a disposizione la materia prima, quindi significherebbe importare la roccia e poi metter su tutto il sistema per fondere la roccia. Questo comporta un investimento abbastanza elevato non soltanto all'inizio, ma anche costante nel tempo perché per filare il basalto bisogna cercare delle filiere in platino che è un materiale molto costoso e comunque vanno sostituite con cadenze abbastanza fisse ogni 6 – 8 mesi. Soltanto chi ha una forte disponibilità economica e una forte potenza di investimento può in questa fase affrontare il discorso della produzione. Più fattibile invece per le imprese italiane è entrare nella filiera, ovvero importare il filo già realizzato dalle nazioni produttrici (quali ad esempio la Cina) e poi lavorarlo per ricavarne prodotti quali pannelli per coibentazione termica piuttosto che le barre. Sulla filiera della produzione dei tessuti, delle fibre di rinforzo, dei pannelli di coibentazione termica ed acustica, le prospettive possono essere molto vantaggiose.
Dott. Piva, HG GBF è l'azienda che produce fibra di basalto in Cina creata a Shanghai 7 anni fa. Da dove è nata l'idea e come è riuscita a farsi largo nel mercato cinese?
Già al tempo della sua fondazione, il gruppo HG aveva colto quelle che sono le potenzialità di questo mercato. Poi nel 2008, abbiamo deciso di aprire un nuovo impianto proprio nella città di Hengdian. I motivi erano semplici: aumentare la capacità produttiva e investire in ricerca e sviluppo. A differenza dell'Europa poi, il mercato cinese è in un certo senso più facile da penetrare in quanto esiste già una buona conoscenza da parte delle industrie delle proprietà di questo materiale. L'Europa invece è ancora nella fase precedente perché qui il prodotto deve ancora essere conosciuto.
Allo stesso tempo, una profonda conoscenza del prodotto e una grossa consapevolezza di quelle che sono le potenzialità della fibra di basalto equivale anche a una maggiore concorrenza.
Esatto. In Cina esistono diverse aziende che producono fibre di basalto, ma a differenza degli altri produttori GBF ha il grosso vantaggio di far parte di un gruppo privato, un gruppo non solo con una certa stabilità finanziaria, ma anche con la possibilità di investire in ricerca e sviluppo. Lo dimostra il fatto che da anni GBF collabora con diverse università cinesi, coreane, giapponesi.
Nel comunicato stampa di presentazione alla conferenza si legge che l'azienda partecipa con il governo cinese a progetti nazionali. Qualche esempio?
Il gruppo è riuscito ad aggiudicarsi diversi appalti sopratutto nel settore della pavimentazione delle strade. In particolare forniamo delle scaglie di fibra di basalto, utilizzate soprattutto come rinforzante dell'asfalto, del manto autostradale. La società è inoltre impegnata in progetti di rinforzo di strutture già esistenti, anche nell'ambito del rischio sismico o nella progettazione insieme ad altre aziende cinesi di imbarcazioni.
Quindi, quali sono i principali clienti?
I clienti del gruppo sono perlopiù aziende o fornitori di materiali che operano nel settore delle strade e autostrade, dell'edilizia, della nautica e dell'automotive. Proprio HG GBF ha iniziato recentemente a rifornire alcune grosse case automobilistiche giapponesi interessate a sostituire la fibra di vetro con la fibra di vetro.
La fibra di basalto rientra nel filone delle energie rinnovabili, secondo lei al di là delle cifre rese note da Pechino o dei singoli progetti, qual è il reale grado di attenzione del governo cinese nei confronti dell'ambiente?
Il livello di attenzione è molto alto e parlo per esperienza personale: solamente nel 2010 il gruppo HG ha superato i 100 milioni di euro di investimenti in ricerca e sviluppo, gran parte dei quali sono andati proprio nella direzione del risparmio energetico, e in generale della tutela dell'ambiente. Al momento il governo cinese è il Paese che sta investendo di più in termini percentuali proprio su questo tema. Il gruppo HG ha investito tantissimo nella produzione di pannelli solari, fotovoltaici, lampade led e, appunto, nella fibra di basalto. Possiamo dire che HG sia una testimonianza in piccolo di come l'industria cinese stia puntando sempre più sul risparmio energetico e sulla tutela dell'ambiente, seguendo anche delle istruzioni abbastanza esplicite da parte del governo centrale di Pechino.
di Sonia Montrella
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