CONOSCERE I CINESI
di Andrea Marcelloni*
Conoscere i cinesi. Tutto quello che c'è da sapere sui nuovi protagonisti della scena mondiale
Virginia Busato
Franco Angeli, 2011
€ 15,50
Tra Roma e Pechino ci sono poco più di 8mila chilometri di distanza, ma con un po' di pazienza si possono percorrere in poche ore di aereo. Ma c'è anche una distanza culturale, anch'essa piuttosto grande, che non può non essere considerata e che, se non affrontata e conosciuta, potrebbe causare diversi problemi soprattutto se ci accingiamo ad avviare accordi commerciali con i cinesi.
Vi racconto un paio di episodi (ma me ne sono capitati molti di più) in cui mi sono trovato in situazioni scomode o imbarazzanti mentre mi trovavo in Cina e dalle quali ho imparato molto sulle differenze culturali tra italiani e cinesi. Una delle prime volte che ero a Pechino avevo fatto amicizia con un ragazzo pechinese che studiava canto ed era un appassionato di opera lirica. Così mi invitò a pranzo a casa sua per stare un po' insieme e presentarmi la sua famiglia. Nulla di strano fin qui. Il problema è nato nel momento in cui abbiamo cominciato a mangiare. La portata principale del pasto era una bella e gustosa medusa. In tutta sincerità non mi piaceva per niente ma essendo stato abituato a finire il cibo nel piatto, per educazione mi sono comportato di conseguenza. Non conoscevo però una tradizione cinese: se finisci tutto quello che hai nel piatto significa che non sei sazio e quindi il padrone di casa si sente in dovere di riempirti nuovamente la ciotola. E così, a causa di una differenza culturale, per educazione io finivo tutto e sempre per educazione il mio ospite continuava a farmi mangiare la stessa pietanza. Un vero incubo per entrambi.
Un altro episodio, sempre legato al cibo, si è verificato con altri amici cinesi al ristorante: distratto da non ricordo cosa, ho infilato i bastoncini in verticale nel riso. Non vi dico la faccia dei miei commensali. In seguito ho scoperto che questo gesto ricorda la pratica di accendere i bastoncini di incenso nei funerali buddhisti, e non si deve mai fare al ristorante.
Insomma, a furia di gaffes e figuracce ho imparato a mie spese alcune differenze culturali tra noi occidentali ed i cinesi, ma chi deve recarsi in Cina per lavoro è meglio che si prepari prima per evitare di veder svanire un'occasione o annullato un contratto.
“Conoscere i cinesi”, edito da Franco Angeli nel 2006 e, in una nuova edizione, nel 2011 (ristampato poi nel 2014), affronta proprio questa tematica.
Si tratta di un manualetto di 125 pagine, piuttosto veloce da leggere e consultare, che dopo i primi capitoli introduttivi sulla geografia, la storia e la lingua cinese, si sofferma proprio su ciò che chiunque si rechi in Cina per questioni di affari – ma non solo – è meglio che sappia fin dall'inizio. “Un'altissima percentuale di contratti e collaborazioni non va a buon fine a causa di gaffes internazionali, di incomprensioni, di errori di comportamento, e tutto questo senza che i protagonisti stranieri, nel nostro caso noi italiani, se ne rendano conto. Nessun cinese oserà correggere il vostro comportamento errato, sarebbe troppo imbarazzante, perciò vi ritroverete a fine negoziato con in mano niente più di un pugno di mosche e senza la minima idea di cosa sia andato storto”.
Così dal quarto capitolo (“Lijie, mianzi e guanxi ovvero etichetta, faccia e connessioni”) si comincia con i veri consigli da ricordare sempre. Da leggere molto attentamente sono ovviamente i capitoli sui banchetti (vero banco di prova nel corso di una contrattazione) e sulle negoziazioni.
Vi aspetto in libreria.
L'autrice
Virginia Busato (Schio, 1976), consegue una prima laurea come Interprete e Traduttore in lingua cinese presso la sede trevigiana dell'Università Ca' Foscari nel 1998, e una seconda nel 2006 in Lingue ed Istituzioni Economiche e Giuridiche dell'Asia Orientale sempre presso questo Ateneo. Si occupa di consulenza, formazione ed intermediazione culturale verso la Cina per conto di PMI, studi di consulenza e associazioni. Oltre a “Conoscere i cinesi” è autrice di “Come vendere il riso ai cinesi – Guida pratica al marketing interculturale verso la Cina per le Piccole e Medie Imprese italiane” (Franco Angeli, 2011).
Per maggiori info: http://www.conoscereicinesi.it/
21 marzo 2014
*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.
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