Milano, 28 gen. - Interessi comuni. Dipendenza reciproca. Cooperazione. Sono queste le parole chiave che emergono negli editoriali pubblicati sulle maggiori testate cinesi nei giorni della visita di Stato del presidente Hu Jintao negli Usa. I commentatori della Repubblica popolare non si soffermano tanto sui dettagli dell'incontro tra il numero uno di Pechino e Obama, ma preferiscono riflettere in termini generali sul futuro delle relazioni Usa-Cina e su un destino che ai più appare inevitabilmente - indissolubilmente - intrecciato.
Non ragionano sulla incredibile ascesa cinese, sul dialogo paritario con quella potenza americana che appariva irraggiungibile solo 30 anni fa. Gli editorialisti cinesi - così come i loro governanti - stanno attenti a non usare parole che tradiscano la sete di dominio internazionale di Pechino. Meglio parlare di hezuo, cooperazione: perché per gestire l'intrico di obiettivi divergenti e interessi comuni, l'unica strada è quella del dialogo e dello sforzo congiunto.
Proprio della «fitta tela di interessi reciproci tra Cina e Usa» scrive Zhu Mingquan, professore dell'Università Fudan di Shanghai. Dalle pagine del quotidiano Yanzhao Dushi Bao lo studioso sottolinea, in particolare, come gli interessi che riguardano il tema della sicurezza comune siano «tra i più cruciali» tra quelli condivisi dalle due potenze.
«Nel corso della visita di Hu Jintao negli Usa, il tema degli interessi comuni è stato trattato ampiamente - rileva Zhu -. Anche il segretario di Stato Hillary Clinton ha dichiarato che le differenze tra Usa e Cina non impediscono la stretta cooperazione tra i due Paesi. Con la globalizzazione che rende sempre più profonda l'interdipendenza tra gli stati, la struttura degli interessi comuni a Cina e Usa è passata da casi isolati e catene lineari a una vera e propria struttura a rete». In questa rete, che lo studioso definisce «multistrato, multifaccia e multidirezionale», gli interessi alla sicurezza comune sono «tra i più importanti» e la cooperazione rappresenta «la strada migliore per realizzarli».
Zhu Mingquan distingue tra interessi alla sicurezza di tipo tradizionale (ossia militare) e quelli di tipo non tradizionale. «Le minacce non tradizionali alla sicurezza comprendono (ma non si limitano a) i problemi ambientali, i problemi demografici, le malattie infettive, le droghe, la criminalità economica, il terrorismo - scrive lo studioso -. Questi sono generalmente problemi internazionali, che non nascono in un singolo Paese (anche se qualche Paese può avere più responsabilità di altri) e le minacce che generano non si limitano a una determinata area, perciò richiedono una risposta concertata da parte dell'intera comunità internazionale. Inoltre, anche se le minacce alla sicurezza di tipo non tradizionale di solito non sono di natura militare, possono comunque essere catastrofiche e generare o intensificare i conflitti internazionali, mettendo a repentaglio la pace e la stabilità sociale internazionale».
Secondo Zhu, sono proprio le minacce alla sicurezza di tipo non militare a fare sì che «il più grande Paese in via di sviluppo e il più grande Paese industrializzato abbiano importanti interessi in comune e che la cooperazione sia il modo giusto per affrontarli». In passato, sottolinea il professore di Fudan, «in risposta alla crisi finanziaria asiatica, agli attacchi terroristici e all'esplodere di epidemie, la cooperazione sino-americana è stata molto efficace e ha contribuito alla sicurezza comune. Oggi che gli interessi comuni tra i due Paesi aumentano, crescono anche le prospettive di cooperazione».
Naturalmente, è sempre possibile che nascano controversie riguardanti ad esempio la suddivisione dei costi per affrontare minacce non militari. Zhu indica il «dialogo» e le «negoziazioni» come le soluzioni da adottare. Anche in ambito militare. Perché, «che si tratti di affrontare il difficile compito dello sviluppo cinese o di uscire rapidamente dalle difficoltà economiche americane, in ogni caso è necessario un contesto internazionale stabile e pacifico. Costruire e rafforzare il dialogo bilaterale in campo militare, per evitare che equivoci o errori di calcolo possano causare tensioni tra i due Paesi, è interesse di entrambi».
Nonostante le posizioni divergenti su tante questioni, insomma, Cina e Stati Uniti non possono fare a meno di cooperare: «Nel 1972, durante la visita a Pechino del presidente Nixon, al banchetto di benvenuto Zhou Enlai disse: "Cinesi e quello americani sono grandi popoli. Se saranno nemici, il futuro del nostro mondo sarà oscuro. Se riusciamo a trovare un terreno comune, invece, le possibilità di raggiungere la pace nel mondo diventano incommensurabilmente maggiori". A distanza di quasi 40 anni - ribadisce Zhu in conclusione - se Cina e Usa sapranno trovare ancora più punti comuni per cooperare, le possibilità per relazioni sino-americane stabili e quindi per la pace diventeranno ancora maggiori».
Sulle tante divergenze, ma anche sul bisogno di approfondire la conoscenza reciproca riflette un editoriale anonimo pubblicato sul Nanfang Dushi Bao il 21 gennaio. «Dal commercio alla politica economica regionale, dal cambiamento climatico alla governance globale, in quasi ogni questione Cina e Usa hanno divergenze difficili da conciliare. Tuttavia, se una delle due parti fallisce su una di queste questioni, anche l'altra parte è destinata a subire pesanti conseguenze». Un esempio è quello della crisi Usa: «Se l'economia americana non riuscirà a riemergere dalle difficoltà in modo rapido, anche l'economia cinese, orientata all'export, ne risentirà».
La situazione è talmente chiara che, secondo l'anonimo editorialista, «sempre più persone si sono rese conto che il futuro dell'umanità e il destino del XXI secolo dipenderanno in gran parte dal rapporto tra Cina e Occidente, e in particolare dalla possibilità che Cina e Usa vivano in armonia. L'ostacolo maggiore, però, è la profonda barriera nella comprensione reciproca».
Come fare per abbatterla? «Nei momenti difficili - riflette il quotidiano - per rompere il ghiaccio bisogna fare leva non soltanto su argomenti economici e politici, ma anche umani». Per esempio sfruttando la fama di un campione di basket come Yao Ming (arruolato nella NBA) o del prodigio musicale Lang Lang (ormai famoso a livello planetario). «Immaginate - scrive il giornale - che ponte importante rappresenti uno Yao Ming nell'avvicinare Usa e Cina. In futuro avremo bisogno di più Yao Ming e Lang Lang. Nel loro incontro Obama e Hu hanno posto sottolineato la necessità di rafforzare gli scambi tra le popolazioni dei due Paesi, soprattutto tra le giovani generazioni. Se ci riusciranno, questo migliorerà la comprensione e la comunicazione reciproca».
di Emma Lupano
Emma Lupano, giornalista professionista e dottoranda di ricerca sui media cinesi, cura per AgiChina24 una rassegna stampa bisettimanale volta a cogliere pareri autorevoli di opinionisti cinesi in merito a temi che si ritengono di particolare interesse per i nostri lettori
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