CEO PRYSMIAN CINA
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CEO PRYSMIAN CINA
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Prysmian, erede della tradizionedi Pirelli Cavi, è oggi una public company presente in 39 paesi. Attiva in Cinadalla seconda metà degli anni '90, nel 2008 ha costituito una holding per controllaretutte le sue attività nel Paese di Mezzo, dove conta sei diverse compagnie epiù di mille dipendenti. Dal 2008 ha investito in Cina circa 100 milioni di euro, inclusala recente approvazione di 20 milioni di euro destinati ad aumentare lacapacità di produzione nel settore dell'alta ed altissima tensione dellostabilimento di Baoying.

Adue anni dalla costituzione della holding Cina, qual è il bilanciodell'esperienza?

È un bilancio positivo, in quanto i programmi e itarget che ci siamo posti a suo tempo sono stati rispettati. Il motivo per cuiPrysmian ha creato una holding in Cina era di dare una struttura consistente aisuoi programmi di sviluppo, e quindi un assetto societario con un adeguatosupporto al business, sia dal punto di vista finanziario che da quelloorganizzativo. La creazione della holding era solo il primo passo; l'obiettivoera di riorganizzare la nostra operation in Cina per dare più incisività e piùconsistenza al nostro assetto  industriale.Noi eravamo presenti da fine anni '90, ma le società all'epoca andavano un po'per conto loro e, soprattutto, non erano focalizzate secondo una strategia dicrescita sul mercato cinese. Si sfruttavano un po' le opportunità momentanee,usando a volte la Cinaal fine della delocalizzazione. La nostra missione è di investire in Cina per la Cina; quindi fine tuning erafforzamento dell'assetto industriale, sia da un punto di vista tecnico chetecnologico. Questo ha portato a mutamenti organizzativi, inserimento di nuovimanager cinesi e investimenti mirati per un miglioramento della capacità,specialmente nei due punti, quello di Baoying per l'alta e l'altissimatensione, e su quello di Tianjin. A Tianjin abbiamo una fabbrica completamentenuova dedicata agli special cables, con aumento della nostra penetrazione,soprattutto nel campo delle energie rinnovabili. A Baoing abbiamo concluso lafase uno nel 2009; un investimento per circa 8 milioni di euro, che ci ha datola chance di essere completamemte flessibili e autonomi dal punto di vista metallurgico,aumentando capacità e capability.

Grazieallo stabilimento per l'alta tensione siete coinvolti nel progetto per l'altavelocità delle ferrovie cinesi. Le infrastrutture, e tra le infrastrutture le ferrovie, costituiscono unadelle voci principali del pacchetto di stimoli all'economia lanciato dalgoverno cinese nel novembre 2008. Che ruolo avete?

La fase due dello stabilimento di  Baoying, approvata a fine 2009 per circa20mn.euro e che si completerà nel 2012,prevede un  una nuova torre, una nuova linea verticale diisolamento dedicata interamente all'altissima tensione. Tra l'altro nel 2009,c'è stata il primo ordine in un settore strategico come quello dell'altissimatensione da  500 kW da parte di China StateGrid. Anche se da un punto di vista quantitativo e solo un inizio, dal punto divista tecnologico è molto interessante, perché ci permette di mettere piede nelmercato dei 500 kW,nel quale finora non eravamo presenti, e ci dà lapossibilità, una volta avviato il nuovi investimento, di giocare a pienodiritto sul mercato domestico dell'HV e EHV.

Sulfronte del pacchetto di stimoli all'economia, però, qualche mese fa c'è statauna presa di posizione molto forte da parte del presidente della Camera diCommercio dell'Unione europea, Jorg Wuttke, il quale sostanzialmente sostenevache per le imprese straniere era estremamente difficile accedere ai grossiappalti generati dallo stimulus package. Pensa che le affermazioni di Wuttkecorrispondano a verità?

Lo frase di Wuttke, in linea generale,  può valere per tutti, perché è molto piùdifficile, si consuma molto più tempo nel tentativo di giocare allo stessolivello delle imprese cinesi. Io, però, sono di un'idea un po' differente:innanzitutto noi siamo presenti in Cina con delle società cinesi. La strategiaè quella di essere presenti in Cina per la Cina con la tecnologia Prysmian, che quindi cipone decisamente all'avanguardia, ma lavorando sul mecato alla pari coicompetitor cinesi. Chiaramente questo vuol dire molto più sforzo; noisicuramente entriamo nelle aree ad alto valore aggiunto e anche nelle aree incui il prodotto è più banalizzato, aree in cui la competizione è terribile ed è dettata esclusivamente dal prezzo. Noi,però, al di là del prezzo puntiamo sulla qualità: e sulla tecnologia.

Equesto della qualità è un messaggio che riesce a fare presa sul committentecinese?

Il messaggio riesce a passare. Sto notando che la Cina inizia pian piano arealizzare che le aziende che sono consistenti per qualità, che sono eticamentecorrette e che comunque giocano sul mercato senza fare trucchetti vengonoapprezzate. Ovviamente bisogna trovare il committente giusto, perché il sistemapone sicuramente dei grossi ostacoli. Noi abbiamo delle società cinesi e dellejoint venture;  peraltro, ritengo che, inquesta fase della Cina, essere in joint venture sia un fattore premiante: donala consapevolezza che siamo seri e consistenti. Una delle cose fondamentali inCina sta nel dire una cosa per poi realizzarla.

Haparlato di tecnologia italiana: avete avuto problemi di sottrazione diknow-how?

No. Sull'alta tensione direi di no; però dobbiamosempre vigilare sulle fasce di prodotti più banalizzati.

Trai settori nei quali siete attivi ci sono oil e gas, ferrovie, minig, eolico enucleare: quale di questi ha più capacità d'espansione in Cina a suo giudizio?

Un po' tutti, ma l'eolico, ad esempio, continuerà acrescere senza dubbio.

Recentemente,proprio sul fronte dell'eolico, si era parlato di un rischio eccesso dicapacità produttiva, dovuto proprio ai massicci investimenti successivi alpacchetto di stimoli all'economia: qual è la sua opinione?

Senza dubbio c'è stata una grossa spinta nel 2009,ma questo fa parte del sistema Cina: è successo prima con le fibre ottiche, oracon l'eolico, è accaduto anche con l'energia ad alta tensione e media tensione.I competitors sono tantissimi, ma un conto è mettere degli impianti perprodurre i cavi e un conto è saper effettivamente produrre i cavi. Noi puntiamomolto su questo. Stiamo spingendo molto su programmi per presentare la nostraproposta e far capire che noi non vendiamo cavi; vendiamo soluzioni con lequali supportiamo il cliente, e abbiamo alle spalle una leadership tecnologica.

Quantotempo passerà, a suo avviso, prima che la Cina sia in grado di avere le capacitàtecnologiche per fare da sola?


La Cina in questo momento è in una fase due, èun paese sviluppato che deve consolidare questo sviluppo in maniera più diffusaal suo interno, ed è per questo, ad esempio, che leadership nel settoredell'energia è stata centralizzata sotto State Grid. Questa centralizzazioneevita scorciatoie nel settore qualità. La Cina ha coperto la prima fase ed èsostanzialmente autonoma sulla produzione di energia a bassa media tensione; masull'alta e altissima è ancora in fase di sviluppo ed ha ancora bisogno dipartner come noi. Non voglio fare il guru, ma per assistere ad una fase tre,secondo me, ci vorrà  almeno undecennio.

di Antonio Talia

 

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