Traduzioni a cura di Giovanna Tescione
Roma, 13 mag. – Una black list da rendere pubblica tramite i social network per punire e mettere in imbarazzo i turisti maleducati che imbrattano i muri. È la misura che le autorità del Tibet mirano ad introdurre dopo che alcuni turisti cinesi hanno deturpato con scritte e graffiti il campo base Qomolangma sul lato cinese del Monte Everest. Ma le autorità non sembrano intenzionate a lasciar correre e si dicono pronti ad individuare i trasgressori e a renderne pubblici i nomi. I turisti che accedono all'area del monte Everest devono infatti registrarsi all'entrata lasciando i propri dati, il che rende l'identificazione molto più semplice. "Da quest'anno istituiremo un sistema di black list per punire i turisti maleducati, come coloro che scrivono sui muri", ha dichiarato Gu Chunlei, vice direttore dell'Ufficio del turismo della contea di Dingri.
Il provvedimento segue la scia dell'Amministrazione nazionale del Turismo cinese che lo scorso anno aveva deciso di affrontare così il fenomeno dei turisti incivili che lasciano il segno del proprio passaggio impresso sui siti di maggiore interesse storico, con scritte come "sono stato qui". Un fenomeno sempre più comune e che le autorità tibetane stanno pensando di porre rimedio anche istituendo un'apposita area per lasciare il segno del proprio passaggio, una sorta di "zona graffiti", simile a quella già istituita sulla Grande Muraglia cinese, patrimonio dell'Umanità e sito più visitato in Cina.
Tutte misure necessarie, quindi, sopratutto nel mese, quello di maggio, di maggiore affluenza dei turisti al monte Everest in Tibet, con 550 visite al giorno nel 2015, secondo l'agenzia di stampa Xinhua. D'altra parte i turisti cinesi non sono nuovi a questo tipo di umiliazioni. Qualche anno fa era toccato all'Egitto denunciare un turista cinese, un quindicenne di nome Ding Jinhao, che aveva deturpato il tempio Luxor, un antico tempio di 3500 anni con la scritta "Ding Jinhao è stato qui".
13 MAGGIO 2016
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