Traduzione a cura di Giovanna Tescione
Roma, 2 set. - E' tutto pronto ad Hangzhou dove il 4 e il 5 settembre prossimi si riuniranno i capi di Stato e di Governo delle 20 maggiori economie del mondo per consultarsi e prendere decisioni sull'economia globale. Da Omaba a Renzi, dalla Merkel a Shinzo Abe, tutti, chi prima chi dopo, giungeranno in Cina prendendo parte al primo summit G20 organizzato dalla Cina.
Ma perché proprio Hangzhou?
Antica capitale della dinastia dei Song meridionali nel 1129, Hangzhou fu da ispirazione per decine di poeti, scrittori, artisti di ogni genere. Persino Marco Polo durante i suoi lunghi viaggi la ricorda come "la città più bella del mondo", mentre tutti in Cina considerano Hangzhou "il paradiso in terra", con i suoi paesaggi da cartolina già da tempo pubblicizzati con video di propaganda diffusi in tutto il paese.
Ma Hangzhou non è solo tradizione. Accanto alla storia c'è un vibrante dinamismo che ha fatto della città uno dei centri del settore terziario, su cui l'intera Cina ormai punta per spingere l'economia.
Situata a meno di 180 km dalla più caotica Shanghai, Hangzhou, come si legge in un articolo pubblicato sul sito ufficiale della China National Radio, la stazione radiofonica ufficiale della Cina, "è una città né piccola, né grande, con solide basi economiche e dove si respira aria di modernità, senza però aver mai tralasciato l'importanza della storia e della cultura, diventando il simbolo dello sviluppo economico a partire dal periodo delle Riforme e Apertura".
Ma la vera risposta alla domanda arriva dalle stesse parole del presidente Xi Jinping quando a inizio 2016 durante un forum alla presenza di ministri e funzionari provinciali parlò dell'innovazione quale strategia e motore per lo sviluppo economico. Innovazione, dunque, e Hangzhou è la città dell'innovazione per eccellenza. Innovazione che non solo è il tema centrale di questa edizione del G20, ma anche l'obiettivo del presidente cinese, che punta a fare della Cina una potenza tecnologica entro qualche anno.
Una città emergente e vibrante fulcro della rivoluzione tecnologica e della trasformazione industriale che mantiene una crescita economica con ritmi elevatissimi, Hangzhou quale simbolo delle ambizioni cinesi nel campo della tecnologia. È questo il segreto di Hangzhou e questo il motivo che ha spinto la classe dirigente cinese a sceglierla per ospitare il G20.
Lo scorso anno il Pil di Hangzhou ha oltrepassato i mille miliardi di yuan, con un aumento del 10.2% e posizionandosi quarta tra le principali città del paese. Ad Hangzhou, d'altra parte, sono presenti alcune delle più grandi multinazionali cinesi. Dalla Hikvision, leader del settore della security e simbolo del 'made in China' di successo, che ad Hangzhou ha il suo quartier generale, alla Geely, oggi proprietaria della Volvo, fino al colosso delle bevande e della distribuzione alimentare Wahaha.
Ma se c'è qualcuno che ha contribuito a rendere famosa Hangzhou, sottolinea l'articolo della China National Radio, "è certamente il gruppo Alibaba, che da oltre 10 anni guida lo sviluppo del paese nell'industria di Internet, cambiando, per così dire, i geni di una città tutt'altro che innovativa".
Un gruppo, insomma, che ha stimolato una vera e propria metamorfosi, facendo di Hangzhou "la capitale mondiale dell'e-commerce", con oltre un terzo dei siti di e-commerce di tutta la Cina presenti ad oggi nella città.
Ma dall'e-commerce all'informatizzazione il passo è stato breve. Ad oggi la città, scelta a marzo 2015 quale prima area pilota per l'e-commerce transfrontaliero e qualche mese dopo quale modello di innovazione nazionale, è anche la patria di quelle imprese 4.0 che hanno abbandonato la tradizione intraprendendo nel giro di qualche anno la strada della tecnologia e della modernità. Nel 2016 sono stati oltre 566 i progetti di sostituzione di vecchi macchinari.
Ma il Zhejiang, diventata la prima "area modello nazionale di profonda integrazione tra industrializzazione e informatizzazione", chiave per il progresso tecnologico più volte sottolineato dallo stesso Xi, è anche la patria delle piccole e medie imprese cinesi. "Dal tessile, alle foglie di tè - nella provincia si coltiva il tè più pregiato della Cina, il Longjing, coltivato in quello che è stato definito il 'grande granaio del sud'- dalle scarpe agli occhiali ai computer, tutti possono trovare nel Zhejiang il contesto perfetto e tutti il proprio comparto industriale", sottolinea Lan Jianping, direttore dell'Istituto di ricerca di economia industriale della provincia del Zhejiang.
E sembra aver funzionato anche il piano per attirare talenti da tutto il mondo promosso nel 2015 e lanciato tramite una campagna per attrarre valore che ha portato alla città ben 230mila studenti stranieri e oltre 200 esperti. Studenti che hanno tirato su 1238 nuove imprese con investimenti pari a 16.8 miliardi di yuan. Considerata per anni dalla Banca Mondiale la città con il miglior contesto per gli investimenti di tutta la Cina e da Forbes per più volte la "migliore città per il commercio" del paese.
E poi c'è l'aspetto green. Hangzhou è una città che ha puntato molto sullo sviluppo sostenibile, aspetto su cui la nuova leadership punta per il futuro. Hangzhou è ritenuta la città più vivibile della Cina con le minori emissioni di tutto il paese e la prima città cinese ad aver introdotto un servizio pubblico di noleggio bici, in pieno spirito green.
E se si pensa che nel 1972, si narra, fosse stata proprio la meravigliosa atmosfera di Hangzhou a dare una svolta alle negoziazioni per il primo comunicato congiunto sino-americano durante la visita dell'allora presidente Richard Nixon, giunto ad un punto morto a Pechino, e riavviati quando il presidente americano giunse proprio ad Hangzhou, dove si giunse per un accordo poi firmato a Shanghai, allora Hangzhou sembra essere lo scenario perfetto per ospitare il summit e i leader delle principali 20 economie del mondo.
02 SETTEMBRE 2016
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