Traduzioni a cura di Giovanna Tescione
Roma, 2 nov. – Dopo essere stato stretto dalla morsa della censura cinese con "Il tocco del peccato", Jia Zhangke si riscatta e dopo nove anni debutta sul grande schermo con "Mountains may depart". Un successo che ha il sapore della vittoria per Jia, regista pluripremiato al Festival di Cannes, Venezia e alle rassegne cinematografiche di tutto il mondo, che nel 2013 aveva dovuto ingoiare un brutto rospo quando "Il tocco del peccato", con il quale si era aggiudicato il premio per la migliore sceneggiatura alla 66° edizione del Festival di Cannes, era stato censurato per la troppa violenza e brutalità delle scene.
"E' la grande vittoria della determinazione, un successo per il mio film", ha commentato il regista durante una conferenza stampa tenuta nel week-end. "Pensavo che 'Il Tocco del peccato' sarebbe arrivato nei teatri, e invece niente. Così mi sono dedicato a 'Mountains may depart' e finalmente potrà essere mostrato al pubblico. E' un grande giorno!", ha aggiunto il regista.
Un successo dimostrato anche dai primi incassi al boxoffice che secondo quanto annunciato dallo stesso Jia Zhanke dal suo account Weibo, il Twitter cinese, ha raggiunto ben 12 milioni di yuan (circa 1,7 milioni di euro) in soli due giorni dal debutto di venerdì, "molto più di tutti i precedenti film messi insieme", ha commentato il regista. "Dietro ciascuno di queste cifre c'è il supporto del pubblico - si legge nel post - sono contentissimo di poter far vedere al pubblico un mio film sul grande schermo". E il trend in crescita, con un record personale di 17 milioni di yuan (circa 2,4 milioni di euro) al botteghino in soli tre giorni.
Vincitore quest'anno alla 68° edizione del Festival di Cannes Cannes del premio Carrozza d'oro, premio assegnato dall'Associazione dei registi francesi per qualità innovativa, coraggio e mentalità indipendente dei lavori, "Mountains may depart", è un melò delicato che nulla ha a che vedere con la rabbia e la violenza che avevano caratterizzato "Il tocco del peccato", che pure aveva stregato i giudici del Festival di Cannes e che invece non era piaciuto alla madrepatria.
Ambientato tra la Cina e l'Australia, la storia si sviluppa tra il 1999 e il 2025, tra passato e futuro in una Cina che già da qualche anno è stordita dal consumismo e dai nuovi processi economici e ossessionata dalla parola sviluppo. Su questo sfondo una giovane donna di Fenyang - piccolo villaggio nella provincia settentrionale dello Shanxi dove è nato e cresciuto lo stesso Jia - di nome Tao, sceglie un marito tra due corteggiatori amici di infanzia, l'uno giovane minatore – Liang – e l'altro emergente imprenditore – Zhang Yi – che arriverà a comprare quella stessa miniera.
Tre capitoli per raccontare due storie, quella di Tao e Zhang Yi che lei sceglierà di sposare e quella di Liang, il ragazzo che lavorava nella miniera che deluso sposerà un'altra donna. Due storie in un'unica Cina, che risponde alle stesse regole davanti alla globalizzazione e alla corsa al benessere. Tra delusioni, amori, scelte sbagliate, allontanamenti, vita reale e vita sognata, i personaggi e i capitoli si intrecciano sullo sfondo di una Cina che cambia radicalmente e di un'Australia, dove andrà a vivere l'ormai ex marito di Tao e il figlio che Tao vedrà una volta l'anno e che si chiama Dollar.
Un film sull'evoluzione e la 'globalizzazione' dei sentimenti e dei rapporti interpersonali, più che sui cambiamenti economici che hanno mutato il volto del paese e sicuramente più delicato rispetto a "Il tocco del peccato", dove il racconto di quattro storie violente ispirate a fatti di vita reali.
Protagonista indiscussa sempre lei, Zhang Tao, compagna di Jia Zhangke sul set e nella vita privata e sua musa ispiratrice che lo ha accompagnato in tutte le pellicole più importanti, da 'Still Life' a "Il tocco del peccato" e vincitrice nel 2012 del David di Donatello come migliore protagonista in "Io sono Li", film di Andrea Segre.
Tuttavia la critica locale lo ha definito non molto elaborato, mentre altri si sono scagliati sulla parte finale del film, dove Dollar ormai un giovane studente si innamora della sua insegnante, un tema non da tutti apprezzato.
Dure anche le critiche nei confronti di Jia stesso, dipinto come un regista che "fa film adatti ai gusti occidentali solo per vincere premi". Ma alle critiche Jia risponde: "Sono originario di un piccolo paesino della provincia dello Shanxi dove sono rimasto fino a 21 anni, il motivo per cui ho fatto questo film è perché la vita è piena di incertezze e sorprese.
Classe 1970, Jia Zhangke è considerato una figura di spicco nella "sesta generazione" dei registi indipendenti già dai tempi di "Still Life", con il quale il regista nel 2006 aveva vinto il Leone d'oro al Festival del Cinema di Venezia.
02 NOVEMBRE 2015
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