Pechino, 30 apr. - Nel suo discorso alla sessione plenaria dell'Assemblea del Popolo, lo scorso marzo, il primo ministro Wen Jiabao ha citato – numerose volte – il sostegno all'innovazione domestica come uno dei punti fondamentali delle politiche industriali del governo cinese per gli anni a venire, insieme - tra l'altro - al mantenimento delle politiche di stimolo di una crescita economica sostenibile, quali l'accrescimento dei consumi e la riforma sanitaria.
L'innovazione domestica sembra dunque essere divenuta uno degli elementi portanti del futuro sviluppo industriale della Cina e, in buona sostanza, significa sostegno governativo allo sviluppo di tecnologia e scienza "locali".
In realtà, il governo cinese persegue già da anni lo sviluppo di tecnologia domestica nei settori ritenuti strategici (energia, protezione dell'ambiente, nuovi materiali, bio-tecnologie, etc.), in alcuni casi con il preciso scopo di costruire sostituti domestici di tecnologie straniere strategiche (in particolare, bio-medicina, aviazione e trasmissioni in rete).
L'innovazione domestica aveva già fatto il suo ingresso ufficiale nel mondo amministrativo cinese nel 2006, con un regolamento provvisorio che stabiliva la procedura di accreditamento dei prodotti ritenuti innovativi al fine di godere di trattamenti preferenziali: il regolamento - redatto dal Consiglio di Stato nel 2005 - era basato sul piano 2006-2020 per lo sviluppo scientifico e tecnologico. Tali documenti contengono una indicazione di principio relativa alla preferenza da accordare, per prodotti ad alta e nuova tecnologia, alle forniture da società domestiche, con diritti di proprietà intellettuale sviluppati in Cina, negli appalti e nelle gare pubbliche. Sono poi delineate le politiche di supporto per società che acquistano prodotti domestici negli stessi settori e per lo sviluppo di standard tecnici locali mediante le forniture pubbliche. E' inoltre previsto che il valore dei prodotti domestici in progetti strategici con investimento del governo centrale o dei governi locali debba raggiungere il 60% del valore totale della fornitura. Infine, le società i cui prodotti ricevono l'accreditamento in base ai parametri dell'innovazione domestica, possono essere favorite nella procedura per l'ottenimento dello status di new-and-high tech enterprise che consente la riduzione delle aliquote di Corporate Income Tax.
Sono seguiti i regolamenti amministrativi che stabiliscono i dettagli delle procedure di accreditamento, anche in via provvisionale per alcune aree nel 2007 e nel 2008, con l'indicazione della futura emanazione dei cataloghi contenenti la lista dei prodotti per i quali è possibile ottenere l'accreditamento in base alle nuove politiche. Nel 2009, ulteriori regolamenti hanno indicato i metodi di valutazione preferenziale dei prodotti accreditati nel corso delle gare pubbliche, e le politiche fiscali e di budget a sostegno delle nuove politiche.
La presenza di una fornituira straniera, perlomeno in alcuni settori, dovrebbe pertanto favorire l'assorbimento di tecnologie fondamentali e importanti da parte cinese, ed in ogni caso supportare l'innovazione domestica mediante contratti di licenza della cosiddetta 'core technology'.
L'investitore o l'impresa straniera che desiderino approcciare il mercato cinese con prodotti ad alta tecnologia, e soprattutto per forniture pubbliche, dovranno pertanto prestare particolare attenzione ai cataloghi – solo di prossima emanazione – e ai regolamenti compilati dal Ministero della Scienza e della Tecnologia, dal Ministero delle Finanze e dalla National Development e Reform Commission (quest'ultima per i soli progetti strategici di importanza nazionale) al fine di verificare se l'accreditamento sia possibile per le proprie filiali o per i propri prodotti in Cina, e quali siano i requisiti di minima fornitura domestica nelle gare internazionali bandite da enti pubblici cinesi.
Sara Marchetta
Sara Marchetta si è laureata in Lingua e Cultura cinese presso l'Università Ca'foscari di Venezia nel 1994, e successivamente ha frequentato un corso avanzato di giurisprudenza presso la Facoltà di Legge dell'Università di Pechino (1994-98). Nel 2002 si è inoltre laureata in Legge presso l'Università di Parma ed è attualmente membro del Bar Association di Piacenza. Dal 1997 al 2008 ha lavorato per Birindelli e Associati come managing partner dello studio di Pechino. Oggi Sara Marchetta è senior associate dello Studio Legale Chiomenti a Pechino. Diritto aziendale è la sua area di competenza. Madrelingua italiana, parla fluentemente inglese e cinese mandarino.
La rubrica "La parola all'esperto" ha un aggiornamento settimanale e ospita gli interventi di professionisti ed esperti italiani e cinesi che si alternano proponendo temi di approfondimento nelle varie aree di competenza, dall'economia alla finanza, dal diritto alla politica internazionale, dalla cultura a costume&società. Sara Marchetta cura per AgiChina24 la rubrica di Diritto.