Pechino, 21 mag.- I 36 articoli del Consiglio di Stato si riveleranno una politica di sostegno per lo sviluppo delle imprese private?
Il 13 maggio scorso il Consiglio di Stato ha promulgato il documento "Suggerimenti sulle modalità tramite cui incoraggiare e guidare un sano sviluppo degli investimenti privati" - ribattezzato i "36 nuovi articoli" - che invita esplicitamente a investire il capitale privato in sei grandi settori: industria e infrastrutture di base, aziende municipali e edilizia popolare, imprese pubbliche, servizi finanziari, distribuzione commerciale, difesa nazionale. Rispetto al documento precedente, che risale al 2005, quello appena approvato appare più ampio, completo ed esaustivo: si è compiuto un ulteriore passo in avanti per ridurre le limitazioni all'entrata, ampliare il raggio e aumentare i canali attraverso i quali si dispiegano gli investimenti privati; è inoltre evidente che si è voluto spezzare il monopolio delle imprese di stato su alcuni settori, come le telecomunicazioni, il petrolio e il gas. Per questo motivo il nuovo documento può essere considerato una pietra miliare. Sul piano economico i "36 nuovi articoli" produrranno dei benefici di lungo periodo. Innanzitutto, gli investimenti privati nell'istruzione, nei servizi pubblici e nel settore finanziario favoriranno l'occupazione e spingeranno i consumi, facilitando di riflesso l'evoluzione del modello economico cinese verso l'aumento della domanda interna.. In secondo luogo, si sostituiranno – dando continuità – ai finanziamenti elargiti all'interno del piano di stimolo economico, che potrà quindi essere abbandonato. Infine, permetteranno ai privati di esplorare nuove vie di investimento e di creare nuove opportunità di business: tale diversificazione ridurrà gli investimenti di natura speculativa nel settore immobiliare e nella borsa valori.Secondo quanto riferito da un funzionario della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (NDRC), attualmente tra gli oltre 80 settori pubblici, 62 sono accessibili da parte di investimenti stranieri, mentre solo 41 sono accessibili da parte degli investimenti privati (nazionali). La proporzione degli investimenti privati in tutti quei settori e professioni in cui tradizionalmente sono cocentrate le imprese di stato è molto bassa, ed è pari al 13,6% nel settore della produzione e del rifornimento di energia elettrica; al 12,3 % nell'istruzione; all'11,8% nella sanità e previdenza sociale; al 9,6% nella finanza; al 7,8% nell'information technology, servizi per i computer e industria dei software; al 7,5% nella logistica, stoccaggio e servizio postale; al 6,6% nella gestione delle strutture pubbliche per l'irrigazione e l'ambiente; al 5,9% nell'amministrazione pubblica e organizzazioni sociali. Sebbene in numerosi settori si registri una situazione di effettivo monopolio da parte delle imprese statali (SOE), il bassissimo valore della proporzione dell'investimento privato ne suggerisce il potenziale margine di crescita. Sulla base di altre statistiche, il contributo dell'economia privata al Pil cinese ha già superato il 60%, ha fornito più dell'85% dei nuovi posti di lavori nelle città e ha assorbito più del 90% della disoccupazione dei 'lavoratori migranti' provenienti dalle campagne. Da gennaio a novembre 2009, il 56,4% degli investimenti in immobilizzazioni registrati nelle città si è originato da capitali privati. Quindi nella gestione degli investimenti la issue del governo non risiede solo nel regolamentare, guidare e sviluppare proficui investimenti privati, ma anche e soprattutto nello sviluppare l'imprenditoria privata, che è strettamente connessa alla possibilità che il ceto medio cinese continui a svilupparsi, contribuendo alla realizzazione di una società stabile e armoniosa e a un modello di sviluppo sostenibile. Per sapere se questa politica produrrà i risultati sperati è tuttavia necessario seguirne l'attuazione e i provvedimenti secondari. Da quando i "36 articoli per l'economia privata" sono stati promulgati nel 2005 fino al dicembre 2008, il Consiglio di Stato ha varato 4 provvedimenti secondari e ciascun ministero e commissione, così come ciascuna provincia, ha approvato non pochi documenti correlati. Ma poiché alcune di queste misure politiche sono a beneficio di alcuni dipartimenti, il muro che ostacola lo sviluppo dell'economia privata non è ancora stato abbattuto. Si può quindi concludere che la principale causa del limitato sviluppo dell'industria privata risiede nel sostegno finanziario, specialmente nell'aiuto creditizio centralizzato che le grandi banche commerciali hanno elargito l'anno scorso nei confronti dei progetti nazionali e delle imprese statali, e che potrebbe essere un freno alle risorse utilizzabili per lo sviluppo dell'imprenditoria privata.
di Jenny Gao
Traduzione dal cinese a cura della Redazione di AgiChina24
Jenny Gao è Partner del Mandarin Capital Partners a Shanghai (www.mandarincp.com). È responsabile di due operazioni sull'asse Italia-Cina, tra cui Zoomlion-CIFA che rappresenta il più grande investimento cinese nel settore industriale italiano. Entrata a far parte del team del Mandarin Capital Partners nel 2007, Jenny Gao vanta più di 11 anni d'esperienza nell'ambiente finanziario internazionale. In passato ha ricoperto il ruolo di Vice-Direttore del Business Department della Export Import Bank of China. Prima di questa carica, aveva rivestito il ruolo di country manager e loan officer, gestendo vari progetti nei settori manifatturiero, dell'energia e delle telecomunicazioni in vari paesi dell'Asia e dell'Africa, incluse diverse operazioni di M&A cross-border. Jenny Gao ha conseguito una laurea con lode in Finanza presso l'Università di Economia e Business Internazionale di Pechino e un MBA sempre in Finanza presso l'Università Cinese di Hong Kong. Ha inoltre frequentato l'Executive Program of Corporate Restructuring, Mergers and Acquisitions (CRMA) della Harvard Business School e l'Executive Program of Mergers and Acquisitions della Wharton Business School nel 2008 e l'High Potential Leadership and Private Equity and Venture Capital nel 2009. Madrelingua cinese, parla fluentemente inglese.
La rubrica "La parola all'esperto" ha un aggiornamento settimanale e ospita gli interventi di professionisti ed esperti italiani e cinesi che si alternerano proponendo temi di approfondimento nelle varie aree di competenza, dall'economia alla finanza, dal diritto alla politica internazionale, dalla cultura a costume&società. Jenny Gao cura per AgiChina24 la rubrica di economia e finanza.
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