La piaga delle disabilità costringe milioni di bambini, 100 milioni nel mondo, a vivere in condizione di marginalità. In Africa è una condizione ancor più grave: la disabilità è uno stigma per la famiglia. Qualcosa che appartiene all’avversità degli spiriti. Spesso i bambini e le bambine disabili non sono considerati come “veri e propri figli”, ma come la manifestazione avversa degli spiriti nei confronti della famiglia. Ecco perché, oltre che la società, anche la famiglia di appartenenza li nasconde, non li cura e accudisce come tutti gli altri figli. Soprattutto li nasconde per non rendere pubblico lo stigma, l’avversità ancestrale che ha colpito quel nuclei familiari. In molti casi vengono abbandonati e finiscono per strada.
In Camerun, solo per fare un esempio, oltre il 23% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni è affetto da almeno un tipo di disabilità causata, per il 65% di loro, da malattie infettive non ancora debellate come la polio, la malaria, la lebbra o il morbillo. Ma i bambini, sono davvero tutti uguali? In realtà, essere un bambino disabile in Camerun significa, nella maggior parte dei casi, non avere la possibilità di accedere ai servizi medici, non poter frequentare la scuola e non poter ricevere un’adeguata nutrizione. Sono bambini “invisibili”, condannati ad un futuro di emarginazione e abbandono, soprattutto perché spesso sono proprio le famiglie ad allontanarli, sia per mancanza di risorse economiche, sia a causa di retaggi culturali.
Ecco perché vogliamo raccontare l’attività di una Onlus, Dokita - associazione nata per sostenere le attività dei missionari della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione - che si prende cura di questi esseri umani che altrimenti non avrebbero alcun futuro. Dokita ha lanciato una campagna per la raccolta di fondi destinati a questi “ultimi degli ultimi”, dal titolo eloquente: “Tutti uguali”. Attraverso il numero solidale 45582 si possono sostenere le loro attività.
Dokita garantisce ai bambini disabili del Camerun cure mediche e fisioterapiche, istruzione, nutrizione, protezione ed inclusione sociale. Questo accade nel Sud del Paese dove ci sono tre posti speciali dove, con cura e dedizione, si lavora tutti i giorni affinché i bambini siano davvero “tutti uguali”, nonostante la disabilità e l’estrema povertà. Sono i Centri gestiti da Dokita Onlus, che da oltre trent’anni è presente in Camerun per garantire cure e inclusione ai bambini disabili, promuovendo la loro piena partecipazione alla vita socio-economica e culturale della comunità, tramite la riabilitazione e la prevenzione socio-sanitaria, l’educazione scolastica e la formazione professionale.
"La capacità di una società di includere i propri membri più vulnerabili e svantaggiati – spiega Mario Grieco, direttore di Dokita Onlus - , come le persone con disabilità, dà la misura del grado di maturazione e di sviluppo della società stessa. Questo è ancor più vero se riflettiamo sul fatto che la disabilità è innanzitutto un fenomeno relativo, non assoluto, nel senso che una persona può essere considerata disabile a seconda di come la società vive le capacità di un individuo e a seconda delle barriere, fisiche, culturali e mentali, che essa stessa crea o abbatte al fine di rendere la propria comunità più inclusiva e accogliente. Con la campagna Tutti Uguali, Dokita oltre a sostenere e concretamente dei progetti a favore delle persone più vulnerabili in Camerun, intende anche invitare tutti i cittadini italiani ad una riflessione sui concetti dell’uguaglianza della parità e dell’inclusione sociale che devono essere posti a fondamento del nostro vivere sociale».
A Sangmelima, in particolare, c’è il Foyer de l’Esperance, un centro sanitario realizzato nel 1982 da Dokita Onlus, che ogni anno accoglie stabilmente in regime residenziale 50 bambini con disabilità motorie, che altrimenti non avrebbero un luogo dignitoso in cui vivere. Dal 1997 il Foyer è gestito da Suor Laura Figueroa, infermiera missionaria della Congregazione delle Figlie dell’Immacolata Concezione, ed è inoltre dotato di un centro fisioterapico che è diventato il punto di riferimento per le terapie riabilitative di tutta la regione circostante per assistere bambini e adulti con disabilità motoria.
A Ebolowa c’è il Foyer Père Monti, realizzato nel 1984 per sostenere e assistere minori con disabilità nelle funzioni della voce, uditive, visive e motorie che, oltre ad essere dotato di un centro audiometrico e di una sala di riabilitazione fisioterapica, gestisce anche una scuola con personale specializzato nell’insegnamento a persone diversamente abili. E infine, a Yaoundè, c’è il Centro Promhandicam, che gestisce l’unica scuola integrata per bambini ciechi in Camerun, ai quale viene insegnato il metodo Braille. Complessivamente queste strutture offrono assistenza a più di 5.000 persone con disabilità ogni anno, tra adulti e bambini.
Aiutare questa realtà, sostenendo le sue attività, può cambiare la vita, migliorandola, di migliaia di bambini che, altrimenti, sarebbero costretti a battere le strade delle città africane, senza futuro, senza cibo e senza cure.