Avvocati e magistrati che si occupano dei procedimenti di famiglia sono ben consapevoli che la mancanza di chiarezza e sinteticità degli atti giudiziari non fa bene a nessuno. Rallenta la soluzione, impedisce una decisione equa, aumenta la conflittualità familiare. Tutto a danno delle persone coinvolte.
Per questa ragione, la Corte d'Appello di Milano, il Tribunale di Milano, il Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Milano e l'Osservatorio della giustizia civile di Milano hanno approvato e presentato al pubblico il 14 marzo 2019 le 'Linee guida per la redazione degli atti in materia di diritto di famiglia'. In buona sostanza un 'manuale' ispirato ai protocolli già siglati dal Consiglio nazionale forense e dal Consiglio Superiore della Magistratura il 20 giugno del 2018.
A che serviranno queste linee guida? L'intento è duplice, l'obiettivo è nobile. Invitando le famiglie a “raggiungere accordi e a ricorrere ai giudici …in tema di custodia e tutela del minore solo quando non vi siano altre soluzioni” e gli avvocati che assistono le parti a “ricercare soluzioni il più possibile condivise, privilegiando il ricorso alla mediazione familiare e ad altri strumenti alternativi (come la negoziazione assistita, ndr)” si vuole ridurre al minimo la conflittualità e portare le 'questioni di famiglia' in tribunale solo quando queste soluzioni non siano percorribili e le parti non riescano a trovare un accordo consensuale.
Come riuscirci? A partire dagli atti processuali che gli avvocati dovranno scrivere in modo chiaro, snello e sintetico, evitando di esasperare il conflitto. A questo scopo, sono stati addirittura allegati modelli di ricorsi per procedimenti contenziosi.
I legali dovranno inoltre depositare insieme al proprio atto introduttivo, e cioè prima della prima udienza, un chiaro e analitico elenco della complessiva situazione economica/reddituale/patrimoniale delle parti, della vita familiare e sociale dei figli e dei loro bisogni anche materiali. Questo perché solo la completa informazione sull'oggetto della controversia consente al Giudice di assumere una decisione ponderata, equa ed esaustiva in tempi rapidi.
Una parte può rifiutarsi di fornire le informazioni richieste, ma che impressione potrà mai averne il giudice? La reazione più immediata sarà desumerne un comportamento omissivo per quanto riguarda gli argomenti di prova e nulla impedirà comunque al magistrato di acquisire d’ufficio le prove. Con maggiore caparbietà, anche.
La decisione di adottare delle linee guida non è una novità in Europa, anzi: è sul solco di quanto già avviene in Gran Bretagna (il Family Proceedings Rules), in Francia (articolo 272 del Code Civil) e in Germania (paragrafo 643 del ZPO).