Mancano ormai pochi giorni all’apertura del G7 di Taormina che, per la sesta volta, sarà a presidenza italiana. Dal G8 a L’Aquila del 2009 con Obama, che proprio in questi giorni è tornato nel nostro Paese, il mondo sembra essere cambiato sotto diversi aspetti. Il 26 e il 27 maggio, i riflettori saranno puntati sui sette Capi di Stato e di governo che, in un momento particolarmente volatile per l’Europa e per il mondo, saranno chiamati a imprimere un cambio di velocità, per dare una risposta sistemica efficace alle tante sfide che interessano il pianeta: dalle 800 milioni di persone al mondo che soffrono la fame al fenomeno delle migrazioni; dalla tutela dell’ambiente al concreto raggiungimento della parità di genere.
La strada da percorrere: quella indicata dall'Agenda 2030
Per affrontare queste problematiche a viso aperto, secondo ActionAid la strada da percorrere è quella indicata dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Insieme alle altre Ong e Associazioni che fanno parte della GCAP – Coalizione Globale Contro la Povertà, attraverso la campagna G7 apri le orecchie, abbiamo chiesto ai leader del vertice di Taormina di ascoltare la nostra voce e quella dei tanti che insieme a noi cercano risposte chiare ed efficaci in termini di lotta alla povertà e rispetto dei diritti fondamentali a livello globale.
Il 12 maggio l'evento 'L'Italia e il G7'
Proprio per promuovere un ampio dibattito sui temi che saranno affrontati nel prossimo G7 ed esprimere le nostre raccomandazioni ai leader mondiali, ActionAid ha organizzato l’evento L’Italia e il G7: come essere protagonista del nuovo scenario globale che si terrà il 12 maggio a Roma. In tale occasione, presenteremo l’undicesima edizione della pubblicazione annuale L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo, che approfondisce le sfide principali con le quali si dovranno confrontare i sette leader mondiali riuniti al centro del Mediterraneo.
Quest’anno, la pubblicazione si arricchisce, inoltre, di due indagini aggiuntive: Gli italiani e la cooperazione internazionale, realizzata da Ipsos per ActionAid, che mira a rivelare l’interesse e la sensibilità degli italiani per il G7 e per temi quali la cooperazione internazionale, l’immigrazione e la nuova Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La seconda indagine, invece, è una sentiment analysis delle conversazioni online da aprile a ottobre 2016, condotta da DOING su tre temi fondamentali per la lotta alla povertà: sicurezza alimentare, migrazioni ed emporwerment femminile.
Parità di genere al centro dell'agenda globale
Ed è proprio la parità di genere a dover essere al centro dell’agenda globale da qui ai prossimi anni. Benché, infatti, se ne parli molto, i dati ci dicono che sono ancora poche le risorse messe in campo per realizzare l’uguaglianza di genere. Da quanto emerge dalla pubblicazione L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo, quasi tutti i paesi G7 hanno scelto di privilegiare economicamente interventi di aiuto bilaterale che non hanno come focus principale l’uguaglianza di genere.
Le donne sono a maggior rischio povertà
Questo accade nonostante il fatto che le donne risultino, ancora oggi, maggiormente esposte rispetto agli uomini al rischio di vivere in povertà, proprio a causa delle disuguaglianze di genere che comportano, ad esempio, un minore accesso al lavoro retribuito e a posizioni decisionali. Nonostante 1 donna su 4 dichiari di aver subito violenza almeno una volta nella vita, si riscontra una grave mancanza di investimenti sull’empowerment economico delle donne che, invece, permetterebbero loro di uscire più facilmente da situazioni di pericolo, aiutandole anche nel costruire una vita dignitosa dopo.
Le sfide 4 per raggiungere la parità di genere:
- Riconoscimento del lavoro di cura portato avanti principalmente dalle donne (si calcola che, in media, le donne spendono il doppio del tempo rispetto agli uomini in attività domestiche, il quintuplo con i bambini)
- Lotta agli stereotipi di genere
- Contrasto alla violenza fisica e psicologica sulle donne
- Garanzia di accesso a servizi di cura quali l’asilo nido pubblico, che permettano alle donne di poter lavorare ed essere economicamente indipendenti.
E’ per questo che chiediamo un impegno serio e concreto per il raggiungimento del quinto obiettivo degli SDGs (Sustainable Development Goals - Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) sulla parità di genere. Chiediamo lo stanziamento di risorse finalizzate a promuovere proprio l’empowerment economico femminile e azioni che puntino a riconoscere e ridistribuire il lavoro di cura, con investimenti in servizi e infrastrutture sociali.