(AGI) - Venezia, 11 set. - E' come essere a un concerto. Lasala Darsena del Lido e' gremita e tutti intonano 'Vivere' inattesa che Vasco entri per parlare con i fan prima dellaproiezione del documentario 'Il decalogo di Vasco' di FabioMasi (in anteprima al Festival di Venezia e in onda su Raitreil 26 settembre in seconda serata). Eccolo, arriva il Blascocon la sua camminata, gli occhiali e il cappello. E' untripudio di flash, di "Ole'" e cori: "Vasco! Vasco!!". Ildirettore della Mostra Alberto Barbera cerca di prendere laparola, ma i fan vogliono solo il loro idolo, e cosi', con inmano un bicchiere di champagne, racconta della sua esperienzadi attore nel documentario. I fan non stanno piu' nella pelle."Mi volete cosi' bene perche' non mi conoscete - dice - Lamusica e' miracolosa, ti cambia l'umore di una giornata. Ti faprovare delle emozioni forti quando ti riconosci, a quel puntovuoi bene anche a chi l'ha scritta, anche a chi non se lomerita". Poi Vasco parla della sua prova di recitazione. "Sonoun attore a mia insaputa - rivela - la storia e' nata dopo averincontrato Fabio, un giovane regista di talento che voleva fareuna sigla per Blob. Dovevo recitare le parole della mia canzone'Gli spari sopra'. Mi ero rasato a zero come il colonnelloKurtz in Apocalyspe Now - racconta Vasco - purtroppo non sonocome Brando, pero' ce l'ho messa tutta. Da quel momento e' natoun rapporto di fiducia tra noi. E cosi' mi sono ritrovato Masiin diverse situazioni: anche durante i miei allenamenti. Poi ungiorno mi ha detto: 'Ho fatto un film". Si tratta di undocumentario "molto, molto originale - lo definisce il cantantedi Zocca - Masi ha colto l'essenza del Vasco uomo e del Vascopersonaggio". Ho fatto un ritratto inedito di Vasco -sottolinea il regista - conoscevo la rockstar e ho imparato aconoscere la persona estremamente potente, anche nel silenzio".Il rocker si sofferma a raccontare dell'esperienza a Sanremo,prima con 'Vado al massimo' (del 1982) e l'anno dopo con 'Vitaspericolata'. "Sono andato la prima volta per fare il mattocosi' qualcuno si sarebbe ricordato di me - racconta sorridendo- Ero diversamente lucido ma avevo le idee molto chiare". Poinel 1983 si e' presentato con 'Vita spericolata'. "La canzonedella mia vita. A quel punto potevo anche morire - rivela - ineffetti non credevo che sarei vissuto cosi' a lungo. A queitempi le rockstar morivano come le mosche". E il putiferio chesi e' levato dopo quella canzone come l'hai vissuto? Gli chiedeMollica. "Non me n'e' fregato nulla - risponde senza mezzitermini - quella era una canzone straordinaria". Il Blascoviene interrotto sistematicamente. Si levano cori, qualcuno glivorrebbe portare un regalo, qualcun altro lo vorrebbe insignitodel premio Nobel. Insomma l'euforia e' alle stelle. Il rockerpoi parla del potere delle sue canzoni ("racconto le miedebolezze") e del tour appena concluso. "Ho fatto un giro peril nostro paese particolarmente bello, ma dove chiaramente nontutte le cose funzionano, altrimenti saremmo la Svizzera. Noipero' abbiamo una vitalita' fantastica e delle donne che li'non hanno", afferma con il sorriso sulle labbra. (AGI)