"La crisi economica sta mettendo in difficolta' tutto il comparto del turismo, dalle vendite all'indotto, e il governo, a parte le dichiarazioni, non fa nulla di significativo". Parola di Luigi Vedovato, presidente del Centro turistico studentesco (Cts), la piu' grande organizzazione italiana del turismo giovanile, che ha festeggiato di recente 35 anni di attivita'. Vedovato si dice "preoccupato per le difficolta' del momento, ma fiducioso che si riescano a superare come in passato".
Presidente, quali sono gli effetti della crisi economica sul turismo?
"C'e' stata una grossa contrazione delle vendite sia per i viaggiatori italiani sia per quelli stranieri, e primi dati di febbraio confermano questa tendenza. Come Cts, poi, avevamo gia' subito' un calo delle richieste dei voli aerei a causa della crisi di Alitalia e le incertezze sul suo futuro. Dal punto di vista del cambiamento delle abitudini dei viaggiatori, invece, e' chiaro che gli studenti italiani si muovono molto meno e privilegiano il 'corto raggio'. Oggi le mete orientali non sono piu' cosi' richieste e l'Europa, ormai a portata di qualsiasi tasca, e' ritornata ad essere appetibile".
Merito delle compagnie low cost?
"Certamente le compagnie a basso costo hanno aperto nuove prospettive, trascinando sullo stesso terreno anche le compagnie di linea che oggi provano a proporre prezzi piu' vantaggiosi. Noi pero' proponiamo qualcosa di diverso dal viaggio tradizionale, introducendo esperienze di studio, lavoro e volontariato che prevedono diversi mesi di permanenza nei paesi stranieri. Lo scopo e' quello di dare un'occasione di crescita in piu' ai giovani italiani, troppo fossilizzati sul territorio nazionale. L'anno scorso, per esempio, abbiamo lanciato i programmi Education and Change, in stretta collaborazione con i paesi anglosassoni, che garantiscono anche il permesso di lavoro per la permanenza all'estero".
Quali sono dunque le mete preferite?
"In primo luogo le capitali europee come Londra, Madrid, Parigi e Berlino. E poi i luoghi esotici vicini, piu' gettonati per le vacanze estive, come le isole della Grecia e il Mediterraneo. Ma anche il Marocco, l'Egitto e la Giordania. Quest'anno poi, riproporremo la Turchia che avevamo abbandonato per problemi di sicurezza".
Il presidente della Confturismo Bocca ha chiesto al governo aiuti simili a quelli concessi al settore auto. Cosa dovrebbe fare la politica per sostenere il turismo?
"Sono pienamente d'accordo con Bocca. Noi abbiamo problemi strutturali che ci trasciniamo da tempo, e nel mentre siamo stati superati da altri paesi nella competizione per i flussi turistici. Anni fa per esempio, abbiamo abolito il ministero del Turismo e oggi abbiamo difficolta' di promozione e coordinamento a livello generale. Ogni regione fa da se' spendendo tanti soldi per non fare nulla, perche' piu' iniziative non significa automaticamente piu' business".
Teme che ci saranno molti licenziamenti nel settore turistico?
"Si avvertono alcuni scricchiolii anche tra operatori importanti del turismo di lusso, ma per quanto ci riguarda non vogliamo pensare ai licenziamenti. Per ora abbiamo bloccato le assunzioni e tagliato le spese non essenziali. Da parte del governo, pero', ci deve essere un sostegno forte all'industria turistica nel suo insieme e non solo agli alberghi".
Qual e' allora la formula vincente per uscire dalla crisi?
"E' nel giusto rapporto tra qualita' e prezzo, perche' anche chi ha maggiori disponibilita' non e' disposto a buttar via il denaro. Oggi i viaggiatori fanno scelte piu' ragionate. Basta guardare i costi tra alberghi italiani e stranieri: a parita' di servizio noi siamo esageratamente cari, e se non ci adeguiamo corriamo il rischio che i turisti preferiscano altri paesi".
Febbraio 2009