Non solo energia tra Usa e Russia. Sulle questioni della sicurezza i vecchi nemici della guerra fredda saranno in grado di lasciare da parte i vecchi stereotipi? Perdita di credibilita' internazionale da parte di Washington. Incapacita' di Mosca di sottrarsi al vortice della crisi economica mondiale. Costrette da queste condizioni le due potenze sembrano cercare nuove basi pragmatiche per i futuri rapporti. Un primo banco di prova potrebbe essere rappresentato proprio dalla sicurezza internazionale. Simbolo dell'architettura degli anni novanta, l'accordo nucleare tra i due Stati scade quest'anno. Solo il suo prolungamento dara' basi giuridiche alla proposta del presidente Obama: riduzione dell'ottanta per cento delle ogive nucleari dei due paesi prospettato dal presidente americano nei giorni scorsi. Un passo indispensabile. Nei depositi russo-americani si trova il 95 percento delle 27mila testate mondiali.
Al di la delle prime reazioni diplomatiche, per capire la disposizione della Federazione alle proposte americane bisogna tenere in conto le preoccupazioni russe riguardo lo stato della proliferazione nucleare globale. A un anno dalla nuova conferenza
d'esame del Trattato di non proliferazione nucleare, Mosca si preoccupa per la fragilita' del regime internazionale che dovrebbe limitare la diffusione delle armi nucleari. Una preoccupazione gia' espressa da Putin alla Conferenza per la sicurezza di Monaco del 2007.
Ieri dalla capitale russa e' stato Piotr Topychkanov a fornire una prima riflessione sulle proposte Usa. Per il membro del comitato scientifico del centro Carnegie di Mosca, un nuovo trattato per ridurre il numero delle armi strategiche, Start e' necessario. giungere all'accordo "non sara' pero' facile", poiche' servira' affrontare anche un numero di questioni "non direttamente legate alla riduzione delle armi atomiche". L'esperto ritiene indispensabile fare attenzione a quanto sta avvenendo nel campo della proliferazione nucleare. "Al crescere del numero dei paesi in possesso dell'arma atomica, i pericoli per la Federazione aumentano ", ha dichiarato Topychkanov.
Se in passato nel valutare le minacce potenziali al paese era sufficiente tener conto delle forze strategiche di Usa, Gran Bretagna, Francia e Cina, ora a queste bisogna aggiungere quelle di Israele, India, Pakistan e, in prospettiva, anche Iran e Corea del Nord. Stati che "con i loro vettori sarebbero in grado di raggiungere il nostro territorio".
L'analista ritiene inoltre che oggi "le condizioni internazionali siano molto diverse da quelle del 1991", anno in cui fu concluso il trattato Start 1. Se all'inizio degli anni '90 i compiti fondamentali della sicurezza strategica spettavano essenzialmente alle forze nucleari, "ora l'esempio degli Stati Uniti dimostra che questi ruoli si possono svolgere anche con strutture non nucleari". Armi ad alta precisione, sistemi di difesa antimissili, installazioni militari nello spazio, tutte novita' di cui secondo Topychkanov i futuri negoziatori dovranno tenere conto.
Per questo sottolinea l'analista del Carnegie "chiedere di portare a mille unita' il numero delle ogive possedute da Usa e Russia senza prendere in considerazione le armi non nucleari e le possibilita' di proliferazione di Stati terzi avra' effetti completamente diversi sulle capacita' di difesa di Usa e Russia". La differenza starebbe nel fatto che "le proposte di Washington, inserendosi nel processo piu' vasto di ristrutturazione strategica delle proprie forze armate, ne rafforzano la sicurezza nazionale. Per la Russia l'effetto potrebbe essere opposto".
Topychkanov ritiene che per essere efficaci, i futuri negoziati dovranno "avere all'ordine del giorno il coordinamento delle proposte di riduzione degli armamenti nucleari con tutte le questioni che inquietano la Russia, compreso il sistema missilistico
di difesa antimissili che gli Usa intendono disporre in Polonia e repubblica Ceca".
Per l'analista del Carnegie parametri chiave del futuro accordo saranno il lasso di tempo in cui si realizza la riduzione delle ogive, le modalita' dei controlli, il destino delle armi diventate superflue e dei vettori che le trasportano. "Senza una definizione precisa di tutti questi parametri le discussioni non avrebbero punti di riferimento concreti". Topychkanov ritiene inoltre che un accordo nei termini voluti da Washington, "mille testate per ogni potenza", non verrebbe accettato da Mosca.
Una soglia piu' realistica e su cui il consenso delle parti sarebbe raggiungibile sarebbe compresa tra le 1.700 e le 2.200 unita'. Esattamente la cifra fatta da Putin due anni fa a Monaco.
Febbraio 2009