Tumori: studio italiano individua nuovo bersaglio cellulare
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Tumori: studio italiano individua nuovo bersaglio cellulare

Tumori: studio italiano individua nuovo bersaglio cellulare

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(AGI) - Modena, 24 set. - Scoperto un nuovo bersaglio dellaterapia antitumorale. Uno studio dell'Universita' degli Studidi Modena e Reggio Emilia ha individuato una proteina cherimuove le proteine danneggiate, normalmente presenti in tuttele cellule dell'organismo, la cui inibizione uccide le celluletumorali e non quelle sane. Lo studio e' stato pubblicato sullarivista Oncotarget. La proteina in questione si chiama Lon ede' situata all'interno dei mitocondri, gli organelliresponsabili della produzione di emergia e la cui integrita' e'fondamentale per la sopravvivenza cellulare. In particolare,Lon e' una proteasi, ovvero una proteina con capacita'enzimatiche, capace di degradare altre proteine, e il suo ruoloprincipale e' quello di rimuovere le proteine danneggiateprodotte dal normale metabolismo cellulare, il cui accumulo nonpermette il corretto funzionamento dei mitocondri, impoverendocosi' le cellule dell'energia necessaria alla sopravvivenza. Inprimo luogo, i ricercatori hanno dimostrato che Lon e' presentein quantita' maggiori in alcuni tipi di cellule tumoralirispetto alle cellule normali, ed e' coinvolta nellasopravvivenza delle cellule neoplastiche. La riduzione di Lonnel carcinoma del colon, ottenuta in vitro con metodi diingegneria genetica, determina alterazioni mitocondriali checausano la morte delle cellule tumorali. Gli scienziatimodenesi hanno oggi scoperto che due molecole della famigliadei terpenoidi (presenti in gran quantita' nella frutta e nellaverdura), note in forma abbreviata come CDDO e CDDO-Me, possonocausare l'inibizione della proteina Lon, e indurre quindi lamorte di numerosi tipi di cellule tumorali grazie appunto allaloro azione sui mitocondri. Il CDDO non solo blocca la proteinaLon, ma induce anche un forte aumento delle specie reattivedell'ossigeno, che sono tossiche in quantita' elevate edanneggiano ulteriormente i mitocondri delle cellule tumorali."Si tratta di un ulteriore passo avanti nella lotta contro ilcancro - ha detto Anto De Pol, co-autore dello studio - chedeve essere affrontato sfruttando tutti i bersagli possibili".
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