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Scoperto legame tra mutazione genetica e dislessia
(AGI) - Roma, 28 mag. - Identificata un'associazione tra unparticolare tipo di dislessia causata da un'alterazione di ungene, il DCDC2, e un disturbo specifico della visione. Questoe' quanto emerso da uno studio condotto dall'Istituto dineuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) diPisa e dall'Universita' di Pisa, in collaborazione conl'Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano e dell'IrcssMedea. I risultati sono stati pubblicati sul The Journal ofNeuroscience. "Ad oggi la dislessia e' diagnosticata soloquando si evidenzia un ritardo dell'apprendimento e vengonoescluse altre cause", ha detto Guido Marco Cicchinidell'In-Cnr. "Questo rallenta molto,
(AGI) - Roma, 28 mag. - Identificata un'associazione tra unparticolare tipo di dislessia causata da un'alterazione di ungene, il DCDC2, e un disturbo specifico della visione. Questoe' quanto emerso da uno studio condotto dall'Istituto dineuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) diPisa e dall'Universita' di Pisa, in collaborazione conl'Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano e dell'IrcssMedea. I risultati sono stati pubblicati sul The Journal ofNeuroscience. "Ad oggi la dislessia e' diagnosticata soloquando si evidenzia un ritardo dell'apprendimento e vengonoescluse altre cause", ha detto Guido Marco Cicchinidell'In-Cnr. "Questo rallenta molto, talvolta anche di anni,ogni forma di intervento. Scoprire un marcatore genetico efisiologico - ha continuato - cambia radicalmente taleprospettiva: in futuro, la diagnosi di questo tipo di dislessiapotrebbe essere piu' semplice e molto piu' precoce". Il DCDC2fa parte di una ristretta famiglia di geni collegati alladislessia. E' giA noto che il 20 per cento dei dislessici haun'alterazione in DCDC2, tuttavia il ruolo di questo genefinora era rimasto oscuro. Nella ricerca gli autori hanno presoin esame un gruppo di dislessici portatori di un'alterazione diquesto gene, dimostrando che sono ciechi al movimento di alcunistimoli visivi, quelli che di solito sono i piu' visibili neisoggetti normali. I ricercatori pisani e milanesi da oggi sonopiu' vicini all'obiettivo di definire biomarker specifici eterapie piu' appropriate soprattutto nella dislessia associataa mutazioni genetiche. Grazie al loro lavoro, possiamocomprendere che un approccio multidisciplinare integrato alladislessia e' necessario per avere diagnosi e terapie semprepiu' specifiche e risolutive. (AGI)