(AGI) - CdV - A 35 anni dalla battaglia diMontecassino, una di quelle che ha deciso le sorti dell'ultimaguerra, il 18 maggio 1979 il Papa polacco, eletto da pochimesi, volle recarsi in pellegrinaggio al cimitero dove riposanotanti suoi connazionali. "Per noi, che allora, nel 1944,abbiamo vissuto la terribile oppressione dell'occupazione, perla Polonia, che si trovava alla vigilia dell'insurrezione diVarsavia, questa battaglia - disse - fu una nuova conferma diquella incrollabile volonta' di vita, della tensione alla pienaindipendenza della Patria, che non ci lasciarono mai nemmeno unistante. A Montecassino combatte' il soldato polacco, quimori', qui verso' il suo sangue, col pensiero fisso allaPatria, che per noi e' una Madre cosi' amata, proprio perche'l'amore ad essa esige cosi' tanti sacrifici e rinunce". "Camminiamo qui - furono le emoziante parole di PapaWojtyla - sulle tracce di una grande battaglia, una di quelleche hanno dato il colpo decisivo all'ultima guerra in Europa,alla seconda grande guerra mondiale. Questa guerra, negli anni1939-1945, ha coinvolto quasi tutte le Nazioni e gli Stati delnostro continente, ha coinvolto nella sua orbita anche lepotenze extra europee, ha manifestato i vertici dell'eroismodei militari, ma ha svelato anche il pericoloso volto dellacrudelta' umana, ha lasciato dietro di se' le tracce dei campidi sterminio, ha tolto la vita a milioni di esseri umani, hadistrutto i frutti del lavoro di molte generazioni. E'difficile enumerare tutte le calamita' che con essa siabbatterono sull'uomo manifestandogli, al suo termine, anche lapossibilita', attraverso i mezzi della piu' moderna tecnicadegli armamenti, di un eventuale futuro annientamento di massa,di fronte al quale impallidiscono le distruzioni del passato". "Chi ha condotto questa guerra? Chi ha compiuto l'opera didistruzione?", si chiese Giovanni Paolo II. "Gli uomini e leNazioni", rispose ricordando che "questa era una guerra delleNazioni europee pur legate fra di loro dalle tradizioni di unagrande cultura: scienza ed arte profondamente radicate nelpassato dell'Europa cristiana. Gli uomini e le Nazioni: questaera la loro guerra; e, come fu loro la vittoria e la sconfitta,cosi' anche gli effetti di questo conflitto ad essiappartengono". "Perche' continuo' il Pontefice - hannocombattuto gli uni contro gli altri, uomini e nazioni?Sicuramente non li hanno spinti a questa terribile stragefratricida le verita' del Vangelo e le tradizioni della grandecultura cristiana". "Sono stati coinvolti dalla guerra - scandi' il Papapolacco - con la forza di un sistema che, in antitesi alVangelo e alle tradizioni cristiane, era stato imposto adalcuni popoli con spietata violenza come un programma,costringendo, al tempo stesso, gli altri ad opporre resistenzacon le armi in pugno. In lotte gigantesche quel sistema subi'una sconfitta definitiva. Il giorno 18 maggio - concluse - e'stato una delle tappe decisive di quella sconfitta". .