(AGI) - CdV - (di Salvatore Izzo) Come il suo predecessore Giovanni XXIII, anche Benedetto XVI ha deciso di sfidare i "profeti di sventura" che in ogni passaggio storico tendono a frenare l'azione dello Spirito nella Chiesa. E cosi' lo scorso 14 dicembre ha annunciato a sorpresa che sara' beatificato il prossimo primo maggio Giovanni Paolo II, il Grande Papa scomparso appena sei anni fa. Senza lasciarsi impressionare dall'azione di lobby e potentati che dentro e fuori dalla Chiesa fino all'ultimo hanno tentato di ostacolare la felice conclusione della causa, Joseph Ratzinger ha infatti firmato nella stessa giornata il decreto con il quale riconosce all'intercessione di Karol Wojtyla la guagione miracolosa dal "morbo di Parkinson" di suor Marie Simon Pierre Normand. Come e' ovvio, sara' lui stesso a presiedere la cerimonia di beatificazione che si terr� la Domenica della Divina Misericordia, giornata istituita nella II di Pasqua da Papa Wojtyla, che - coincidenza davvero sigolare - e' spirato il 2 maggio 2005 proprio mentre in tutte le chiese del mondo si iniziavano a pregare i primi vespri di questa innovativa celebrazione a lui tanto cara e che rappresenta in un certo senso il suo testamento morale. Il susseguirsi delle fughe di notizie suelle varie fasi del processo e il ripetersi di inchieste giornalistiche miranti a screditare ingiustamente la memoria di Wojtyla, spiega una fonte autorevole, hanno suggerito di rompere ogni indugio e compiere questo atto che e' davvero profetico e dal quale puo' scaturire una grande energia rinnovatrice per la riforma voluta da Papa Ratzinger contro gli abusi sessuali, liturgici e di potere che possono ancora annidarsi nella Chiesa Cattolica. Considerazioni che fanno venire alla mente le parole pronunciate da Benedetto XVI lo scorso 11 giugno in occasione della chiusura dell'Anno Sacerdotale, quando evoco' l'azione del demonio che voleva oscurare il bene compiuto dai sacerdoti nel mondo. Il tentativo di far cadere sul Papa polacco le responsabiolita' di suoi collaboratori eventualmente infedeli o almeno troppo ingenui e tiepidi nel perseguire i preti pedofili era chiarissimo. "La beatificazione di Papa Wojtyla ad appena sei anni dalla morte e' stata resa possibile da una 'corsia preferenziale' voluta da Benedetto XVI, che aveva anche dispensato dall'attesa dei cinque anni per avviare il processo. Ma nessuno sconto e' stato fatto nelle procedure e negli accertamenti durante il processo canonico, che anzi e' stato particolarmente scrupoloso", ha precisato comunque il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, annunciando che la bara del Papa polacco sara' collocata nella Basilica di San Pietro in un vano chiuso da una semplice lapide di marmo con la scritta: "Beatus Ioannes Paulus II". "La bara di Giovanni Paolo II sara' traslata dalle Grotte Vaticane alla superiore Basilica di San Pietro senza esumazione, cioe' chiusa", ha aggiunto padre Lombardi. I lavori iniziati ieri riguardano la pulizia dei mosaici di tutti gli altari e dunque non erano previsti, ma si e' ritenuto opportuno iniziare da quello che ospitera' il corpo del Papa polacco. L'iter della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II si conclude cosi' a sei anni dalla sua morte, come ricostruisce una nota della Congregazione delle cause dei santi. "Com'e' noto - si legge nel testo - la causa, per dispensa Pontificia, inizio' prima che fossero trascorsi i cinque anni dalla morte del Servo di Dio, richiesti dalla Normativa vigente. Tale provvedimento fu sollecitato dall'imponente fama di santita', goduta dal Papa Giovanni Paolo II in vita, in morte e dopo morte. Per il resto furono osservate integralmente le comuni disposizioni canoniche riguardanti le Cause di beatificazione e di canonizzazione. Dal giugno 2005 all'aprile 2007, furono pertanto celebrate l'Inchiesta Diocesana principale romana e quelle Rogatoriali in diverse diocesi, sulla vita, sulle virtu' e sulla fama di santita' e di miracoli". "La validita'giuridica dei processi canonici - ricorda la nota - fu riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi con il decreto del 4 maggio 2007. Nel giugno 2009, esaminata la relativa 'positio', nove consultori teologi del dicastero diedero il loro parere positivo in merito all'eroicita' delle virtu' del Servo di Dio. Nel novembre successivo, seguendo l'usuale procedura, la medesima Positio fu poi sottoposta al giudizio dei cardinali e vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, che si espressero con sentenza affermativa. Il 19 dicembre 2009 il Sommo Pontefice Benedetto XVI autorizzo' la promulgazione del Decreto sull'eroicita' delle virtu'". Inizio' cosi' la seconda fase del processo relativa questa volta alla guarigione dal "morbo di Parkinson" di suor Marie Simon Pierre Normand, religiosa dell'Institut des Petites Soeurs des Maternite's Catholiques. "I copiosi atti dell'inchiesta canonica, regolarmente istruita, unitamente alle dettagliate perizie medico-legali, furono sottoposti - spiega la nota - all'esame scientifico della Consulta Medica del dicastero delle cause dei santi il 21 ottobre 2010. I suoi periti, dopo aver studiato con l'abituale scrupolosita' le testimonianze processuali e l'intera documentazione, si espressero a favore dell'inspiegabilita' scientifica della guarigione. I consultori teologi, dopo aver preso visione delle conclusioni mediche, il 14 dicembre 2010 procedettero alla valutazione teologica del caso e, all'unanimita', riconobbero l'unicita', l'antecedenza e la coralita' dell'invocazione rivolta al Servo di Dio Giovanni Paolo II, la cui intercessione era stata efficace ai fini della prodigiosa guarigione". Infine, "l'11 gennaio 2011, si e' tenuta la Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, i quali hanno emesso un'unanime sentenza affermativa, ritenendo miracolosa la guarigione di suor Marie Pierre Simon, in quanto compiuta da Dio con modo scientificamente inspiegabile, a seguito dell'intercessione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, fiduciosamente invocato sia dalla stessa sanata sia da molti altri fedeli". La guarigione dal morbo di Parkinson della francese suor Marie Simon Pierre fu immediata e definitiva, come afferma ai microfoni della Radio Vaticana il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, card. Angelo Amato. "La malattia - ricorda - fu diagnosticata nel 2001 dal medico curante e anche da altri specialisti. La Suora ricevette le cure relative, che ovviamente piu' che guarirla, ne attenuavano in parte i dolori. Alla notizia della scomparsa di Papa Woityla, affetto dallo stesso morbo, suor Marie e le consorelle iniziarono a invocare il defunto pontefice per la guarigione. Il 2 giugno 2005, stanca e oppressa dai dolori, la religiosa manifesta alla Superiora l'intenzione di voler essere esonerata dal lavoro professionale. Ma la superiora la invita a confidare nella intercessione di Giovanni Paolo II. Ritiratasi, la suora passa una notte tranquilla. Al risveglio si sente guarita. Sono scomparsi i dolori e non sente alcun irrigidimento nelle articolazioni. Era il 3 giugno 2005, festa del Sacro Cuore di Gesu'. Interrompe subito la cura e si reca dal medico curante, il quale non puo' che constatarne la guarigione". Il card. Amato assicura anche che nonostante le "due facilitazioni" che hanno consentito di battere di due settimane il precedente record della Beata Madre Teresa di Calcutta, elevata agli altari 6 anni e sei settimane dopo la morte, e che riguardavano "l'esonero pontificio dall'attesa dei cinque anni per il suo inizio e il passaggio per una corsia preferenziale, che non la mettesse in lista di attesa", la causa di beatificazione di Papa Wojtyla "e' stata trattata come le altre, seguendo tutti i passi previsti dalla legislazione della Congregazione delle Cause dei Santi". "Per quanto riguarda il rigore e l'accuratezza procedurale non ci sono stati sconti", chiarisce il porporato. "Anzi - aggiunge - se posso avanzare una mia prima constatazione, proprio per onorare degnamente la memoria di questo grande Pontefice, la causa e' stata sottoposta a uno scrutinio particolarmente accurato, per fugare ogni dubbio e superare ogni difficolta'".