Aveva subito uno stupro di gruppo per ordine di un 'consiglio tribale'; ma a differenza della gran parte delle donne pakistane, abituate a tenere celate le violenze subite, aveva denunciato e portato i suoi aguzzini in tribunale. Ora la donna, Mukhtar Mai (37 anni) -divenuta nel frattempo una portavoce del diritti femminili in Pakistan e che era stata messa dal governo sotto protezione- si e' sposata proprio con il poliziotto che era la sua guardia del corpo. Le nozze sono avvenute domenica in un villaggio del Punjab, e lo sposo - che aveva gia' un'altra moglie - ha dovuto faticare per riuscire a convincere la riluttante Mukhtar. La vita di Mukhtar era stata sconvolta un giorno del giugno del 2002 quando era stata rapita per pagare "il debito d'onore" di suo fratello adolescente, accusato di avere una relazione con una ragazza di un clan piu' potente, i Mastoi Baloch.
Il giovane era stato picchiato e sodomizzato e Mukhtar segregata e violentata a turno da vari uomini; ma lei, invece di mantenere il silenzio oppure di suicidarsi, come insegna la tradizione pakistana, aveva deciso di denunciare i suoi aggressori. Dopo tre anni di rinvii e ricorsi, il processo ancora non e' giunto in dirittura d'arrivo, ma Mukhtar e' diventata nel frattempo un simbolo della lotta femminile per demolire lo stigma sociale legato allo stupro. Arrivare al matrimonio comunque non e' stato facile: il focoso poliziotto trentenne, Nasir Abbas Gaboi, ha addirittura minacciato di suicidarsi se lei, che non voleva turbare il matrimonio, non avesse ceduto. Si e' convinta quando la prima moglie di lui l'ha implorata: in Pakistan, un musulmano puo' prendere fino a quattro mogli.
Marzo 2009